Chiunque sia in possesso di un profilo Twitter, non troverà nuovi hashtag come #partyisover. Solitamente sono associati a nomi noti e fanno parte di quella “cancel culture” che mira a cancellare la fama di qualcuno, mettendone in luce comportamenti controversi. Una cultura che rischia sempre più di trasformarsi in uno strumento di diffusione d’astio e misoginia rivestiti da buonsenso. In queste ultime settimane al centro del dibattito social è finita Jodie Comer. Talentuosa attrice britannica nota al pubblico per il suo ruolo da protagonista nella serie TV Killing Eve. La sua colpa? Frequentare un ragazzo che, secondo alcune fonti, voterebbe il partito repubblicano e sarebbe un sostenitore di Donald Trump.
Jodie Comer è il perfetto esempio di quanto sia facile giudicare una donna per le sue frequentazioni
Sulla timeline scorrono centinaia di tweet a riguardo. Numerosi fan della serie non riescono a capacitarsi di come l’attrice possa abbracciare un’ideologia politica che non sembra rappresentare la sua sensibilità. Solo pochi giorni prima che sorgesse la polemica, in occasione dell’iniziativa Pride Inside UK, Jodie Comer aveva letto la lettera di Vita Sackville-West alla donna amata, Virginia Woolf.
Nonostante ciò, tutti sono giunti alla conclusione che l’attrice, ormai vera beniamina nel mondo queer per l’interpretazione del personaggio di Villanelle, condivida davvero idee conservatrici ed estremamente lontane dallo spirito del suo personaggio.
Ad un primo giudizio, cinico e affrettato, potrebbe sembrare così. Ma ci sono alcune riflessioni che meritano di essere prese in considerazione. Riflessioni che prescindono dalle valutazioni sul rapporto tra attore e personaggio e che escludono volontariamente qualsiasi giudizio sull’etica di ciascun schieramento politico. Ammettendo che il fidanzato di Jodie Comer sia un repubblicano, è davvero questo a definire l’attrice? Possiamo non condividere la sua scelta ma non possiamo giudicare una donna in base alla relazione che al momento vive. Dovremmo davvero credere che la sua personale visione politica si pieghi necessariamente alla visione del suo attuale partner e questo significherebbe sminuire la sua indipendenza di pensiero.
Inoltre, per quanto inevitabilmente la politica incida sulle nostre vite, alcune più delle altre, ci sono degli aspetti che hanno più importanza.
Tra amore e politica cosa ci influenza di più? E quale dei due lasceremmo governare sull’altro?
Nel percorso di crescita che ci porta a diventare gli individui che siamo, maturiamo le nostre idee, costruiamo i nostri ideali, definiamo la nostra morale. Questi sono il risultato di una serie di sovrastrutture: l’ambiente di origine, il livello di istruzione ed il contesto sociale nel quale ci inseriamo.
Eppure, quanti di noi possono dire di essere circondati solo da persone che la pensano esattamente come loro? Pochi, forse nessuno. E va bene così! E’ vero che le persone che abbiamo al nostro fianco ci definiscono, ma fino ad un certo punto. La famiglia è la prima sovrastruttura di cui facciamo esperienza e l’unica che non abbiamo possibilità di scegliere. L’insieme di menti diverse presenti al suo interno rende molto facile scontrarsi su questioni fondamentali, politica in primis, senza mai trovare un punto d’incontro. Eppure, l’eterno scontro famigliare su quale fazione politica sia migliore dell’altra, rende meno vero il bene che ciascuno prova per l’altro?
Cosa vogliamo che vinca tra amore e politica?
L’unione tra il pensiero politico e la visione sociale forgia i nostri princìpi. E noi non possiamo fare altro che ricercare e trasmettere quegli stessi principi nelle relazioni umane che instauriamo. Se non è possibile scegliere la propria famiglia, è possibile fare del nostro meglio per scegliere gli altri affetti, le nostre amicizie, i nostri legami amorosi. Indiscutibilmente, è più piacevole conversare con un amico che condivide le nostre idee o passare il proprio tempo con un affetto che possiede i nostri ideali. Semplicemente, perché il confronto costa meno fatica e non comporta il rischio di una delusione nello scoprire una eventuale incompatibilità quando si tratta di argomenti per noi fondamentali. Ma in un mondo eterogeneo siamo tutti consapevoli dell’impossibilità di avere le stesse opinioni.
La conciliazione tra pensiero politico e sentimenti
Siamo affascinati da persone nelle quali riconosciamo qualità positive, nessuno desidera al suo fianco una persona che non ritiene valorosa. Ma questo significa necessariamente che quella persona debba condividere i nostri principi sotto ogni punto di vista? Possiamo amare un altro individuo superando motivi di grande discordia, semplicemente perché ne ammiriamo sinceramente l’animo, il carattere, il modo in cui riesce a farci sentire, la complicità che si crea tra le nostre menti. Nulla come l’amore è in grado di portare scompiglio nella razionalità con cui cerchiamo di prendere le nostre decisioni. Per questo, non è raro che individui con ideologie opposte riescano comunque a condividere un legame sincero e dignitoso. L’amore unisce soggetti provenienti da paesi lontani, annientando differenze culturali e vincendo sulle diverse fedi religiose. Credere che bastino diverse ideologie politiche a fermarlo, ne svilisce il significato. Le questioni di cuore, insomma, non possono essere analizzate da uno sguardo completamente razionale. E se questa sembra una visione fin troppo concettuale dell’amore, c’è un’ultima domanda su cui riflettere.
Chi giudica una donna dalle idee dell’uomo che frequenta non si macchia forse dello stesso sessismo di cui si macchia chi sostiene le idee di un partito conservatore?
La verità è che nel giudicare la vita altrui dovremmo ricordarci che, in qualità di soggetti pensanti, possediamo i nostri paradossi. Le contraddizioni sono ciò che inevitabilmente ci contraddistingue. Se è vero che nulla come l’amore è in grado di metterle in luce, nulla come l’amore permette di superarle.
Carola Varano