Si sa che la creatività umana non ha limiti, ma se incontra intenti criminali, allora supera qualsiasi immaginazione. Ieri a Grosseto è stato arrestato un uomo con l’accusa di rapina plurima aggravata. Avrebbe rapinato diverse banche nella provincia di Siena, ma ad essere insolito è stato il suo modus operandi: si fingeva magrebino, approfittando della sua carnagione olivastra e accentuando l’accento straniero. Difatti, era originario della Puglia e vive ormai da anni a Grosseto, ma ha mantenuto il proprio accento e lo ha sfruttato per mascherare la sua vera nazionalità.
Le rapine in banca
Il finto magrebino avrebbe colpito ben sei banche: le rapine sono avvenute tra luglio 2016 e novembre 2017 e il bottino totale supererebbe i 100mila euro. Una bella cifra che gli ha anche permesso il lusso di una vacanza alle Antille, a detta dell’indagato. Prima di ogni colpo in banca spegneva il cellulare, così da non essere localizzato, entrava nella banca a volto scoperto, ma con una fascia sul braccio (per non mostrare una cicatrice), agiva attorno al’orario di chiusura. Dopo essersi accertato che non ci fossero clienti, si rivolgeva all’operatore, camuffando il suo modo di parlare, e chiedeva di poter effettuare un bonifico verso il Marocco. Fatto questo, estraeva una pistola semiautomatica e, dopo aver minacciato l’addetto allo sportello, si faceva consegnare i soldi. Prima di andare via, chiudeva poi gli impiegati in bagno, in modo da ritardare l’allarme e si dava alla fuga, con un’auto posteggiata lì vicino. E, trascorse alcune ore, riaccendeva il proprio cellulare. Molto ingegnoso, bisogna ammetterlo.
La scoperta del finto magrebino
Un particolare però lo ha tradito: la targa della sua macchina, il cui numero è stato annotato da una persona proprio durante l’ultima rapina. Gli agenti della polizia sono stati in grado di risalire ad un veicolo rubato a Grosseto che aveva la targa di un altro mezzo (a sua volta rubato a Piombino, in provincia di Livorno). Con l’aiuto delle immagini fornite dalle telecamere di videosorveglianza degli istituti di credito, sono riusciti ad arrivare al finto magrebino. Grazie alle perquisizioni avvenute a casa sua, sono state ritrovate le chiavi delle auto rubate e i vestiti usati dall’uomo per commettere i reati.
Niente più “mascheramenti” da finto magrebino per lui, ma forse potremmo prendere spunto da lui per il prossimo costume di Carnevale. Ironia a parte, la vicenda è sì divertente ma triste al tempo stesso: fingersi straniero, in questo caso magrebino, per poter commettere un reato lascia molto a cui pensare. Putroppo in molte persone si è radicata la convinzione e il preconcetto che gli stranieri siano delinquenti e criminali, perciò perché non sfruttare questo pregiudizio a proprio favore? E poi noi italiani abbiamo anche il coraggio di definirci un popolo di “brava gente”. Sì, bravi ad imbrogliare e ad approfittare del prossimo.
Carmen Morello