Cori razzisti durante le partite, il presidente della FIGC auspica l’interruzione. No alla sospensione senza l’ok del delegato alla sicurezza.
Sospensione o interruzione delle partite in caso di cori razzisti. Su questo si basa lo scontro tra la Federazione Italiana Gioco Calcio e le Autorità dello Stato, in particolare Franco Gabrielli e Giancarlo Giorgietti, in merito alla sicurezza nel calcio.
Gabriele Gravina, il presidente della FIGC, in una recente intervista alla Gazzetta dello Sport, aveva parlato di un iter che deve essere semplificato. In pratica, in caso di comportamenti e di cori razzisti la gara potrebbe e dovrebbe essere interrotta. Pochi minuti per placare gli animi, e poi riprendere la partita. Non parlando di sospensione.
E proprio di quest’argomento hanno parlato sia il Capo della Polizia, Gabrielli, che il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo sport , Giorgietti, al convegno su calcio ed ordine pubblico a Reggio Emilia, organizzato dal Sassuolo Calcio e dalla FIGC. Il capo della Polizia, ha sottolineato che “La decisione finale spetta sempre a chi è responsabile dell’ordine e della sicurezza pubblica” senza sminuire il ruolo del direttore di gara, ma centrando l’attenzione sul deflusso dallo Stadio e le eventuali conseguenze.
Non spetta quindi al direttore di gara decidere se far uscire tutti dal campo, spettatori compresi, ma al delegato alla sicurezza. Fin qui è tutto chiaro. Quello che Gravina ha detto nell’intervista alla Rosea è che l’interruzione dovrebbe essere quasi automatica al terzo richiamo dello speaker. Ed ha ancora una volta sottolineato come sia solo l’attuazione di una normativa UEFA.
Al coro si è aggiunta anche la voce di Carlo Ancelotti, colui che per primo aveva riportato l’attenzione sui comportamenti dei tifosi. Durante una lectio magistralis all’Università Vanvitelli, l’allenatore del Napoli ha detto di non aver mai chiesto la sospensione e che “in caso di cori razzisti le partite si devono interrompere, si aspetta qualche minuto e poi si riprende”.
Istituzioni e Calcio non sono parti contrapposte che cercano di trovare una soluzione autonoma, ma due soggetti ne vogliono una comune. Ed ora che si è fatta luce sulla differenza tra sospensione ed interruzione di una partita, si può continuare a lavorare insieme. Come diceva Gabrielli: “un passo l’uno verso l’altro per camminare insieme”.
Simone Parisi