Attentato a San Pietroburgo
Nel primo pomeriggio di lunedì, alle 14,40 – 13,40 ora italia – un’esplosione ferma il tempo e lo spazio a San Pietroburgo: tra la fermata di Sennaya Ploshchard e quella di Teknologicheskiy Institut si consuma un attentato terroristico che nel panorama di forze contrapposte interne lascia aperte inizialmente due piste in particolare.
Vladimir Putin che si trova tra l’altro a San Pietroburgo per incontrare il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, dichiara sin dal principio che gli artefici dell’attentato potrebbero essere sia dei criminali che dei terroristi
Le manifestazioni violentemente soppresse dalla polizia, la tensione con i ribelli ceceni che più volte si sono macchiati di crimini terroristici sul suolo russo – ricordiamo l’assalto della scuola di Beslan del 2004, nell’Ossezia del Nord, ad opera di un commando filo -ceceno, ove più 330 persone, la maggior parte bambini, vennero crudelmente uccisi – l’impegno russo in Siria a fianco del regime.
Ad infittire ancor più la vicenda è poi il dato secondo il quale molti foreign fighters convertiti alla causa della jihad siano di origine cecena.
Un quadro aperto, tra timori, corsa all’emergenza, intervento immediato e il mondo che dagli States all’Europa si stringe attorno a un gigante spiazzato.
Akbarzhon Jailov
Gli ultimi aggiornamenti riguardo l’attentato russo sono riportati dal portavoce dell’Intelligence del Kirghizistan, Rakhat Saulaimanov, il quale informa che il kamikaze responsabile dell’attentato sarebbe Akbazhon Jailov, un 22enne che viveva a San Pietroburgo ormai da 6 anni.
Originario del Kirghizistan per l’appunto, aveva acquisito la nazionalità russa e cambiato vari passaporti. Il nome non è nuovo alle autorità, che avevano già iniziato ad indagare sull’uomo.
Oggi la conferma dell’identità del ricercato.
Rivendicazione
L’attentato ad oggi non è stato rivendicato da nessuna organizzazione terroristica, ma alla complessa situazione interna, le autorità hanno deciso di prestare la loro attenzione, sulla base di indagini iniziate già prima dai servizi segreti, al fondamentalismo islamico.
Potrebbe trattarsi di una risposta all’incisiva presenza in Siria delle forze russe, nella contrapposizione al Daesh.
Un’ipotesi accreditata, per quanto all’idea dell’ISIS, si sta preferendo la pista del fondamentalismo interno, quindi di una cellula islamica proveniente da un ex repubblica sovietica.
La presenza russa in Siria
Al momento la guerra in Siria vede due fronti d’azione, rispettivamente la controffensiva di Raqqa, ove le SDF e gli USA stanno agendo contro le milizie del Daesh e quella di Damasco/ Hama, di cui invece si sta occupando la Russia.
Il coinvolgimento nella guerra in Siria della Russia, seppur repentino e ad oggi il più incisivo per la lotta contro lo Stato islamico, consta di tante zone d’ombra, prima fra tutte l’appoggio a uno dei più cruenti regimi dei nostri giorni, quello di Assad, e tuttavia in una lotta congiunta contro una forza ben più pericolosa.
Proprio rispetto al rapporto controverso con un “compagno di merenda” mal visto a livello internazionale – ricordiamo che Obama minacciò più volte che sarebbe intervenuto contro Assad nel caso di utilizzo armi chimiche contro i civili – sta divampando oggi la polemica rispetto alla possibilità di un attacco nelle aree controllate dal regime e dalla Russia.
A comunicare l’aggiornamento l’Osservatorio siriano per i diritti umani, che descrive l’attentato come uno dei peggiori avvenuti negli ultimi sei anni di guerra civile, mentre sui social i medici addetti all’intervento sanitario, denunciano sintomi compatibili tra i pazienti ad attacchi chimici.
La situazione internazionale
Mentre Trump esprime il suo cordoglio al presidente Putin per l’attentato di San Pietroburgo e offre una discussione per una lotta congiunta al terrorismo internazionale, Unione Europea e Turchia attaccano Assad per l’attacco di oggi in Siria.
La Francia intanto chiede una riunione straordinaria del Consiglio di Sicurezza, una Francia terrorizzata per un attacco batteriologico a livello locale. Tante le questioni di cui discutere, tante le fragilità nuovamente venute a galla e una situazione internazionale sempre più instabile.
Ilaria Piromalli
Fonte immagine: http://www.quotidiano.net/esteri/san-pietroburgo-video-attentato-1.3013392