Continuano ad aumentare le torture verso i palestinesi. Le autorità israeliane hanno intensificato l’uso della detenzione amministrativa, e hanno prolungato le misure d’emergenza. Secondo il Palestinian Prisoners’ Club, dall’inizio del conflitto, le forze israeliane hanno arrestato oltre 2200 palestinesi. L’HaMoked, un’organizzazione israeliana per i diritti umani, registra che, tra l’1 Ottobre e l’1 Novembre, il numero totale dei detenuti è salito da 1319 a 2070
Dove sono finiti i diritti dei palestinesi?
La grave situazione in cui si trova oggi il popolo della Palestina, purtroppo, non è la prima volta che si verifica. Da anni sono vittime del governo israeliano. A causa però, del recente conflitto, i trattamenti disumani e le torture verso i palestinesi, sono aumentati vertiginosamente.
L’aumento delle detenzioni amministrative dei palestinesi da parte delle autorità israeliane, che ne vede l’arresto di oltre 2200 dal 7 ottobre scorso, è uno degli strumenti che Israele ha utilizzato per perseguitarli. È una forma di detenzione in cui le persone sono trattenute dalle autorità statali per motivi segreti di sicurezza. Tutto ciò è reso possibile dall’applicazione della legge sui combattenti illegali. Essa è una legislazione israeliana che, dal 2002 consente la detenzione amministrativa per un periodo rinnovabile per sei mesi, in assenza di processo per i combattenti legali.
Le condizioni in cui i palestinesi vengono catturati sono gravi. Vengono spesso considerati colpevoli senza prove, arrestati senza mandato e detenuti senza accusa né processo. Arrestati spesso anche nelle loro case, o nei posti di blocco militari e alcuni sono stati costretti a consegnarsi con la minaccia di arresto per i proprio familiari.
Tutto ciò, rappresenta una vera e proprio violazione dei diritti umani. Secondo le Convenzioni di Ginevra e il diritto internazionale umanitario, la presa di ostaggi è considerata un crimine di guerra.
Schiaffo morale e torture verso i palestinesi
Il 31 ottobre le autorità israeliane hanno esteso di un mese lo stato di emergenza nelle prigioni. La Sicurezza nazionale acquisisce così, il potere illimitato di negare ai prigionieri le visite di familiari e avvocati, di tenere i detenuti in celle sovraffollate, di negare loro esercizi all’aperto e di imporre crudeli punizioni collettive come non fornire acqua e luce per lunghe ore.
Grazie ai ricercatori di Amnesty International, possiamo accedere ad alcune informazioni sulle gravi condizioni dei detenuti.
In un’immagine analizzata dal Crisis Evidence Lab di Amnesty International, tre palestinesi bendati e denudati sono accanto a un soldato delle forze israeliane. Una delle tre vittime inquadrate nella foto, ha detto ad Amnesty International:
“Uno dei soldati si è avvicinato e mi ha preso a calci, è salito con entrambe le gambe sulla mia testa spingendo il mio volto a terra. Ha preso un coltello e mi ha strappato i vestiti, e li ha usati per bendarmi. A un certo punto mi è saltato sulla schiena, tre o quattro volte, urlando: ‘Muori, spazzatura!’. Quando ha finito, è sopraggiunto un altro soldato che mi ha urinato in faccia e sul corpo urlando a sua volta ‘Dovete morire'”.
Un palestinese tornato recentemente in libertà a Gerusalemme Est occupata, ha raccontato che gli addetti agli interrogatori israeliani del centro di detenzione al-Maskoubiyeh, lo hanno picchiato procurandogli ferite e nel mentre gli veniva urlato di rimanere a testa bassa e di “apprezzare Israele e maledire Hamas”.
Sono tanti i palestinesi che muoiono nelle celle israeliane. Tante anche le donne che vengono abusate. Secondo l’associazione Save the Children, sono tanti anche i bambini arrestati in Israele, affermandosi così come l’unico paese al mondo ad arrestare anche i minori.
Heba Morayef
Concludo con un commento di Heba Morayef, direttrice di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord, che sollecita le autorità israeliane affinché possano cessare queste torture:
“Le autorità israeliane devono annullare immediatamente le inumane misure di emergenza imposte nei confronti dei detenuti palestinesi e garantire loro un pronto accesso a familiari e avvocati. Tutti i palestinesi arrestati arbitrariamente devono essere rimessi in libertà. Sollecitiamo Israele a consentire al Comitato internazionale della Croce rossa di condurre visite urgenti nelle prigioni e nei centri di detenzione per verificare le condizioni dei detenuti palestinesi”.
Ambra Vanella