John Yems, il tecnico che separava i neri dai bianchi e i bianchi dagli asiatici. Squalificato per tre anni

John Yems

Ancora razzismo nel mondo calcistico. John Yems, ex manager del Crawley Town, è stato squalificato per tre anni a causa dei ripetuti insulti razzisti nei confronti dei suoi stessi calciatori neri e di origine asiatica.

Classe 1959, John Yems è un esperto e celebre tecnico inglese. Un’autentica istituzione per il calcio inglese, piombato al centro di un polverone per motivi legati al razzismo.

Inizialmente allontanato dal suo club, John Yems è stato indagato dalla Football Association per una serie di insulti razzisti rivolti ai suoi stessi giocatori. Un’indagine giunta, infine, alla sua risoluzione: squalifica per tre anni.

Come tutto ha avuto inizio

Le rivelazioni agghiaccianti di un gruppo di giocatori del Crawley Town, formazione allenata dallo stesso John Yems, hanno posto fine al silenzio, dando inizio all’indignazione di molti. John Yems è stato il diretto interprete di affermazioni e comportamenti razzisti.

Una situazione che ha spinto la proprietà americana del Crawley, ovvero il gruppo di investimento WAGMI United, a rimuovere il tecnico in maniera immediata, lasciando la squadra alla vigilia di una partita da giocare. Il club, sin da subito, ha definito la situazione come “seria e credibile” sostenendo con forza le testimonianze dei calciatori.

La valutazione del caso è stata affidata al Dipartimento disciplinare della FA, col compito di valutare l’effettiva violazione della regola E3, la quale vieta la discriminazione contro le caratteristiche protette di un altro individuo come razza, colore, religione, orientamento sessuale o disabilità, che Yems, infine, ha effettivamente violato.

Non nella stessa stanza dei neri, “i guerrieri Zulu”

“Attentatore suicida”, “terrorista” e “Zulu” sono stati solo alcuni degli epiteti che John Yems ha rivolto ai propri giocatori, senza limitarsi a questo. Tali parole, infatti, sono state accompagnate da vere proprie separazioni, distinzioni nette di ambienti da poter – o meno – abitare.




Yems gestiva gli allenamenti separatamente, dividendo la squadra e segregando alcuni calciatori neri a usare uno spogliatoio separato, invitando gli altri calciatori a rispettare confini tracciati, non cambiandosi nella stessa “stanza dei neri”. Inoltre, almeno un paio di giocatori sono stati banditi dagli allenamenti con la prima squadra, proprio perché provenienti da minoranze etniche.

I calciatori asiatici, invece, venivano etichettati da Yems come “terroristi”, “kamikaze” e “mangiatori di curry”, scherzando sul fatto che non dovessero portare zaini, perché i compagni avrebbero potuto pensare a un possibile attentato. Un giocatore – che ha preferito restare anonimo – ha dichiarato al tabloid Sportsmail:

Ci ha chiamato terroristi, kamikaze, mangiatori di curry. Ha anche chiamato uno dei giocatori guerriero Zulu. Nessuno lo ha sfidato perché è il tecnico e non sentivamo di poterlo fare. A volte i giocatori dicono le cose nella foga del momento, ma sentirlo dal manager è diverso. È il capo, quindi è un abuso del suo potere. Sono stato in un posto oscuro e ho davvero lottato. Due giocatori sono stati effettivamente espulsi dal club l’anno scorso senza motivo. Si sono allenati da soli e da allora non sono più stati visti.

Anche un componente dello staff del Crawley ha confermato:

John lo vedrebbe come una presa in giro, ma è il bullismo legato alla razza che ha avuto un effetto dannoso su diversi giocatori. Alcuni di loro giocherebbero insieme, ma è davvero doloroso e molti di loro sono ragazzini. Le persone erano a disagio, ma la maggior parte dei giocatori ha deciso di tenere la testa bassa e puoi capire perché.

L’epidemia di razzismo nei campi di calcio

Non è certo la prima volta che situazioni razziste emergono dalle profondità del contesto calcistico. Il razzismo pare una piaga ancora troppo infetta, un’epidemia ancora troppo diffusa, per non poterne parlare con una certa frequenza. A muovere il razzismo, non sono solo società miliardarie e ideologie antiquate. Frequenti sono i cori razzisti dagli spalti, sputati e urlati, normalizzati con la goliardia, la tifoseria e la competizione. Non a caso, i tifosi del Crawley Town – indifferenti alle accuse – dopo appena tre sconfitte consecutive, hanno chiesto a gran voce il ritorno del tecnico sospeso, indifferenti a tutto, tranne che alla priorità delle conquiste sul campo.

Eppure, i danni che compie il razzismo sono autentici, capaci di minare per sempre la sicurezza di un individuo, in contesti privati e pubblici.

Molti dei sette giocatori, hanno raccontato di aver vissuto situazioni da incubo, rimanendone traumatizzati. Uno dei sette giocatori ha chiesto un sostegno psicologico che possa concretamente aiutarlo a superare i danni provocati dal tecnico sulla sua salute mentale. Intanto, John Yems continuerà a guardare da lontano gli sportivi che allentava a suon di discriminazioni. Quantomeno, per i prossimi tre anni.

Angela Piccolomo

 

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