La legge Ius Soli è stata rinviata su decisione del governo a causa della crescente tensione politica, dovuta alla crisi migratoria nel Mediterraneo. Gentiloni, Presidente del Consiglio, ha affermato che non ci fossero le condizioni per approvare la suddetta legge. Così, è stato deciso di rinviare la votazione in Parlamento, prima della pausa estiva.
Ius Soli: una legge tra guerra e rinvio
Il disegno di legge Ius Soli è stato approvato alla Camera. Ciononostante, nel Senato è iniziata una vera e propria guerra per la non approvazione. Così, il rinvio è stato deciso. Se la votazione fosse fallita, il governo Gentiloni, probabilmente, sarebbe caduto.
Il rinvio della legge, rispecchia la profonda pressione che il primo ministro Gentiloni e il governo Pd sentono sulle proprie spalle, riguardo il tema della migrazione.
Oltre 86.000 migranti sono sbarcati nel porto meridionale d’Italia, dopo essere stati salvati nel Mediterraneo. Un aumento del 10% rispetto al 2016 è stato registrato.
La continua persistenza di arrivi si è tramutata in una responsabilità politica del governo, il quale sembra non essere in grado di gestire la situazione. Intanto, si alimenta il populismo, guidato dalla Lega Nord di Matteo Salvini. Costui ha considerato favorevole la decisione del rinvio della legge, ma è pronto, sostiene, a bloccare le Camere in caso di altra votazione.
Angelino Alfano, Ministro Affari Esteri, sostiene una nuova proposta per i migranti. Una maggiore cooperazione regionale in termini di ricerca e salvataggio.
Il Movimento Cinque Stelle, nel 2015, aveva introdotto una proposta di legge simile. Oggi, ha di recente indurito la propria posizione.
La proposta di legge Ius soli garantirebbe la cittadinanza italiana ai figli dei migranti arrivati in Italia. La cittadinanza, secondo tale legge, andrebbe a coloro che hanno la residenza legale in Italia dopo cinque anni. Ciononostante, secondo dei sondaggi fatti, pare che la maggior parte degli italiani si opponga alla legislazione.
Che cos’è lo Ius Soli
Lo Ius Soli è una proposta di Legge che stabilisce la cittadinanza ai ragazzi nati in Italia da cittadini stranieri, entro un anno dal raggiungimento della maturità. Devono però essere residenti legalmente in Italia, senza interruzioni dalla nascita.
Secondo tale proposta di legge, la cittadinanza italiana verrebbe ottenuta solo dai bambini stranieri nati in Italia, che abbiano un genitore in possesso del permesso di soggiorno permanente o europeo. Coloro che vorranno richiedere la cittadinanza, dovranno fare una dichiarazione di volontà espressa da un genitore o da chi esercita la responsabilità genitoriale, nell’ufficio di stato civile del proprio comune di residenza.
Delle associazioni per i diritti degli immigrati hanno criticato la modifica, introdotta alla Camera, che ha posto la condizione del permesso di soggiorno ai genitori dei minori che abbiano intenzione di richiedere la cittadinanza. Essi ritengono tale norma troppo selettiva dal punto di vista economico, e quindi discriminante. Una delle norme che prevede infatti il permesso di soggiorno permanente è il possesso di un reddito non inferiore all’importo annuale dell’assegno sociale.
Secondo la riforma, la cittadinanza può andare anche al minore straniero nato in Italia o arrivato qui prima dei dodici anni. Oppure, per chi ha frequentato la scuola per almeno cinque anni, o abbia seguito percorsi di formazione e istruzione obbligatoria, per ottenere una qualifica professionale.
Intanto le opposizioni s’infiammano. Forza Italia sostiene l’impossibilità per l’Italia di gestire ancora la situazione migranti. Così, affermano che bloccare le partenze dalla Libia, sia l’unica soluzione.
Tamara Ciocchetti