In Italia le barriere architettoniche sono un problema irrisolto

Le barriere architettoniche sono un problema anche nel 2023, l'accessibilità rimane un obiettivo da centrare in Italia.

Le barriere architettoniche sono un problema anche nel 2023, l'accessibilità rimane un obiettivo da centrare in Italia.

L’accessibilità rimane un obiettivo da centrare in Italia. Il diritto alla mobilità risulta gravemente compromesso nel nostro Paese, perché nonostante l’implementazione di norme e regolamenti la situazione urbanistica rimane inadatta a soddisfare le esigenze e i bisogni di tutti. Le barriere architettoniche sono un problema irrisolto a cui si cerca ancora di dare una soluzione attraverso politiche di sensibilizzazione e sgravi fiscali.

In Italia le problematiche legate all’accessibilità dei luoghi pubblici o di villeggiatura sono ancora lontane dall’essere risolte. Una delle motivazioni è proprio la realtà urbanistica complessa e piena di difficoltà che non riscontrano altri Stati europei. Le nostre città presentano numerosissimi edifici storici, spesso patrimonio Unesco, con tutti i problemi che ne conseguono per il restauro e l’adattamento delle strutture originarie. Le barriere architettoniche sono un problema ancora da arginare sul territorio italiano. Infatti, molti palazzi e infrastrutture pubbliche non sono ancora completamente accessibili per le persone con disabilità e per gli anziani, spesso individui dalla mobilità limitata.

Le città e i comuni italiani che non hanno ancora messo in atto i piani urbanistici necessari a garantire una adeguata accessibilità  a tutti sono molti, troppi, così tanti da rendere i nostri centri urbani inospitali per una fascia della popolazione. Allo stesso tempo, si aggiungono alla lista problemi di manutenzione e di modernizzazione degli edifici storici già in loco per eliminare le barriere architettoniche. Le norme e i regolamenti per l’accessibilità esistono, eppure le infrastrutture e gli edifici non soddisfano ancora tutti gli standard previsti.

Le barriere architettoniche sono un problema che va a ledere i diritti delle persone

Palazzi storici che in Italia sono spesso sede dell’attività quotidiane, parliamo di poste, comuni, scuole, università o banalmente sportelli bancomat, ascensori, ristoranti, luoghi di studio, di lavoro e di cura. Quando si parla di luoghi ed edifici antichi, questi sono immaginati solamente come spazi dall’interesse artistico e culturale, mentre spesso sono ambienti con cui chiunque deve rapportarsi per stare in società. La scarsa accessibilità o l’impossibilità di accedere a tali luoghi impediscono quindi alle persone con disabilità una piena partecipazione alla vita politica, economica e sociale.

Parte di questa arretratezza è dovuta anche all’assenza della necessaria sensibilizzazione sull’importanza della rimozione di tali barriere e sulle tematiche dell’inclusività. Nei centri storici italiani la mancanza di accessibilità per le persone con disabilità, purtroppo, è la norma. Le barriere architettoniche sono un problema grave, bagni inaccessibili, scale e gradini senza una rampa, mancanza di ascensori, o se presenti troppo stretti, assenza di indicatori vocali, stanze dall’acustica pessima, porte troppo piccole, campanelli e maniglie troppo alte sono solo alcuni dei tanti problemi.



Ci sono poi tante elementi a cui nessuno pensa, ossia la pavimentazione a cubetti che caratterizza le nostre città d’arte, ma causa grosse difficoltà alle persone in sedia a rotelle che necessitano di una superficie più liscia e regolare per i loro dispositivi di supporto. Inoltre, i marciapiedi non sempre presenti o troppo piccoli sono causa di impedimento continuo.

A soffrire delle barriere architettoniche sono anche turisti italiani e stranieri

Un grande passo verso un trattamento paritario delle persone “normo dotate” e di quelle con disabilità sarebbe includere quest’ultime nelle attività di svago, vacanze incluse. Gli Italiani che vivono con una forma di disabilità sono 3 milioni e 150mila, mentre i comuni correttamente equipaggiati per le loro necessità sono 45 su 7.904 (il 0,57%).  Una riflessione che spesso non viene fatta è come questo fattore influenzi i flussi turistici e i benefici economici generati del settore. Invecchiamento, cambiamenti socio-demografici e la conseguente crescita dei problemi di salute rendono il numero di utenti del turismo accessibile in costante aumento. Addirittura, Majid Al-Usaimi, presidente del Comitato Paralimpico Asiatico e membro del Comitato Paralimpico Internazionale, afferma che questa tipologia di turismo rappresenta il 15% el mercato turistico globale.

