Jhonson & Johnson è l’azienda farmaceutica leader nella produzione di medicinali oppiacei, ma si distingue anche per il particolare uso aggressivo del marketing.
La sentenza in primo grado, emessa dal magistrato del distretto di Cleveland County Thad Balkman, condanna la casa farmaceutica al pagamento di una multa ammontante a 572 milioni di dollari. Jhonson & Jhonson sarebbe responsabile dell’epidemia di oppioidi più letale di sempre. Con 47 mila persone morte per overdose solo nel 2017 il caso è da considerarsi come il più grande disastro sanitario negli USA.
Una volta raggiunta la sentenza la notizia si è diffusa velocemente. Ormai più di duemila cause sono state improntate alla Johnson & Johnson che detiene una sorta di monopolio nella distribuzione dei medicinali oppiacei. Risulta, dal resoconto del procuratore generale Mike Hunter, che la casa farmaceutica rifornisca in percentuale i suoi stessi concorrenti per quanto riguarda le sostanze contenute in alcuni antidolorifici.
Il totale di morti dovute all’assunzione incontrollata di oppioidi ammonterebbe a circa 400 mila casi. Negli USA l’overdose sarebbe la quinta causa di morte, precedendo gli incidenti stradali. In sostanza l’epidemia avrebbe toccato un americano ogni tre. I numeri esorbitanti hanno dato manforte all’accusa nel sostenere il processo contro la casa farmaceutica, determinando un certo sdegno nell’opinione pubblica che per ora non sembra ancora aver contagiato irreparabilmente il mercato dell’azienda.
Il punto centrale rimane, tuttavia, l’aspetto pubblicitario della vicenda. Lo stesso Hunter ha evidenziato la disonestà alla base del particolare sistema di marketing che, con un’attitudine aggressiva senza eguali, ha puntato al convincimento dei pazienti senza mettere in chiaro le possibili ripercussioni dell’assunzione quali la dipendenza. Il fattore mediatico che ha reso la notizia di dominio pubblico è dunque un aspetto secondario della vicenda, in quanto si innesta su una strategia comunicativa pregressa che, in questo caso, risulta essere imputabile di un effetto boomerang nei confronti di Johnson & Johnson. Resta inoltre la dichiarazione della difesa nella persona dell’avocato Larry Ottawa : “Non ditemi che i dottori non fossero consapevoli del rischio“.
C’è forse un sottotesto alla base di eventi come questo. Sono casualità che rimbalzano nel globo colpendo ghiacciai, mari, foreste amazzoniche e poi anche noi. C’è, è vero, un legame tra il nostro modo di procurarci spazi vitali e lo scempio che infliggiamo al mondo. Ora più che mai sembriamo bersagli che pericolosamente si agitano alla nostra stessa mercé.
Paolo Onnis