L’esercito israeliano nella notte tra martedì e mercoledì scorso ha avviato una operazione militare in Cisgiordania che ha già prodotto oltre 20 morti tra i civili e che nelle intenzioni del governo israeliano dovrebbe contrastare le attività terroristiche di Hamas e della Jihad islamica che, sempre secondo le autorità israeliane vorrebbero allargare la guerra dalla Striscia a quest’area. Tra i motivi scatenanti anche l’attacco suicida a Tel Aviv, rivendicato da Hamas, e che è costato la vita ad una persona.
L’operazione militare, denominata «Campi d’estate» secondo i media israeliani sta coinvolgendo migliaia di militari dell’Idf soprattutto nelle città di Jenin, Tulkarem, Nablus e Tubas ed è già considerata tra le operazioni militari più violente e sanguinose portate avanti da Israele nella zona negli ultimi 20 anni. Secondo le autorità militari a Gerusalemme tale operazione potrebbe anche durare a lungo.
Sull’operazione militare in Cisgiordania si è espresso anche il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz secondo cui l’esercito sta agendo con «tutta la forza» necessaria per smantellare quelle che ha definito come «infrastrutture terroristiche islamico-iraniane».
Se nella Striscia di Gaza in questi giorni sono stati resi possibili i primi vaccini contro la poliomelite, virus tornato ad agire nella zona dopo oltre trent’anni, l’operazione militare in Cisgiordania è invece nel momento di massima violenza e non sembra avere limiti. I soldati israeliani arrestano, torturano e non si fermano nemmeno davanti agli ospedali o alle ambulanze entrambi indicati come possibili nascondigli per gli esponenti del gruppo islamista.
Se la popolazione civile sia stata in precedenza invitata ad evacuare la zona non è ancora chiaro, sono invece note e documentate le atrocità portate avanti dall’Idf nelle città ed in particolare a Tulkarem dove è stato circondato anche un campo profughi, in precedenza già bombardato, e molti civili sono stati sottoposti a interrogatori che prevedono anche l’utilizzo della forza. La città di Jenin è stata isolata e sarebbero 8 le vittime degli ultimi giorni.
L’operazione militare in Cisgiordania è stata condannata anche dall’ONU secondo cui «viola il diritto internazionale e rischia di infiammare ulteriormente una situazione già esplosiva». In particolare il segretario generale Guterres ne ha chiesto l’immediato stop a cui però non è seguita risposta di Israele.
Cisgiordania, una situazione drammatica che si porta avanti da almeno 10 mesi
La drammatica situazione in Cisgiordania non è però solo una novità di questi giorni: secondo dati raccolti dalle Nazioni Unite dal 7 ottobre scorso nella zona sono stati uccisi 622 palestinesi ed il governo israeliano ha direttamente o indirettamente incoraggiato nuove colonie ed insediamenti nella zona (pratica considerata illegale dalla comunità internazionale).
Parole di condanna sono arrivate anche da parte del presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Mahmoud Abbas che si è detto preoccupato per l’escalation in corso che a suo avviso potrebbe portare a conseguenze «terribili e pericolose» per tutte le parti coinvolte.
Negli ultimi 8 mesi è stata approvata la costruzione di oltre 12.000 nuove case per coloni e tale politica è incoraggiata soprattutto dai partiti più estremisti all’interno della coalizione che sostiene il governo Netanyahu, tra cui Religious Zionism di Smotrich, che non ha mai nascosto l’ambizione di annettere la Cisgiordania ad Israele per ottenere quella che lo stesso leader ultra nazionalista ha definito una «vittoria tramite colonie».
A ciò è collegata la nascita tra i palestinesi di nuovi gruppi armati e sono sempre più frequenti gli scontri con i coloni israeliani. La sensazione è che le armi nella regione invece di diminuire stiano invece aumentando a dismisura e l’obbiettivo annunciato da Israele di neutralizzare Hamas sembra ben lontano dall’essere raggiunto. Intolleranza, violenza e guerra che producono nuove violenze, nuove guerre e nuove vittime innocenti sembra essere questo il filo conduttore di questi ultimi 10 mesi e forse anche dei precedenti 100 anni di guerra nella Striscia di Gaza.