In Italia la metà dei giovani lavoratori è “raccomandata”

Quattro giovani lavoratori su dieci, con un’età compresa tra i 15 e i 34 anni, sono riusciti a trovare un’occupazione grazie ad una raccomandazione. Questa è la conclusione a cui è giunta l’Istat attraverso la ricerca “I giovani nel mercato del lavoro” che mostra altre conclusioni preoccupanti.

Infatti quello che delinea lo studio è un quadro desolante. In un mondo del lavoro sempre più povero di offerte serie e che garantiscano una stabilità a lungo termine, in molti si affidano alle loro conoscenze anche per poter svolgere dei semplici “stage”.




Si tratta di una scorciatoia, come evidenzia la ricerca, utilizzata soprattutto da uomini e adottata da coloro che abitano nel Centro Italia.

L’analisi sottolinea come cambino i canali di ricerca del lavoro in base all’età: l’uso di Internet o dei portali telematici del lavoro, diminuisce in base all’avanzare dell’età. Infatti i lavoratori che rientrano in questa categoria, preferiscono affidarsi a canali più “tradizionali” come le inserzioni sui giornali.

Il secondo strumento che gli under 35 utilizzano più spesso per la ricerca di un’occupazione è la chiamata diretta al datore di lavoro sia perché gli permette di chiarire ogni curiosità in merito alla posizione lavorativa, sia per chiarire eventuali dubbi da parte del datore.




Il 12% dei giovani lavoratori ha deciso di avviare un’attività in proprio così da gestire in prima persona ogni aspetto legato alla mansione svolta ma prendendosi il carico di tutti i rischi che derivano da questa scelta e che, eventualmente, pagherà in prima persona.

E coloro che hanno concluso il percorso di studi e si apprestano ad entrare nel mondo del lavoro? Tre su dieci hanno già le idee chiare: trasferirsi all’estero così da trovare il lavoro che desiderano. Anche se si tratta di una “scelta di vita” che riguarda più che altro i 25-29enni e che non è presa, invece, in considerazione dai giovanissimi e dai 30-34enni visti i legami familiari.




Ultimo punto dolente affrontato dall’analisi dell’Istat è la generale volontà di trasferirsi, soprattutto all’Estero , espressa dai giovani ma con dei distinguo in base alla regione di appartenenza. Infatti coloro che risiedono al Sud prendono in considerazione solo i trasferimenti a livello nazionale. Secondo l’Istat questa scelta deriva dalla lungimiranza e dalla concretezza che guida i giovani meridionali che “sono ben consapevoli delle scarse possibilità occupazionali presenti nelle loro aree di residenza e dunque della necessità di essere disponibili a spostarsi in aree meno depresse del Paese”.

Dorotea Di Grazia

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