Italia – Inghilterra, se vinciamo aumenteranno le violenze domestiche

Italia - Inghilterra, se vinciamo aumenteranno le violenze domestiche

Uno studio del 2014 mostra che il numero di casi di violenza domestica segnalati alla polizia nel Lancashire aumenta del 38% quando l’Inghilterra perde una partita rispetto a quando non gioca.

L’11 luglio si svolgerà la finale degli europei di calcio 2020 Italia – Inghilterra. I tifosi italiani e inglesi attendono con gioia ed eccitazione la partita che deciderà la squadra vincitrice. Molti andranno a vedere la partita in bar sportivi o negli iconici pub inglesi condividendo con gli altri il desiderio di trionfare.

Anche i familiari che attendono a casa sperano nella vittoria della propria nazionale, ma più per paura che per spirito sportivo. Diversi dati, infatti, sembrano indicare  un legame causale tra partite di calcio della nazionale e l’aumento di casi di violenza domestica.

“No one wants England to win more than women.”

Lo studio “Can the FIFA World Cup Football (Soccer) Tournament Be Associated with an Increase in Domestic Abuse?” risale al luglio 2012 ma ha acquisito fama grazie alla campagna virale di Pathway Project, organizzazione che si occupa di violenza domestica.

Italia - Inghilterra,#pathwayproject
#pathwayproject




Preoccuparsi per Italia – Inghilterra. Lo studio è valido?

Lo studio si basa su un’analisi quantitativa, utilizzando modelli di regressione Poisson e binomiale negativa. I dati prescelti sono quelli relativi agli incidenti di abuso domestico mensili e giornalieri segnalati a una forza di polizia del Nord Ovest dell’Inghilterra in tre  distinti tornei (2002, 2006 e 2010).

Gli incidenti non si sono necessariamente concretizzati in reati o in processi per essere contati nell’analisi, è stata sufficiente la segnalazione alla polizia. I ricercatori hanno usato, infatti, i dati degli incidenti riportati dalla polizia piuttosto che i dati dei sondaggi, come il British Crime Survey.  La ragione di tale scelta  risiede nel fatto che il sondaggio risulta “insufficientemente dettagliato per monitorare i brevi periodi richiesti per questo tipo di analisi”.

Anche se si tratta di uno studio relativamente piccolo, ha ramificazioni significative a causa della natura globale dei tornei di calcio televisivi. Le conclusioni di questo studio sono, poi, state condivise dalla Royal Statistical Society, e dalla BBC.

Si potrebbe sostenere che il legame tra il calcio e l’abuso domestico non è necessariamente causale e che ci sono altri potenziali fattori, tra cui l’aumento della polizia nei giorni delle partite (tassi di rilevamento più elevati), e le campagne di sensibilizzazione prima del torneo (tasso di segnalazione più elevato).

Uno studio condotto dalla London School of Economics ha, però, escluso tali fattori segnalandone un altro come determinante durante le partite di calcio.

Mentre il legame tra tifoseria calcistica e abuso domestico è complesso, gli esperti della LSE hanno da tempo indicato l’alcol come un fattore importante in questa relazione. L’intrattenimento sportivo ed il consumo di alcol sono ineluttabilmente legati, e questo è particolarmente presente nel contesto del calcio inglese.




È giusto dare la colpa al calcio o all’alcol?

Molti non sono particolarmente sorpresi che una combinazione di aumento della tensione e aumento del bere porti ad un aumento della violenza.

Sandra Horley, amministratrice delegata dell’associazione umanitaria per la violenza domestica Refuge, afferma che puntare i riflettori sul calcio come causa principale dell’abuso domestico è inutile e potenzialmente fuorviante.

Incolpare l’alcool, lo sport o una combinazione dei due, lei dice “lascia la persona violenta fuori dai guai” e “le impedisce di assumersi la responsabilità delle loro azioni”.

Sandra aggiunge che il calcio, come l’alcol, la droga o il gioco d’azzardo non è una ragione, ma una scusa per l’abuso. Anche quando l’europeo finisce, dovremmo ricordare che:

“le donne sperimentano la violenza e gli abusi per mano dei loro partner ogni giorno, non solo quando il calcio è in TV”.

 

Anche se c’è un problema relativo ai canti sessisti ed alla cultura machista intorno al gioco, creando a un ambiente in cui le donne sono oggettivate e messe in disparte, ci sono milioni di tifosi di calcio che scelgono di non abusare delle loro partner.

Con l’aumento dei casi di violenza durante la diffusione del Coronavirus la Fifa ha anche partecipato con l’OMS e la Commissione europea alla campagna #SafeHome.

“…noi chiediamo al mondo del calcio la massima attenzione nei confronti di questa intollerabile situazione che minaccia in modo particolare le donne e i bambini all’interno delle case in cui vivono…

…La violenza non deve trovare posto fra le mura domestiche, così come non deve esistere nello sport. Il calcio ha la forza di veicolare importanti messaggi sociali e noi, attraverso la campagna #SafeHome, vogliamo garantire che le vittime di episodi violenti possano avere accesso ai necessari servizi di assistenza di cui necessitano”

Queste sono state le parole del presidente della FIFA, Giovanni Infantino.




Italia – Inghilterra, la vera sfida

La relazione fra partite di calcio e violenza domestica riemerge a distanza di anni ogni volta che l’Inghilterra partecipa a competizioni internazionali. A volte la stampa estera riprende la notizia ,a volte no.

Il focus sulla tifoseria inglese, però, non è dovuto ad una particolare differenza della società o dei costumi britannici. La principale differenza rispetto ad altre nazioni è che nel Regno Unito ci sono diverse organizzazioni e gruppi di studio che hanno raccolto informazioni, evidenziato collegamenti, promosso campagne.

Nel 2020 il Crime Survey of England ha riscontrato 2.3 milioni di casi di violenza domestica mentre per l’Italia non ci sono dati a disposizione per il medesimo fenomeno.  Il dato più recente per l’Italia è un’indagine Istat 2015, la quale riporta che una donna su 3 ha subito violenze (6.7 milioni di donne).

L’assenza di dati in Italia è dovuta ad una situazione sociale molto migliore (non se ne sente il bisogno) o ad una molto peggiore (nessuno si interessa)? Questa è una valutazione che molti di noi possono fare sulla base della cronaca recente e della realtà che ci circonda.

Certo il calcio non è né il problema né la soluzione al dramma della violenza domestica,  ma ha sicuramente un potenziale comunicativo di grandissima portata. Si spera che il mondo sportivo sia d’aiuto nel sensibilizzare il proprio pubblico rispetto a certi temi e che sia di incoraggiamento a comportamenti responsabili.

Non importa quale squadra vinca tra Italia – Inghilterra, tutti i tifosi possono fare la fare la differenza e competere nell’essere persone migliori.

 

Francesco Maria Trinchese

Exit mobile version