Le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità attestano che il 10-15% della popolazione mondiale ha qualche tipo di necessità speciale, bisogno di assistenza o di dispositivi di supporto (sedia a rotelle o tecnologie della comunicazione). Totale destinato a raddoppiare entro il 2050, passando da 1 miliardo a 2 miliardi di persone. Mentre l’Istat invece stima un incremento del 70% entro il 2035 dei viaggiatori affetti da disabilità, sempre a patto che questa prospettiva di utilizzo del tempo libero diventi possibile tramite strutture turistiche accessibili e inclusive. In aggiunta, la realtà viene ancor più aggravata dal fatto che sono proprio le regioni del sud, le più turistiche, quelle maggiormente inaccessibili. Sempre secondo l’Istat nell’anno scolastico 2021-2022 soltanto una scuola su tre risultava a norma e accessibile per gli alunni con disabilità motoria.

L’accessibilità è un problema a cui è possibile porre rimedio

Uno degli ostacoli maggiori all’eliminazione di tali barriere è quello economico, consapevolezza che ha spinto lo Stato ad elargire dei benefici fiscali per la loro rimozione. Il bonus barriere architettoniche è un’agevolazione per eseguire i lavori strutturali che limitino o cancellino le barriere architettoniche che impediscono il diritto alla mobilità. Questo aiuto integrato nel 2022 sarà esteso fino al 31 dicembre 2025, permettendo la realizzazione di interventi anche complessi per comuni e privati.

Sgravo fiscale affiancato da altre agevolazioni con percentuali differenti ed incluso nella Legge di Bilancio 2023 con un’estensione della detrazione al 75%.  Il sostegno ha lo scopo di incentivare l’eliminazione delle barriere architettoniche nelle parti comuni dei palazzi, ma è possibile richiederlo anche per gli edifici unifamiliari. Difatti, questa possibilità si rivolge sia alle istituzioni che ai cittadini privati, nel tentativo di allargare il proprio raggio d’azione.

Cos’è il bonus fiscale e e come funziona?

Si tratta di una detrazione soggetta a particolari limiti di spesa, in base alle caratteristiche dell’edificio all’interno del quale vengono svolti i lavori di manutenzione o adattamento. In particolare i limiti di spesa sono: 50,000 euro per edifici unifamiliari, unità interne ed edifici plurifamiliari indipendenti, 40,000 euro per ogni unità immobiliare inclusa in edifici costituiti da un minimo di due da un massimo di otto unità immobiliari e 30,000 euro per ogni unità immobiliare presente in edifici composti da un numero di unità immobiliari superiore a otto.
In caso di spese sostenute per lavori su diversi tipi di immobili, lo scopo di questi interventi deve obbligatoriamente essere quello di ottimizzare l’accessibilità dei palazzi privati o dell’edilizia residenziale pubblica. L’obiettivo è quello di eliminare le barriere architettoniche che bloccano il passaggio agli individui portatori di handicap. Questa agevolazione è rivolta a tutti coloro che svolgono interventi di automazione degli impianti delle strutture e per le spese di bonifica oppure smaltimento, se necessarie alla sostituzione degli impianti, sempre con il fine ultimo di agevolare la mobilità. Nell’evenienza di delibere condominiali, occorre una maggioranza dei partecipanti all’assemblea pari a 1/3 del valore millesimale dell’edificio per ricevere l’autorizzazione di tali lavori.
Sono naturalmente parte del bonus le spese sostenute per la realizzazione di ascensori, montacarichi, elevatori esterni all’abitazione o per sostituire i gradini con le rampe, comprese quelle per l’implementazione di strumenti tecnologici di comunicazione che favoriscano la mobilità interna ed esterna. Tuttavia, la detrazione non verrà applicata nel caso del semplice acquisto di immobili, strumenti o mezzi, anche se rivolti a facilitare la mobilità della persona portatrice di handicap. Siamo di fronte ad un’occasione per migliorare la vita dei cittadini italiani, garantendo loro pieni diritti, e incrementando contemporaneamente lo sviluppo e i ricavi del settore terziario fondamentale nel nostro Paese.
Francesca Calzà
Exit mobile version