L’8 marzo 1971, sull’incredibile palcoscenico del Madison Square Garden di Manhattan, andava in scena il primo atto di una delle rivalità sportive più emozionanti della storia. All’angolo sinistro, con i suoi 191 cm di altezza e 98 kg di peso, il 29enne del Kentucky conosciuto come Muhammad Ali. All’angolo opposto, dalle pianure del South Carolina arrivava Joe Frazier, 27enne di 182 cm per 93 kg intenzionato a difendere il titolo di campione del mondo dei pesi massimi di boxe. Tra gli spettatori accorsi per assistere al leggendario incontro spiccavano personaggi come Woody Allen, Burt Lancaster e Frank Sinatra.
Si trattava insomma di uno spettacolo imperdibile e dal profondo significato socio-politico. La destra conservatrice aveva infatti “adottato” Smokin’ Joe per promuovere la guerra in Vietnam. Cassius Clay, invece, era il simbolo della protesta contro il conflitto sin dal 1967, anno in cui si rifiutò di partire per il fronte. Questa scelta gli costò il ritiro della licenza dalle commissioni atletiche pugilistiche statunitensi e una condanna a 5 anni di prigione. Fu proprio nel 1971 che Ali riuscì a tornare sul ring dopo aver portato la sua battaglia da obiettore di coscienza fino in Corte Suprema.
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Muhammad Ali
Come se tutto ciò ancora non bastasse a rendere l’idea dell’importanza del match, è fondamentale specificare che si trattava del primo confronto in assoluto tra i due campioni. Per tutti questi motivi, l’incontro venne ribattezzato “Fight of the Century” (letteralmente “La battaglia del secolo”) e fu seguito da circa 300 milioni di persone in tutto il mondo.
Il cammino verso la finale
Ritornato a combattere dopo la lunga e pesante squalifica ricevuta nel ’67, Muhammad Ali sbaragliò lo statunitense Jerry Quarry conquistando meritatamente il passaggio del turno. In semifinale, però, lo attendeva Oscar Natalio Bonavena, pugile argentino atipico proveniente dalla prestigiosa scuderia di Gil Clancy. La conferenza stampa che precedette l’incontro vide i due promettersi battaglia tra insulti e continue minacce, il che contribuì ad aumentare le aspettative per il grande match.
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Ringo Bonavena, soprannome datogli per via dell’inusuale chioma simile a quella del batterista dei Beatles, mise più volte in seria difficoltà l’avversario prima di cedergli la vittoria alla quindicesima ripresa dopo essere andato al tappeto per 3 volte nello stesso round. Dall’altro lato del tabellone, invece, Joe Frazier conquistò l’accesso alla finale vincendo su Doug Jones e rifilando un knock-out tecnico (KOT) a George Chuvalo.
Joe Frazier si riconferma campione
Nella notte leggendaria del Garden di New York, Smokin’ Joe non sembrava intenzionato a lasciare a qualcun altro il titolo. Il match, trasmesso in oltre 50 nazioni e in 12 lingue diverse, teneva con il fiato sospeso il mondo intero. Tutto era pronto per una sfida totale che avrebbe visto affrontarsi i due pugili più forti dell’epoca. Muhammad Ali prediligeva uno stile di combattimento estremamente rapido ed agile, caratteristiche alquanto inusuali per un pugile della sua stazza, riuscendo quasi sempre a rimanere in controllo dell’avversario.
Dall’altra parte, Joe Frazier aveva dimostrato una predilezione per un atteggiamento estremamente tenace che lo spingeva ad attaccare ferocemente il corpo dell’avversario. In particolare, ciò che spaventava maggiormente gli altri pugili erano i suoi poderosi ganci sinistri dritti al volto. Si trattava di una caratteristica peculiare che rendeva Smokin’ Joe un vero e proprio osso duro. I primi tre round videro Ali prendere il controllo dell’incontro colpendo ripetutamente lo sfidante con rapidi jab al volto. Allo scadere della terza ripresa, però, Joe cambiò completamente marcia. Un poderoso gancio centrò in pieno la mascella di Cassius Clay stordendolo e rallentandolo visibilmente.
Da quel momento in poi, Frazier prese il controllo dell’incontro riducendo sempre più le distanze con l’avversario colpendolo ripetutamente con i suoi terribili ganci sinistri che mandarono al tappeto l’avversario all’undicesimo e al quindicesimo, ed ultimo, round. Nonostante la mascella deformata e la stanchezza che lo attanagliava, Muhammad Ali riuscì a rialzarsi e a rimanere in piedi fino a quando Arthur Mercante Sr. sancì la fine del match. Per decisione unanime dei giudici, Joe Frazier vinse l’incontro ai punti e si riconfermò campione. Era l’8 marzo 1971 e per la prima volta nella sua carriera da professionista Ali lasciava il ring con una sconfitta.
Alessandro Gargiulo