L’8 ottobre è giunta a Gerusalemme la marcia per la pace che ha coinvolto circa 8.000 donne, Israeliane e Palestinesi insieme per chiedere una soluzione politica al conflitto arabo-israeliano.
La Marcia delle donne
Le donne della Palestina, musulmane ed ebree unite, hanno lanciato un segnale importante portando a termine la loro marcia per la risoluzione del conflitto Israeliano-Palestinese.
La marcia è stata organizzata dal movimento Women Wage Peace (le donne fanno la pace) ed è partita il 24 settembre. Numerose le tappe effettuate in Israele e nella Cisgiordania occupata. Qui ha destato scalpore la visita all’insediamento ebraico di Gush Etzion in quanto oggetto di proteste da parte di associazioni palestinesi.
Nonostante le difficoltà, queste paladine della pace hanno raggiunto Gerusalemme. Qui le partecipanti (8000 presenze stimate) intendono dar vita a dibattiti e tavole rotonde nella Tenda della Pace. La conclusione delle manifestazioni è prevista per il 10 ottobre.
Women Wage Peace e i sostenitori dell’iniziativa
Il movimento Women Wage Peace è nato nel novembre 2014, dopo un tragico intervento militare israeliano a Gaza che causò 2100 morti.
Lo scopo di questa organizzazione è quello di ottenere la cessazione del conflitto Israeliano-Palestinese attraverso un accordo politico, avendo constatato il completo fallimento della soluzione militare.
Per raggiungere questo obbiettivo Women Wage Peace ha utilizzato linee guida innovative che non prevedono l’affiliazione ad uno specifico partito. Il movimento infatti, agisce principalmente facendo pressioni sui leader regionali, puntando così ad una visibilità prima locale poi mondiale.
Presentandosi come fortemente inclusivo e dedito all’abbattimento delle barriere il movimento riunisce donne di ogni religione ed estrazione sociale che amano definirsi figlie di Sarah e Hagar (le due mogli di Abramo). In questo modo, le donne rivendicano una discendenza comune che le rende sorelle in lotta per un futuro migliore. La loro marcia è stata sostenuta anche da altre associazioni tra cui le “Comunità del Mondo Arabo In Italia” ed il Movimento Internazionale “Uniti per Unire”.
In conclusione, il vasto sostegno ricevuto da questa iniziativa rafforza la fiducia espressa da Huda Aburquob, direttrice regionale dell’Alleanza per la Pace in Medioriente, riguardo l’influenza che le donne potranno avere nella società israeliana.
La Speranza si declina al femminile
Questa iniziativa ci porta a riflettere sul ruolo delle donne in Medio Oriente e non solo. Si tratta di una dimostrazione importante della capacità delle donne di assumere posizioni forti nei confronti degli eventi che le circondano. La speranza è che le donne unite riescano a sensibilizzare gli uomini di potere riguardo la necessità di concludere la guerra una volta per tutte.
Gessica Liberti