Nonostante le numerose iniziative delle quali si è parlato in questi mesi, la legge sullo ius soli non è riuscita neanche ad essere calendarizzata per una sua discussione in Senato.
Riepilogando
Eravamo rimasti all’ipotesi di porre la fiducia in Senato sulla riforma della cittadinanza, che avrebbe dovuto essere discussa e approvata in concomitanza con il biotestamento proprio nelle prime due settimane di questo mese. Quest’ultimo ce l’ha fatta diventando legge nella giornata di ieri con 180 sì, 71 contrari e sei astensioni. Su ius soli e ius culturae invece non è stata spesa una parola.
Chi ne ha parlato
Spinge ancora soltanto il senatore del Pd Luigi Manconi, che ad ottobre aveva lanciato un appello in favore della sua approvazione. Parlando di biotestamento egli ha dichiarato “L’esito positivo di questa vicenda dice in maniera inequivocabile come la volontà politica, se sorretta da intelligenza e determinazione, possa portare a preziosi risultati. È un’indicazione da raccogliere per quanto riguarda il provvedimento sullo ius soli et culturae. Se davvero lo volessimo, se davvero lo vuole il partito democratico, il tempo c’è e ci sono i numeri”. Parole queste prontamente vanificate da Matteo Renzi che ieri, ospite della trasmissione tv Piazza Pulita ha detto “La legge sullo Ius soli non si è fatta perché in parlamento non c’erano i numeri. Il presidente del consiglio ha scelto di non mettere la fiducia per non mettere a rischio il governo in questo momento”.
Una riflessione
Ciò che è difficile accettare a questo punto, sono proprio le parole del segretario Pd. Secondo il suo punto di vista, il consiglio dei ministri non vorrebbe mettere a repentaglio la vita del governo proprio mentre essa sta cessando. Secondo le ultime notizie infatti, la legislatura corrente dovrebbe terminare prima di capodanno, per approdare al voto il 4 marzo. Ciò significa non soltanto che la riforma della cittadinanza non ha più il tempo di essere né discussa né approvata ma anche che si continua a tenere nei confronti di quest’ultima un atteggiamento politicizzante e ambiguo. Atteggiamento che si allarga, come naturale conseguenza, anche ai beneficiari del provvedimento.
Alcune considerazioni
L’esempio dello ius soli si pone perfettamente come effetto da analizzare, nella politica contemporanea. Nel suo annoso e irrisolto tentativo di approvazione possiamo rintracciare due grandi problemi. Essi sono il fallimento totale delle politiche di coalizione e larghe intese e la conseguente crisi del sistema rappresentativo che, quando tiene veramente conto dei cittadini, ascolta soltanto la componente più reazionaria. Bisogna a questo punto recuperare la fiducia in se stessi e nel proprio voto, non cedendo a discorsi strategici come il consenso elettorale e il voto “utile”.
Giorgio Russo