L’assassino di Jo Cox è stato condannato alla massima pena possibile in Gran Bretagna: l’ergastolo.
Jo Cox è stata uccisa con tre colpi di fucile, evidentemente non sufficienti per il suo assassino, Thomas Mair, che poi l’ha pugnalata senza pietà per quindici volte gridando “Britain first“, “keep Britain independent“.
Le azioni di Mair sono state equiparate ad un atto terroristico, mosso da un’ideologia neonazista. La ferocia con cui si è accanito sulla deputata laburista, cui si aggiungono le motivazioni di un tale gesto lo hanno portato all’ergastolo.
Le indagini condotte hanno confermato le ipotesi iniziali in cui si riteneva che Mair fosse fortemente improntato al razzismo. Nella sua abitazione sono stati trovati vari oggetti, libri e simboli nazisti. Una vera “collezione” che comprendeva il Terzo Reich, l’Apartheid sudafricana e altri movimenti xenofobi.
Benché Mair non abbia fornito alcuno spiegazione per giustificare le sue azioni, né abbia tentato di difendersi, il giudice non ha avuto dubbi sulle motivazioni che hanno spinto a questo gesto crudele e folle: l’odio e il razzismo.
Il marito di Jo Cox, davanti alla Corte, ha sostenuto il fallimento dell’atto di Mair: voleva seminare odio, ma ne è conseguito solo amore.
“In the history of such acts it was perhaps the most incompetent and self-defeating. An act driven by hatred, which instead has created an outpouring of love. An act designed to drive communities apart which has instead pulled them together. An act designed to silence a voice which instead has allowed millions of others to hear it“. (Brendan Cox – The Guardian).
Nessun odio per l’assassino della moglie, solo pena, ha dichiarato Brendan Cox. Egli sostiene che la forza di Jo, donna coraggiosa, non ha avuto fine nonostante la morte. Le sue idee volte al multiculturalismo, all’accettazione e sopratutto all’amore, rimarranno immutabili nelle menti di chi l’ha amata e seguita.