Che cosa prevedono gli accordi di Oslo
Nel 1987 nascono l’organizzazione paramilitare libanese Hezbollah e, anno della Prima Intifada, viene fondata la palestinese Hamas. Nel 1988 Arafat proclama l’indipendenza della Palestina, la cui prima rivolta termina nel 1993 con gli Accordi di Oslo. Chiamato anche Dichiarazione di Principi, prevedeva l’istituzione di un’Autorità Nazionale Palestinese con il compito di autogovernare, seppur in maniera limitata, i territori della Striscia di Gaza e della Cisgiordania, implementati da accordi poi ratificati nel cosiddetto Accordo di Oslo 2 del 1995. Questi accordi, però, non avrebbero ancora portato invece al riconoscimento come Stato della Palestina.
Dalla seconda Intifada ad oggi
Si arriva così alla Seconda Intifada. Scoppiata a Gerusalemme il 28 settembre 2000, i palestinesi farebbero risalire l’episodio scatenante alla visita di Sharon al Monte del Tempio, luogo sacro per musulmani ed ebrei situato nella città vecchia. L’Intifada vide così una crescente successione di fatti violenti proseguiti per diversi anni. La Spianata delle Moschee, infatti, è un luogo da sempre reclamato sia da musulmani sia ebrei. Tra gli eventi più duri l’uccisione del Primo Ministro israeliano Rabin da parte di un estremista religioso ebreo.
L’anno prima un colono ebreo, Goldstein, sparò su una folta folla nella Tomba dei Patriarchi di Hebron, compiendo una strage. Furono costruiti nuovi insediamenti in Cisgiordania, con l’allora Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu forte oppositore del processo di pace. Episodi che, appunto, portarono all’inizio della costruzione del “Muro dell’Apartheid” nel 2002, tra forti critiche del mondo Occidentale. Il bilancio della Seconda Intifada vedrebbe la morte di oltre 4mila palestinesi e poco più di 1000 israeliani.
LUCINI GIANLUCA