Italiani: popolo di santi, poeti, navigatori e cazzari

Le statistiche parlano chiaro: siamo un popolo di bugiardi. Gli adulti italiani dicono in media oltre un miliardo e 400 milioni di bugie ogni anno. Quasi tre milioni e 800 mila fandonie al giorno. Il 65% dei nostri connazionali dichiara di mentire abitualmente. 6 su 10. Anche io che scrivo, anche tu che leggi.

Perché si mente? I motivi sono vari e disparati e confermano, semmai ce ne fosse bisogno, che all’Italia va consegnato senza ombra di dubbio lo scettro della Patria dei furbetti. Sul podio delle menzogne più dette dagli italiani si piazzano: quelle relative all’ambito lavorativo, quelle cosiddette “veniali” per sopravvivere nella giungla della quotidianità e le bugie “bianche” che, a detta di molti, dovrebbero far bene invece che procurar danni. Seguono poi le bugie che evitano controlli e responsabilità, quelle per celare la propria intimità, per frequentare persone non gradite ai nostri cari e quelle per evitare inutili discussioni in famiglia. Ma non è finita qui, si mente anche molto a scuola, sullo shopping e nelle relazioni sociali.

Gli italiani farciscono di bugie il curriculum vitae, inventano le peggiori disgrazie per saltare la fila alla cassa, negano l’evidenza di fronte al tradimento e piangono la scomparsa di fantomatici compiti a casa ingoiati dal cane.

E come dimenticare in questo vortice di fandonie, quelle che riguardano il web e il mondo dei social in particolare? Il 53% degli italiani mente a proposito di se stesso su Facebook, Twitter e social annessi e connessi. 72 appuntamenti al buio su 100 si rivelano catastrofiche delusioni. Si dichiarano false fattezze fisiche, falsi dati anagrafici. In pratica si fingono altre personalità, pur di attirare l’attenzione, di avere un seguito, di contare qualcosa nel mondo effimero della rete, che sforna una celebrità al secondo.

Sono gli uomini italiani ad essere dei veri e propri mentitori seriali. La loro condizione di bugiardi recidivi è dovuta alla natura, dicono gli studi. Il maschio italiano è geneticamente un “cazzaro”. Soprattutto quando si tratta di coprire le infedeltà. E le donne? Bugie più piccole, meno articolate, prima fra tutte quella del celeberrimo “mal di testa”. Le italiane mentono di meno ma credono di più. Specialmente alle menzogne assurde, impossibili, quelle alla “Non è come sembra!” con tanto di amante nel letto, per intenderci.

Sembrerebbe una cosa simpatica, se non fosse per la tendenza ad esagerare e ad approfittarsene tipica della nostrana nazione. E allora le bugie sfociano nell’illegalità: assenteismo al lavoro, falsi certificati che attestano malattie o problemi vari per evitare fastidiose incombenze professionali, evasioni fiscali e finte invalidità. Gli italiani che percepiscono mensilmente pensioni di invalidità civile e indennità di “accompagno” sono 2,7 milioni. Il 30% di questa impressionante cifra risulterebbe sospetto, quindi eventualmente bugiardo.

Naso lungo e gambe corte. Questo l’identikit dell’italiano furbetto, che, da buon tradizionalista, incarna lo spirito del burattino italiano più famoso al mondo, Pinocchio, di cui Carlo Collodi narrava le avventure alla fine del 1800. Pezzi di legno alla ricerca di una trasformazione o bugiardi patentati senza voglia di cambiare? Nel dubbio, c’è chi premia la fantasia. L’Accademia della Bugia di Le Piastre a Pistoia organizza ogni anno il Campionato Italiano della Bugia, con tanto di trofei e categorie. Un invito dunque a spararla il più grossa possibile. Talmente grossa da sembrare vera, da finire quasi per diventare un pezzo di Storia.

Ma ancor più che l’essere bravo a raccontare bugie, il popolo italiano è composto anche dai primi “boccaloni” del mondo. D’altronde come potrebbero essere sfornate oltre un miliardo di sciocchezze ogni anno senza nessuno che ci creda?  “L’arte di vivere è l’arte di saper credere alle menzogne”, scriveva Cesare Pavese. E, come al solito, noi italiani dimostriamo di essere i più bravi a “saper campare”, stando bene attenti a non urtare i nostri chilometrici nasi, mettendo a tacere quotidianamente il grillo parlante che c’è in ognuno di noi e urlando alla Fata Turchina di turno: “Te lo giuro Amore! Posso spiegarti tutto!”.

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