Joker, il film in uscita di Todd Philips, che vede Joaquin Phoenix nel ruolo di protagonista nei panni del celeberrimo villain della DC, ha recentemente subito diverse critiche per la presunta istigazione alla violenza da parte del film.
A seguito dell’assegnazione del Leone d’Oro al Joker di Todd Philips, si sono scatenate polemiche riguardanti i contenuti violenti proposti dal film.
Ad indignarsi sono stati i familiari delle vittime della terribile strage del Movie Theater di Aurora. Furono 12 le vittime e 70 i feriti della follia omicida di James Holmes, il quale entrato nel cinema equipaggiato di diverse armi, fece fuoco casualmente sulle persone senza risparmiare donne o bambini, al grido di “ Sono Joker! Sono Joker! ”.
Violenza e cinema
Sono passati anni dalla prima pionieristica proiezione in sala cinematografica, datata 1885 ad opera dei fratelli Lumière, e ad oggi possiamo sicuramente affermare che il numero di pellicole girate è quasi incalcolabile. La violenza, la follia, il conflitto interiore dell’essere umano, sono stati spesso al centro di una moltitudine di opere e rappresentazioni.
Questo in parte perché la violenza è, purtroppo, una parte reale e consistente della nostra esistenza in quanto facenti parte di una specie animale che come nessun’altra è dedita alla guerra. Ma parlare di violenza, raccontarla, sviscerare il cuore, la mente e l’anima di un personaggio che commette terribili azioni, può essere considerato veicolazione di un messaggio negativo?
Dalla filmografia storica, passando per quella romanzesca, per il noir, per il thriller ed il giallo, senza trascurare l’horror ed il drammatico, saranno stati a migliaia i film di questo genere prodotti solo nel 2019. Migliaia di film con un solo tema principe: la violenza.
La rappresentazione del male
Nel 1940 al Festival di Venezia, veniva premiato con il Leone d’oro il film di propaganda nazista Jud Süß (Süss l’ebreo), acclamato allora dalla critica e fiore all’occhiello della spietata campagna antisemita dell’allora Ministro della Propaganda, Joseph Goebbels.
Non c’è bisogno di entrare nei dettagli della trama per comprendere che, senza dubbio, si trattava di una pellicola nata per veicolare in messaggio di odio, di istigazione alla violenza e nel dettaglio di discriminazione. Settantanove anni dopo Joker, film di Philips con protagonista uno straordinario Joaquin Phoenix, viene premiato con il Leone d’oro e la produzione viene accusata di promuovere attraverso la pellicola un messaggio di istigazione alla violenza. Ma nel mezzo cosa troviamo? Arancia Meccanica, The Shining, Split, Fight Club, Hostel, il ciclo di The Purge, Taxi Driver, V per Vendetta.
Piccoli esempi di grandi classici di genere che hanno sdoganato il concetto di violenza in pellicola attraverso una moltitudine di forme. L’elenco si allunga a dismisura se prendiamo in considerazione la branca delle serie TV ed il mercato underground o illegale.
Joker veicola la violenza? La chiave sta nell’interpretazione
Il mondo del cinema in ogni suo substrato rappresenta ed interpreta nel modo più variegato possibile ogni aspetto delle bassezze dell’essere umano e questo vale anche per il resto delle arti figurative, letterarie, musicali, religiose e di ogni altro tipo. Ciò che contraddistingue ogni tipo di opera sono le infinite possibilità interpretative di qualsiasi tipo di linguaggio o forma di comunicazione umana. In altre parole il messaggio si trova già negli occhi o nella mente di chi vede, legge o ascolta.
Ciò che spaventa è forse la “simpatia” che genera il personaggio di Joker, da decenni in vetta alle classifiche di preferenza dei villain di film e fumetti e magari la straordinaria umanizzazione che è stata realizzata in questa ultima rappresentazione, che potrebbe in qualche modo, secondo i contestatori, invitare qualche mente disturbata ad imitare le azioni del tanto amato super cattivo. La violenza però, va combattuta con l’educazione, non con la censura.
La risposta della Warner Bros
Dal canto proprio la Warner Bros ricorda il proprio impegno nel sociale, con un comunicato di risposta in cui spiega la propria posizione affermando che “La violenza armata nella nostra società è un problema critico” e ancora “ La nostra società ha una lunga storia di aiuti alle vittime di violenza, tra cui quella di Aurora, – aggiungendo poi – e nelle ultime settimane la nostra azienda madre si è unita ad altri leader aziendali per invitare i responsabili politici ad emanare una legislazione per affrontare e risolvere questa epidemia“.
Emanuela Ceccarelli