IUS SOLI. Espressione delineante un istituto giuridico, diritto del suolo, per il quale chi nasce nel territorio di uno Stato ne é cittadino e che negli ultimi giorni ha mandato in delirio milioni di italiani, chiamando ad esprimersi chiunque in merito, come fosse da decidere chi far vincere alla casa del Grande Fratello con un Si o No al televoto. Da quando siamo riusciti a far approdare in Senato il ddl 2092 che modifica le disposizioni in materia di cittadinanza, é scoppiato il caos più totale : giornalacci, talk show, tweet, post facebook, foto del profilo pro o contro. Sembra l’Italia di 40 anni fa alle prese con la legge sul divorzio, senza social (ed é in parte stato un bene !).
Tante, forse troppe falsità ed errate informazioni circolano a riguardo, portando a conclusioni affrettate e giudizi inopportuni sulla riforma cittadinanza, a partire proprio dall’espressione stessa, ius soli, con la quale é identificata : per quanto breve, immediato e catalizzatore di attenzione, ius soli non é affatto il giusto modo di chiaramare questa riforma. Noi #italianisenzacittadinanza
abbiamo premuto affinché si usassero le giuste espressioni , quali ius soli temperato, ius culturae o semplicemente riforma cittadinanza. Ma il linguaggio mediatico e giornalistico ha dato la meglio a ius soli, trascinando il dibattito nel vortice dei fraintendimenti. Infatti, la riforma alle disposizioni in materia di cittadinanza non prevede alcuno IUS SOLI bensi una sua forma temperata da rigidi criteri, proprio come nel resto d’Europa. Pertanto, confutiamo già una della grandi balle colme di indignazione per cui :
« in Europa non esiste lo ius soli, non é il caso introdurlo da noi! »
In Europa esiste ius soli temperato, e l’attuale riforma prevede questo, né più né meno.
Ma procediamo, perché di cose dell’altro mondo, se ne sentono di ogni genere.
Una dell bufale più quotate é lo “sbarco delle partorienti”, per cui « verranno tutti qui perché la cittadinanza sarà automatica !! » Peccato pero’ che con la riforma della 91/92 non viene introdotto uno ius soli puro (come negli Usa) ma uno ius soli temperato : diventaranno cittadini italiani alla nascita, cioè, solo i bambini che nascono in Italia da genitori regolarmente residenti (almeno da 5 anni senza interruzioni) con permesso di soggiorno CE di lungo periodo (ex Carta di soggiorno). Per ottenere quest’ultimo servono infatti alcuni requisiti precisi, non si trova nell’uovo di Pasqua : occorre un reddito pari all’assegno sociale annuale (circa 6000 euro nel 2017), una conoscenza della lingua italiana, una fedina penale pulita, un alloggio idoneo. Oltre al principio dello ius soli temperato, la nuova legge introduce lo ius culturae per chi arriva entro il compimento dei 12 anni di età: il principio prevede la frequenza di almeno un corso di studi in Italia (5 anni di scuola), con conclusione positiva perlatro…mica vogliamo nuovi asinelli concittadini ! In entrambi i casi l’acquisizione della cittadinanza non è automatica, ma serve una richiesta inoltrata dal genitore (che deve avere una residenza legale), oppure dall’interessato entro due anni dal raggiungimento della maggiore età. Niente scandalo, niente di esilarante o fuori dal normale : una semplice integrazione alla normativa vigente che permetterà di divenire italiani chi lo é già di fatto, in quanto nato,cresciuto qui in Italia. Si tratta di buon senso e civiltà, che toglie fuori dal limbo sociale migliaia di bambini ragazzi figli di immigrati che sono parte integrante di questo paese, e non adulti o arrivi dell’ultim’ora. Siamo persone che attendono anche fino ai 30 anni per diventare cittadini nel nostro Paese, e paradossalmente per gli adulti, comuni immigrati, é più facile divenire cittadini piuttosto che per noi nati /o cresciuti in Italia. E ancora più paradossale é il fatto che sia più facile ottenere la cittadinanza piuttosto che la carta soggiorno di lungo periodo : olé, andiamo a svelare l’altro argomento molto in voga per dire che
« l’attuale legge va già bene e in italia ci son state tantissime naturalizzazioni, il triplo rispetto all’Europa ! »
A parte il fatto che, sottolineamolo sempre, l’attuale riforma riguarda bambini e ragazzi, e non gli adulti, il motivo per cui le naturalizzazioni siano state tante é proprio la facilità con cui riescono ad ottenere la cittadinanza adulti: facilità per chi ha quei requisiti, in particolar modo quello reddituale…e se non c’é realmente, beh, si fa in modo che ci sia. Eh si, accade anche questo, c’é chi gonfia il reddito per una serie di anni al fine di ottenerla, o adotta altri escamotage. Che furbetti, più italiani di cosi : poco importano i congiuntivi e principi e valori fondativi di questo Paese. Certo, non generalizziamo affatto, non sarebbe giusto! Ma non si puo negare che accadano anche questo tipo di cose. Inoltre i criteri e verifica degli stessi sono molto più soft rispetto a quelli per l’ottenimento del permesso di soggiorno di lungo periodo.
Il rischio islamizzazione :l’altro spettro evocato da chi non è favorevole a un cambio delle regole nell’acquisizione della cittadinanza è il rischio di un’islamizzazione della società italiana, assurda, ma molto quotata. In realtà uno studio sulla realtà multi religiosa in Italia, realizzato dal centro studi Idos, i cristiani regolari sono in aumento di 6 punti decimali, registrando il 53,8 del totale (più della metà), mentre i musulmani risultano in calo di 9 punti decimali (32,2 del totale, quasi 1 su 3).
