Il suo nome non richiamava esattamente capi indiani come Toro Seduto o Geronimo, ma Joseph Medicine Crow era l’ultimo capo tribù di guerra dei nativi americani degli Stati Uniti.
L’ultimo guerriero indiano ha intrapreso il suo ultimo viaggio.
È morto qualche giorno fa alla veneranda età di 102 anni.
La sua esistenza è stata costellata di prove di coraggio, storia e tradizione nel nome di una Nazione, fiera e capace di resistere nonostante le avversità.
Passò gran parte della sua vita nel Montana, in una casa di tronchi in un’area rurale vicino a Lodge Grass dove fu allevato dai nonni.
Fin da piccolo ascoltò le storie sulla battaglia di Big Horn del 1876 da un parente che servì come scout il tenente colonnello George Armstrong Custer e venne addestrato per essere un guerriero.
Le prime tattiche gli furono insegnate ad appena sei anni.
Tutto ciò che imparò da bambino gli tornò utile una volta sul fronte, durante la Seconda guerra mondiale.
Uno dei suoi maggiori successi fu l’incursione con la quale rubò dei cavalli ad un plotone nazista, azione che gli fece guadagnare il titolo di capo di guerra.
Era un uomo molto saggio. La traduzione dei racconti tramandati dal nonno e di altri anziani della tribù gli aveva dato modo di conoscere dettagli importanti della storia dei nativi americani.
“Combattere era la nostra arte più grande. Ma combattere non significa uccidere. Bensì era acume, furbizia, intelligenza, leadership e onore”
Nel 1939 ottenne un master in antropologia, dopo di che iniziò la sua campagna per far conoscere la vita degli Indiani delle Pianure, non solo per informare, ma anche per creare un ponte tra il mondo indiano e quello dei bianchi.
Nel 2009 il presidente Barack Obama lo aveva insignito della Medaglia presidenziale della libertà, la più alta onorificenza militare americana, per i suoi raid dietro le linee nemiche in Europa durante la Seconda guerra mondiale.
Con Joseph Medicine Crow, non se ne è andato solo l’ultimo capo indiano, ma anche un pezzo di storia americana.