I Moai, le enormi statue presenti sulle coste dell’Isola di Pasqua, sarebbero servite per individuare i più vicini corsi d’acqua dolce.
Da anni ormai studiosi di tutto il mondo s’interrogano sul segreto dei moai, le enormi statue presenti sull’Isola di Pasqua (Rapa Nui) e per lo più disseminate lungo la costa. Secondo uno studio della Binghamton University di New York le statue sarebbero servite a indicare i punti verso i più vicini ruscelli e le falde acquifere, e sarebbero state dunque fondamentali per raggiungere l’acqua dolce in un clima tanto arido e caldo.
Le statue dell’Isola di Pasqua: risorse fondamentali per individuare i corsi d’acqua
I moai disseminati sull’isola di Rapa Nui sono oltre 1000 (alti anche oltre 12 metri), disseminati sulle coste e, quasi tutti, con il volto rivolto verso l’entroterra. Per anni gli scienziati si sono interrogati su quale potesse essere il loro scopo, e finalmente una ricerca dell’Università di Binghamton sembra aver fornito la risposta tanto attesa, che nonostante sembri esauriente divide la comunità scientifica.
Stando a quanto riportato da La Repubblica, l’autore della ricerca Carl Lipo avrebbe dichiarato:
“Ogni volta che vedevamo grandi quantità di acqua fresca c’erano le statue giganti.”
Le statue quindi non avrebbero raffigurato come si è sempre pensato gli antenati o gli spiriti guardiani dell’isola, ma sarebbero state una vera e propria risorsa per raggiungere la più vicina fonte di acqua dolce. Alcuni studi precedenti a quelli fatti dall’università newyorkese, dimostrano come la reperibilità d’acqua dolce fosse alquanto complicata per gli abitanti di Rapa Nui, i quali sarebbero ricorsi alla realizzazione di profondi pozzi per tentare di accedervi.
Le repliche allo studio fatto dalla Binghamton University
Alcuni studiosi hanno replicato che la funzione dei moai per segnalare l’acqua sarebbe da escludere, visto che questo agli abitanti dell’Isola sarebbe bastato costruire statue molto più piccole di quelle rilevate lungo le coste. Inoltre, la professoressa Jo Anne Val Tilburg, esperta di Rapa Nui, sosterrebbe che l’esistenza di corsi d’acqua vicina ai moai fosse già nota, e che le risorse idriche nei pressi delle statue fossero da considerarsi minori rispetto ad altre.