“E’ chiaramente infondata la paventata invasione religiosa, considerato che gli immigrati sono per lo più cristiani, tra i quali comunque gli evangelici, pur meno numerosi degli ortodossi (che superano anche i cattolici), costituiscono una consistente e crescente realtà”
si legge nel rapporto. Inoltre, vi dico anche che l’Islam non é una malattia, bensi una religione, e si aderisce alla stessa su base volontaria non perché si ha il vicino di casa musulmano o perché stanno per approvare la riforma cittadinanza. Che maniera bizzarra di pensare é questa ? E ancora, per quanto facciate fatica a vederci, esistono anche musulmani laici, no non é un ossimoro, ma una realtà silenziosa ma consistente. Io ne sono esempio, chi mi conosce sa
Poi un’altra grandiosa trovata propagandistica, grandiosa per la sua assurdità, é la fantomatica sostituzione etnica : gli italiani verrebbero sostituiti dai migranti dato che acquisire la cittadinanza nel nostro paese sarà facile ed automatico. Intanto i migranti non hanno nulla a che vedere con immigrati residenti da anni in Italia, inoltre abbiamo già spiegato come funzionerebbe la legge se la riforma passasse, ma vediamo di approfondire con qualche dato. Uno studio della Fondazione Moressa spiega che nell’immediato, con l’introduzione dello ius soli temperato, potrebbero acquisire la cittadinanza italiana i figli di immigrati (con il famoso permesso di lungo periodo) nati in Italia dal 1998 ad oggi che sono circa 600 mila. Inoltre, grazie allo ius culturae, rientrerebbero nella riforma circa 178 mila alunni nati all’estero che abbiano già completato 5 anni di scuola in Italia. Considerando poi che i nati stranieri in Italia negli ultimi anni si sono attestati tra i 70 e gli 80 mila, si può prevedere il numero di beneficiari dei prossimi anni : mantenendo fissa la stima dei nati da genitori residenti da oltre 5 anni (65 per cento del totale), è possibile calcolare una quota di 45-50 mila potenziali nuovi italiani ogni anno per ius soli temperato e 10-12 mila bambini nati all’estero e iscritti a scuola. Numeri molto bassi per parlare di sostituzione etnica.
Ancora abbiamo sentito spesso sindacare sull’inutilità di questa legge, affermando che lo ius soli esista e che a 18 anni si possa fare richiesta di cittadinanza, per chi é nato. Ovviamente non tanti sanno le insidie e le difficoltà che si celano dietro questo apparente ‘automatismo’ : si deve dimostrare di aver risieduto “legalmente e ininterrottamente” in Italia per 18 anni, e nel frattempo, fino all’ottenimento della cittadinanza (che può richiedere anche diversi anni), questi ragazzi non possono godere di alcuni diritti fondamentali, come il diritto di voto, non possono partecipare ai concorsi pubblici o iscriversi ad alcuni albi professionali riservati ai cittadini italiani. Ma l’aspetto innovativo di questa riforma non é tanto lo ius soli temperato (che comunque tutelerà su molteplici fronti i bambini nati da genitori stranieri) ma lo ius culturae. Insieme al movimento #Italianisenzacittadinanza di cui faccio parte, abbiamo più volte spiegato l’importanza della riforma in diversi flash mob ed eventi pubblici sopratutto perché é la prima legge che stabilisce un percorso ad hoc per chi non è nato in Italia ma che in Italia è cresciuto, e che al momento per godere dei pieni diritti e non solo dei pieni doveri, deve dimostrare un reddito (anche se non è venuto in Italia a lavorare perché arrivato in tenera età) o sposarsi. Il che significa seguire esclusivamente gli stessi percorsi degli adulti immigrati per venire riconosciuto quello che già è: italiano.
Noi seconde generazioni viviamo in un Paese che investe su di noi, istruendoci, educandoci, persino premiandoci, e poi inciampa sulla cosa più banale che si possa fare : rivedere le norme che disciplinano un particolare aspetto del nostro ordinamento giuridico al fine di non vanificare gli stessi investimenti fatti per anni su di noi. Le leggi si adattano alle istanze sociali, riconoscono i cambiamenti, li interpretano e li disciplinano. La legge non é eterna ed immutabile. Questa riforma delle disposizioni in materia di cittadinanza é una semplice integrazione all’attuale disciplina che risponde alla realtà sociale odierna. Nulla di esilarante o fuori dal mondo.
Inoltre, ne vale la sicurezza e coesistenza sociale pacifica del nostro Paese: cosa si puo’ sperare di buono se si esclude una quota sostaziale di persone nate e cresciute in questo Paese ma che sono costrette ad essere relegate al limbo sociale in attesa di una svolta nei propri destini?
Questa riforma é buon senso, é civiltà, é giustizia. Non lasciamoci trascinare dall’eterna propaganda di chi politicizza ogni cosa pur di accaparrarsi qualche voto. Perché di questo si tratta. E proprio a tal proposito, vi lascio con una frase estratta dal discorso del protagonista di « Sta per piovere » un film che ha proprio il tema della seconda generazione al suo centro (consiglio vivamente di guardarlo) :
« La Costituzione di questo paese é stata scritta da uomini e donne che hanno lottato per i diritti civili e di libertà dall’oppressione. Noi siamo oppressi, e voi, cittadini veri siete vittime esattamente allo stesso modo, di un sistema politico che sta usando la nostra questione per tirare voti o da una parte o dall’altra. »
Ilham Mounssif