Israele approva la legge sugli insediamenti: un nuovo affondo per la comunità palestinese

Israele dice no al diritto internazionale

È di oggi la notizia, diffusa dall’Ambasciata dello Stato di Palestina che notifica l’approvazione da parte del Parlamento israeliano della legge che consente ad Israele “di appropriarsi definitivamente di centinaia di ettari di terra palestinese in Cisgiordania e a Gerusalemme Est, legalizzando retroattivamente un furto: quello di circa 4mila avamposti costruiti abusivamente dai coloni su terreni privati palestinesi.”

Il comunicato ricorda che il primo passaggio parlamentare di questa legge era stato seguito dalla risoluzione 2334 del 23 dicembre 2016 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Tuttavia l’azione dell’ONU non è bastata a far desistere Israele, che ha dato il via libera definitivo alla legge con la votazione della Knesset del 6 febbraio: 60 voti a favore e 52 contro.

Il testo normativo approvato, o “furto legalizzato” come la comunità palestinese lo ha definito, contravviene alle sentenze della Corte Suprema di Tel Aviv sul diritto di proprietà.

Fonte: https://www.avvenire.it/mondo/pagine/gli-insediamenti-necessari-israele-inasprisce-la-reazione

“Incostituzionale” era già stato definito dal procuratore generale, Avichai Mandelblit.

Hanan Ashrawi, Membro del Comitato Esecutivo dell’OLP, già prima che l’approvazione arrivasse aveva espresso la sua disapprovazione, nella considerazione di come stesse passando inosservato uno stratagemma senza alcun vincolo legale né rispetto del diritto internazionale.

“Ancora una volta, il governo di Israele abbia dimostrato di essere più fedele al furto di terra e al colonialismo che alla soluzione dei due Stati e ai requisiti per la pace e la stabilità”. 

Un “crimine di guerra”, che palesa come “Israele stia approfittando dell’inaugurazione della nuova amministrazione statunitense per aumentare il numero di violazioni e prevenire l’esistenza di uno Stato palestinese”.

Sottolinea poi Ashrawi come in merito siano essenziali “misure punitive e sanzioni prima che Israele completi la distruzione della continuità territoriale e demografica della Cisgiordania”.

La comunità internazionale

Lega Araba, unitamente ad altri Paesi, aveva già preso le distanze rispetto alla costruzione delle unità abitative da parte di Israele nel territorio di Gerusalemme Est.

Il Ministero degli Esteri italiano rende nota la sua posizione di preoccupazione attraverso un comunicato.

“Preoccupazione della Farnesina per l’approvazione di 562 unità abitative a Gerusalemme Est e di ulteriori 2500 unità in tutta la Cisgiordania. La consolidata posizione italiana è che la politica israeliana di espansione degli insediamenti è un ostacolo alla prospettiva dei due Stati, per la quale entrambe le Parti sono chiamate a dimostrare fattivamente il proprio impegno”.

Mentre  l’Unione Europea posticipa il summit con Israele previsto per il prossimo 28 febbraio.

“L’incontro, finalizzato a segnare il disgelo nelle relazioni tra Ue e Israele, viene rimandato ormai da cinque anni”

Israeli Prime Minister Benjamin Netanyahu. (AP Photo/Ronen Zvulun, Pool)
Fonte: http://www.ilpost.it/2013/03/18/il-nuovo-governo-di-israele/

Ankara prende le distanze dall’azione israeliana, dichiarando come questa continui a distruggere le basi per una risoluzione della questione. Un commento duro quello arrivato dalla Turchia, che solo nel giugno scorso ha iniziato il suo percorso di disgelo con lo stato di Israele, dopo incidente della Mavi Marmara del 2010 e sei anni di gelo diplomatico.

Silenzio invece dall’altro lato dell’Oceano. L’amministrazione Trump non aveva nascosto una particolare simpatia nei confronti della comunità israeliana e il silenzio seguito all’approvazione della legge pesa più di una palese conferma.

La Casa Bianca si limita ad affermare attraverso un comunicato che “l’amministrazione necessita di importanti consultazioni per decidere su come procedere”.

Giornata Internazionale a Sostegno dei Diritti dei Palestinesi

La notizia dell’approvazione della legge da parte di Israele giunge tra l’altro a pochi giorni dalla celebrazione, per il secondo anno consecutivo, della Giornata Internazionale a Sostegno dei Diritti dei Palestinesi del 1948.

Nata il 30 gennaio 2016 mediante l’iniziativa di leader e movimenti politici palestinesi in Israele, in Palestina e nella Diaspora, la giornata ha promosso “l’attenzione di tutti gli amici della Palestina sparsi per il mondo affinché si oppongano alla repressione dei cittadini arabi palestinesi rimasti in quello che è divenuto lo Stato di Israele dopo la Nakba del 1948, e sostengano gli sforzi di questi cittadini di serie B per contrastare le politiche di discriminazione e Apartheid messe in campo da Israele con l’obiettivo di negare il patrimonio storico, nazionale e culturale della Palestina.”

Un fulmine a ciel sereno no. Parliamo tuttavia di un altro grave crimine impunito che lascia sospesa una questione, quella israelo – palestinese, che va avanti ormai da troppo tempo, senza alcuna efficace risoluzione.

Ilaria Piromalli

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