Mai come adesso, l’immagine soprastante si dimostra attuale. È proprio quando i tempi si fanno stretti che bisognerebbe pensare che “è sempre il momento per i diritti”.
I lavori
La legge di bilancio verrà approvata dal Senato negli ultimi giorni di novembre (28-30) o al più tardi nella prima settimana di dicembre. Ciò comporta che la finestra di approvazione dello ius soli a palazzo Madama si collochi esattamente nelle due settimane centrali del prossimo mese. A patto che si votasse a marzo 2018 per la nuova legislatura. Dipende infatti da quando verranno fissati la fine del governo Gentiloni e il conseguente scioglimento delle Camere. L’odierna legislatura potrebbe non chiudersi prima di gennaio o febbraio prossimi, ipotesi che lascerebbe più spazio per l’approvazione dei due provvedimenti. Sarebbe possibile, qualora i tempi dovessero rivelarsi insufficienti, affidarsi al decreto “Milleproroghe”.
La fiducia sullo Ius Soli
Secondo AdnKronos, alcune fonti parlamentari hanno dichiarato che a dicembre “ci sarà lo Ius Soli con la fiducia, poi c’è la riforma dei regolamenti parlamentari“. Secondo il capogruppo dem Luigi Zanda, le sedute disponibili per l’approvazione della riforma sulla cittadinanza sarebbero sei. La fiducia sullo ius soli permetterebbe di approvarlo rapidamente e rispettando i tempi dell’agenda parlamentare, considerando il fatto che la legge è già stata discussa e approvata dalla camera dei Deputati nel 2015.
I numeri
Non mancano. C’è un largo schieramento a favore di entrambi i provvedimenti, composto da Pd, Mdp e i verdiniani di Ala. Questi ultimi avevano già dato la loro disponibilità al voto favorevole sullo ius soli in tempi di approvazione della legge elettorale.
La paura di mosse politiche
Le possibilità che lo ius soli e il biotestamento possano essere discusse e approvate in Senato ci sono. Tanto tramite l’allungamento dei tempi finali di questa legislatura, quanto con la compressione dei lavori in sede di legge di stabilità. Il timore tuttavia è sempre lo stesso: che si politicizzino eccessivamente le due riforme. Si potrebbe infatti smettere di pensare ai diritti e far prevalere il calcolo politico, considerando la previsione di voto unito di tutta la sinistra. O le conseguenze che questo ipotetico risultato possa portare in campagna elettorale.
Giorgio Russo