Ivan Cottini: “Questa quarantena mi ha privato del mio sentirmi libero attraverso la danza”

Ivan Cottini, ballerino affetto da sclerosi multipla, si è esibito sul palco del Festival di Sanremo 2020, emozionando l’Ariston.

Ci raccontano di aver scritto una lettera al Presidente Conte, i primi di aprile, sollevando la questione disabili e portandolo a conoscenza che Ivan Cottini, con una malattia degenerativa tra cui la più aggressive, non può permettersi di stare senza fisioterapia domiciliare da oltre due mesi. Questo significherebbe portare i muscoli ad irrigidirsi, avere più difficoltà nel muoversi, camminare, coordinarsi. La risposta è stata che avrebbero preso provvedimenti se necessario (avrebbero dovuto prenderli a prescindere) anche in via normativa, per garantire adeguata tutela a tutti i diversamente abili.
Lo stesso è stato fatto presente questo anche al ministro della sanità e al Presidente di Regione, senza alcuna risposta da entrambi. Ed ancora Ivan si trova a dover fare i conti con questa mancanza di supporto.
Si allena da solo o con l’aiuto di uno dei sui familiari, ma non è certo come avvalersi di un professionista.

Ancora una volta, il mondo della politica lascia indietro quello della disabilità, trascurando la tutela delle fasce più deboli.  Intervistando Ivan Cottini vogliamo dare voce a tutti i disabili, portando all’attenzione il loro diritto di ricevere le cure e l’ assistenza di cui necessitano.




Ne “La Livella”, uno dei più grandi componimenti partenopei del grande Totò, il principe della risata ci insegna che la morte è in grado di allineare ogni differenza sociale. Molti continuano a ripetere la stessa cosa a proposito del Covid-19, credi sia davvero così?

Penso proprio che sia così. Questa quarantena, in sostanza, io la vivo come la mia solita vita di sempre. Ovviamente con le differenze e le difficoltà del caso che, però, cerco sempre di combattere con spirito positivo per andare avanti in ogni modo!

Sembra trascorsa un’eternità, ma solo qualche mese fa ballavi con Maria Berardi sul prestigioso palcoscenico dell’Ariston. Cosa provi ripercorrendo con i pensieri le settimane che ti separano da quella magnifica serata?

Eh già! Sembra passato un secolo ed invece son solo 3 mesi e mezzo che mi separano da quella incredibile esperienza. Sono molto professionale sul palco, mi concentro sul ballo cercando di eseguire correttamente la coreografia, soprattutto per stupire il pubblico che mi guarda scendere dalla sedia e danzare. L’emozione più forte è stata vedere tutti i presenti in piedi ad applaudire! Quello è stato il momento che mi porterò dentro per sempre ed ancora oggi, ripensandoci, ho la pelle d’oca!

Da circa sette anni convivi con la sclerosi multipla, una malattia degenerativa tra le più aggressive. La malattia ti ha reso un sognatore e un lottatore, ma di cosa ti ha privato durante queste lunghe giornate di quarantena?

Questa quarantena mi ha privato della danza! Del mio esprimermi e sentirmi libero attraverso di essa! Cerco comunque di inventarmi coreografie con mia figlia o di coinvolgerla in quelle che crea la mia maestra di danza Bianca Maria Berardi. Balliamo via Skype ed è veramente difficile a causa di tutte le barriere architettoniche che ci sono in casa, non è il massimo!

Durante queste settimane, raramente le istituzioni hanno speso delle parole sul mondo della disabilità e sulla tutela della loro salute. Rientrando nella fascia di popolazione che fa della disabilità una quotidiana sfida sociale, ti saresti aspettato interventi diversi da parte del nostro governo? Ti sei sentito trascurato?

Sinceramente mi aspettavo di più. Le persone disabili come me sono, puntualmente, lasciate indietro e non si fa mai menzione riguardo le loro diverse esigenze. Pensate a come stiamo affrontando questa situazione, difficile per tutti, e quanto per noi possa esserlo ancora di più. A quanto abbiamo gravato sulla famiglia, alle spese, ai bisogni quotidiani. Ci sentiamo dimenticati.

Il necessario lockdown imposto dalle normative per il contenimento del virus ha bruscamente interrotto i progetti di molti di noi. Da dove ripartirai quando tutto ritornerà alla normalità? Con quali nuove consapevolezze?

Appena finito tutto questo, voglio riprendere a ballare! In realtà, avevo pensato di ritirarmi dal ballo quest’anno, però è successo di tutto, e questo periodo che mi ha tenuto forzatamente fermo in un certo modo mi ha fatto ricaricare le pile. Conto di tornare più forte di prima, con la consapevolezza ancora più forte di vivere ogni secondo della mia vita da protagonista e portare avanti tutti i sogni che ho!

La complessità del periodo sta mettendo a dura prova la tenuta fisica e mentale di ogni individuo. Immagino come una condizione del genere possa colpire in modo ancora più profondo chi è costretto ad affrontare un ulteriore problema come la disabilità o la malattia in generale. Quale consiglio senti di dare a queste persone e alle loro famiglie?

Il consiglio che darei a tutti è quello di non abbattersi perché alla fine tornerà a splendere il sole! Facciamoci sentire, supportiamoci l’un l’altro: solo uniti si vincono le battaglie!

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