Jerome Klapka Jerome uno scioglilingua come nome
Jerome Klapka Jerome nasceva il 2 maggio di 158 anni fa (più precisamente nel 1859) a Walsall, in Inghilterra e fu uno scrittore, giornalista e umorista. Compì gli studi nella Marylebone Grammar School, ma a causa dell’indigenza dei genitori lasciò la scuola per iniziare a lavorare. Aveva un personalità irrequieta che lo portò a cambiare diversi lavori. Iniziò a scrivere occupandosi di giornalismo e fondando, insieme ad altri, la rivista The Idler. Dopo un po’ cominciarono a circolare dei suoi scritti spiritosi che attirarono le simpatie del pubblico.
Jerome scrisse altri libri oltre al più famoso, ma quest’ultimo rimase in alto nelle classifiche inglesi, con oltre un milione e mezzo di copie vendute, e nelle classifiche americane, con oltre un milione di copie vendute.
Il libro in questione è Tre uomini in barca e moltissime furono le traduzioni dell’opera edita in tutte le lingue europee e addirittura tradotta in alcune lingue asiatiche.
Tre uomini in barca è un romanzo istintivo che contiene del sano umorismo inglese, pacifico ma tagliente che fa risaltare i difetti della natura umana accompagnati da tutti gli eventi comici che incorniciano la nostra vita comprese le piccole incoerenze quali la vanità, le piccole e grandi paure, l’ipocrisia, la vigliaccheria.
Questo libro ha trovato un successo impensabile per la sua allegria e leggerezza tanto da subire dei tentativi di plagio che però non sono andati a buon fine perché è difficile ricopiare il tratto dell’autore.
Trama
Tre amici (George, Harris e Jerome) piuttosto pigri e piuttosto amanti della vita comoda, ritenendosi esauriti da fatiche mai compiute e minacciati da malesseri inesistenti, decidono di tuffarsi per quindici giorni nella freschezza e nella pace riposante e corroborante della natura, risalendo in barca il Tamigi in compagnia del loro piccolo cane, un fox-terrier attaccabrighe di nome Montmorency.
Un po’ del racconto
“Fu la signora Poppets a destarci la mattina dopo.
Disse:
– Lo sa, signore, che sono quasi le nove?
– Le nove di che cosa? – gridai, drizzandomi di colpo a sedere sul letto.
– Le nove del mattino – rispose lei, attraverso il buco della serratura. – Ho pensato che stesse dormendo un po’ troppo a lungo.
Destai Harris e glielo dissi. Lui bofonchiò:
– Se non sbaglio, volevi che mi svegliassi alle sei?
– Infatti – risposi.
– Ma come potevo svegliarmi se non mi hai svegliato? – ribattè lui – Ora non saremo sul fiume prima di mezzogiorno. Mi domando se valeva la pena che tu mi svegliassi.”
Premessa dell’autore alla prima edizione
La maggiore attrattiva di questo libro non consiste tanto nello stile letterario o nella portata e utilità delle informazioni che esso fornisce al lettore, quanto nella sua semplice franchezza. Le pagine che seguono narrano fatti realmente accaduti. L’Autore si è limitato a colorirli, ma senza nulla aggiungere alla verità. George, Harris e Montmorency non sono figure poetiche e ideali, ma creature fatte di carne e ossa; specie George che pesa una novantina di chili. Altre opere possono superare questa in fatto di profondità di pensiero e conoscenza della natura umana; altri libri possono rivaleggiare con il nostro in fatto di originalità e lunghezza; ma per quanto concerne l’assoluta e inguaribile veridicità, nulla ancora è stato pubblicato che lo superi. E ciò, riteniamo, più di ogni altro merito renderà il volume prezioso agli occhi del lettore serio; rendendo inoltre ancor più efficace la lezione impartita dal racconto.
Londra, agosto 1889
Un’idea di lettura
Considerando che è iniziato il #MaggioDeiLibri questo romanzo potrebbe essere una scusa di lettura per chi non l’avesse mai letto o per chi volesse rileggerlo.
Marianna Di Felice