Italia, Francia e la partita a scacchi per il petrolio in Libia

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Di Carlo Barbieri


I cugini francesi cercano di mettere le mani sul petrolio in Libia con una strategia per controllare le materie prime di una vastissima parte dell’Africa.


…E intanto in Libia i cugini francesi cercano di mettere le mani sul petrolio dell’ENI nell’ambito di una semi-ignorata, ma pericolosissima (per noi) strategia per controllare le materie prime di una vastissima parte dell’Africa.

Al momento ad assaltare Tripoli non sono le truppe del generale Haftar con cui la Francia pare abbia rapporti abbastanza buoni, ma una terza forza ostile al “governo legittimo” con cui siamo schierati noi, quello di Al Serraj. Ma scommetto che se questa terza forza sconfiggerà Serraj, Haftar salterà fuori immediatamente e con le buone o le cattive unificherà la Libia sotto un governo filofrancese.

Et voilà, in due mosse, senza che la Francia si sia mai vista sul terreno, i cuginetti si troverebbero nelle migliori condizioni per scalzare l’italiana ENI dai campi petroliferi. Solo un’ipotesi, per carità; ma sono sicuro che per la Farnesina tanto campata in aria non è.

E l’Italia come si sta muovendo? Sgombrando parzialmente l’ambasciata e evacuando tecnici. E su quali amici possiamo contare? Ma sull’Ungheria di Orban, naturalmente, e su altri stati notoriamente di grandissimo peso specifico sulla scena mondiale.

Complimenti al nostro Governo. Fa la figura di un bambino di tre anni che si mette a giocare a scacchi contro veri campioni. E se le cose in Libia andranno male per noi, non possiamo nemmeno sperare che un altro esecutivo rimetta un giorno le cose a posto, perché in certe partite la rivincita non è prevista: se perderemo le partnership petrolifere, sarà per sempre.

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