Ieri
Quella di ieri era di fatto l’ultima chance per approvare lo ius soli. Esso, tra gli altri, avrebbe riguardato 800mila minori stranieri residenti in Italia. Erano presenti soltanto 116 senatori su 319 nell’aula di palazzo Madama mentre si stava discutendo la riforma della cittadinanza. Assenti erano 29 senatori dem, la totalità del Movimento 5 Stelle e la maggioranza dei centristi. Ostruzionismo intramontabile è stato quello perseguito da Forza italia e Lega, che adesso esultano per via del “risultato” conseguito. A quel punto il presidente del Senato Pietro Grasso non ha potuto fare a meno di constatare la mancanza del quorum e di rinviare la consultazione al 9 gennaio. Questo è chiaramente un appuntamento simbolico, poiché lo scioglimento delle Camere da parte di Mattarella è previsto fra il 28 e il 29 di questo mese.
Ri-epilogo
Dopo una battaglia serrata che dura dal mese di ottobre, sullo ius soli cala dunque il sipario. Se ne parla ovunque con sufficienza, senza troppa impressione. L’attenzione è tutta spostata verso l’imminente tramonto di questa legislatura, verso la consegna al Viminale dei nuovi simboli dei partiti, verso l’annuncio delle coalizioni. Cadono così nell’oblio l’appello che invitava allo sciopero della fame (sostenuto dai ministri Delrio e Minniti), il Cittadinanza Day, le varie iniziative nate in diverse città del tessuto nazionale e tutte le forze che si sono spese a favore di questa riforma. Tuttavia, qualcuno si spenderà sempre per ricordarci i momenti in cui i più elementari diritti delle persone vengono schiacciati dallo sterile, infantile, calcolo politico.
L’amarezza
Ormai dappertutto possiamo leggere di come il sistema di rappresentanza in politica stia deragliando, della sua inefficacia nell’interpretare le istanze della società contemporanea. Ebbene, tutta la vicenda che riguarda lo ius soli smentisce in blocco tale considerazione. Il sistema politico che ieri (e non solo ieri) ha fallito sui diritti rappresenta e rispecchia in modo eccezionale la composizione dell’odierno elettorato. Un elettorato spaesato. Un elettorato che tace sulle assenze dei propri rappresentanti durante la seduta di uno degli organi più importanti dello Stato non può essere definito altrimenti. Ed ecco che nel marasma dell’incertezza e del fallimento, si preferisce chi una posizione chiara su un certo tipo di temi la dichiara sempre: le destre più reazionarie.
Cos’è allora lo ius soli?
Lo ius soli non è soltanto un provvedimento legislativo, un’espressione giuridica. Come non riguarda soltanto chi ne beneficia, anche se si sta parlando di molti bambini. Lo ius soli è un banco di prova, un bivio. Esso rappresenta ciò che vogliamo diventare tanto come Stato quanto come individui. Ancora calde e attuali risultano le parole di Emma Bonino che non troppo tempo fa disse ““L’Europa è come una barca che sta in mezzo fiume travolta dalla corrente: una parte dei passeggeri vorrebbe tornare indietro e una parte, pochi, vogliono andare avanti. Tutti sanno che nel mezzo non ci può stare e che si deve fare qualcosa. Proviamo a guardarci indietro, la sponda dalla quale la barca proviene è la sponda orribile delle guerre e dei massacri, le conseguenze del nazionalismo. Vogliamo tornare a questo? All’egoismo nazionale che è la causa delle guerre?”
Giorgio Russo