Tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Ottanta la vita politica italiana subì una radicale estremizzazione che le valse la denominazione di Anni di Piombo, espressione presa in prestito dall’omonimo film del 1981 diretto da Margarethe von Trotta, che trattava l’esperienza storica analoga e contemporanea vissuta dalla Germania Ovest. Furono questi gli anni in cui la vita quotidiana civile si lacerò a colpi di stragi e reiterate violenze: saldamente impresse nella memoria collettiva sono la strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969, la strage di piazza della Loggia del 29 maggio 1974, la strage di Bologna del 2 agosto 1980 e la strage dell’Italicus del 4 agosto 1974, quest’ultimo considerato uno degli attacchi più violenti
Nei pressi della stazione di San Benedetto Val di Sambro, un ordigno ad alto potenziale esplose nella quinta vettura del treno Espresso 1486 “Italicus”, diretto a Monaco di Baviera. L’attentato determinò la morte di dodici viaggiatori e il ferimento di moltissimi altri.
La strage si inserì in un contesto drammatico: il 21 novembre 1973 il ministero dell’Interno sciolse il movimento politico di estrema destra Ordine Nuovo, per cui gli attentati apparirono come la reazione al provvedimento che aveva messo in ginocchio l’estremismo nero. Le indagini della magistratura, tra depistaggi e coperture, si orientarono, così, verso il Fronte nazionale rivoluzionario, una formazione di estrema destra attiva in Toscana con legami con la loggia massonica P2.
I processi instauratisi a seguito della strage furono caratterizzati da esiti diversi. Gli imputati furono dapprima assolti per insufficienza di prove, poi condannati in grado di appello e, infine, definitivamente assolti nel 1993. A conclusione, la Corte di Cassazione stabilì che, effettivamente, l’area alla quale poteva essere fatta risalire la matrice degli attentati era “da identificare in quella di gruppi eversivi della destra neofascista”.
Sulla strage, rimasta ancora senza colpevoli, è stato realizzato il docufilm ‘Italicus, la verità negata‘, prodotto in collaborazione con gli studenti del ‘Corso doc’ del liceo bolognese Laura Bassi, coordinati dal professor Roberto Guglielmi. Con un attento e accurato studio dei tanti materiali raccolti, nella produzione si alternano parti di fiction a parti documentariste con interviste a figure chiave, una delle quali è il dott. Vito Zincani, il giudice che indagò su ‘Ordine nuovo’ e attualmente docente del corso di magistratura di Formazione Giuridica. Tra gli altri, intervengono anche il giudice Leonardo Grassi del processo Italicus bis, Franco Sirotti fratello di Silver, il ferroviere forlivese che, uscito praticamente incolume dallo scoppio della bomba, con un estintore non esitò a risalire sulla carrozza devastata e in fiamme, salvando molte vite e perdendo la propria, a causa del fuoco e del fumo. Ci sono poi le testimonianze di Mauro Russo, ferito nell’esplosione, della giornalista Sandra Bonsanti, di Ennio De Francesco che investigò sull’Italicus e di un soccorritore dei Vigili del Fuoco.