Le recenti statistiche di Eurostat sulla povertà sono davvero sconfortanti per noi cittadini italiani. L’Ufficio Statistico dell’Unione Europea (Eurostat) attraverso gli ultimi dati raccolti avrebbe posizionato al primo posto l’Italia per tasso di povertà più elevato in tutta Europa.
Questo dato fa leva sulla privazione sociale che vivono quotidianamente gli italiani.
Nel 2016 i poveri erano circa 10,5 milioni, nel 2017 il numero è purtroppo aumentato. Le possibilità economiche e la situazione sociale dei cittadini italiani è andata peggiorando nell’ultimo anno.
In che modo è definito in povertà un cittadino secondo Eurostat
Secondo Eurostat un cittadino nella categoria di deprivazione sociale e materiale e quindi in condizione di povertà non riuscirebbe a far fronte a 5 delle seguenti spese:
• una settimana di vacanza annuale lontano da casa;
• evitare debiti di varia natura ( mutui, affitti, rate);
• permettersi un pasto con carne ogni secondo giorno;
• mantenere la propria casa sempre calda al punto giusto;
• una macchina ad uso personale;
• sostituire i mobili antiquati;
• sostituire i vestiti vetusti con alcuni nuovi;
• avere due paia di scarpe a seconda dell’occorrenza;
• spendere una piccola somma di denaro ogni settimana per se stesso;
• avere attività ricreative regolari (svago, sport, palestra);
• stare insieme con amici/famiglia per una serata almeno una volta al mese;
• possedere una connessione Internet.
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha dichiaratamente ammesso la complessità del fenomeno della povertà. I fattori che dipendono da questa condizione non fanno riferimento soltanto al reddito, bensì si riferiscono anche alle scarse probabilità di partecipazione alla vita sociale ed economica del Paese.
Purtroppo secondo queste linee guida, il problema della deprivazione economica e sociale sembra alle porte per moltissimi italiani o peggio ancora è un dato di fatto. Secondo i dati Istat (Istituto Nazionale di Statistica) le aree italiane maggiormente predisposte alla povertà sarebbero quelle meridionali, eppure anche nel Centro-Italia la situazione non sembrerebbe buona, un quarto dei residenti sarebbe infatti a rischio povertà.
Secondo l’UNC (Unione Nazionale Consumatori) non sarebbe sufficiente variare il Reddito di Inclusione sociale cercando di temporeggiare e placare l’allarme povertà in Italia. La mossa migliore da effettuare sarebbe quella di risolvere i problemi di tutti i cittadini al di sopra della soglia minima di reddito, che purtroppo rischiano da un momento all’altro, a causa magari di una spesa improvvisa, di finirci davvero in povertà.
Jacopo Pellini