Isterectomia forzata e immotivata per le migranti ispaniche, condizioni sanitarie terrificanti, nessuna norma anti Covid-19. Il trattamento riservato ai migranti rinchiusi nell’Irwin County Detention Center in Georgia.
L’Irwin County Detention Center? «Una specie di campo di concentramento sperimentale»: lo definisce così l’ex infermiera Dawn Wooten. Si tratta dell’ Irwin County Detention Center, centro di detenzione per migranti situato a Ocilia, nella Georgia del Sud. La donna, infermiera da oltre dieci anni, ha prestato servizio nel centro per circa tre anni e con l’inizio della pandemia è stata gradualmente diffidata e retrocessa per poi essere licenziata. La sua colpa? Aver richiesto l’introduzione di protocolli più adeguati per fronteggiare l’emergenza e aver portato alla luce le terrificanti condizioni sanitarie dalle quali è governata la struttura.
La denuncia
L’Irwin County Detention Center è una struttura privata gestita dalla società LaSalle Corrections, responsabile di altri 18 centri di detenzione negli Stati Uniti del sud. Proprio contro la società, l’infermiera Dawn Wooten è riuscita a presentare una denuncia federale, supportata dall’aiuto di gruppi di difesa legale dei detenuti e degli immigrati tra cui Project South Georgia Detention Watch, Georgia Latino Alliance for Human Rights e South Georgia Immigrant Support Network.
Negligenze mediche durante la pandemia Covid-19 e isterectomia di massa
Cure mediche quasi completamente assenti, pratiche igieniche disastrose, nessun riguardo per le norme anti-Covid, negligenze di mancato contenimento dei contagi. Queste sono alcune delle condizioni emerse. E i migranti che hanno provato a far sentire la propria voce contro queste condizioni sono stati puniti e confinati.
La societa LaSalle Corrections sembra aver consapevolmente sottostimato e negato gli adeguati protocolli per la sicurezza del centro di detenzione.
Dalle denunce portate alla luce contro il centro di detenzione migranti, emerge una verità ancor più terrificante. La pratica di isterectomia effettuata su un numero allarmante di immigrate ispaniche. Colpevole la barriera linguistica, molte di queste donne si sono lasciate effettuare un’isterectomia senza nemmeno sapere a cosa andavano incontro. Ed in molti, troppi, casi si tratta di donne perfettamente sane che dell’intervento di isterectomia non avevano bisogno.
Per la sua ignobile specialità, l’esecutore di questa vera e propria isterectomia di massa stato ribattezzato come “il collezionista di uteri”. Quella messa in atto dal medico in questione, non sembra tanto una necessità sanitaria quanto una politica di sterilizzazione forzata verso le minoranze etniche. Un abuso nei confronti della categoria più debole con il quale si sceglie di ignorare le conseguenze psico-fisiche derivate dalla procedura di asportazione dell’utero, in particolar modo se tale procedura non è necessaria.
Le condizioni dell’Irwin County Detention Center portate alla luce non possono essere una mera condanna al centro in questione. Ma devono aggiungere consapevolezza ad una verità che in fondo già conosciamo. Il prezzo che le migranti ed i migranti devono pagare per il trattamento ricevuto è la loro dignità.
Carola Varano