Nato in Senegal nel 1977 e precisamente nell’Isola di Gorée (tristemente nota per la Maison des Eclaves, dalla quale sono transitati milioni di africani in seguito deportati come schiavi nelle Americhe), Ismaila M’Baye attualmente risiede a Roma ma si ritiene a tutti gli effetti un cittadino del mondo.
Le sue radici ben salde e la sua identità ben definita, gli hanno consentito di conquistare un ottimo punto di partenza per un confronto con la nostra cultura mettendolo in condizioni di interagire e inserirsi con successo in vari ambiti culturali.
I primi approcci con la musica, li fa con il tamburo e risalgono alla sua prima infanzia e da allora le percussioni sono rimaste le sue inseparabili compagne di vita, tanto che ancora oggi sono anche sua materia di insegnamento.
Il suo “debutto” in terra straniera è avvenuto all’età di 15 anni con il gruppo Africa Djembè, per celebrare uno scambio culturale tra Francia e Senegal.
Portare nel mondo la tradizione culturale del Senegal è per Ismaila una vera e propria missione.
La diffusione del suono del djembè e delle altre percussioni africane (doumdoum, sabar, calabass, assiko e altre) contribuiscono a far comprendere nozioni fondamentali della storia dell’Africa.
Quando furono deportati nel “nuovo mondo” attraversando l’Oceano, gli schiavi portarono con loro diversi strumenti che in seguito rimasero fondamento aggregante per la celebrazione della vita e del senso di unità in quelle situazioni disumane in cui si ritrovarono a vivere in terra straniera.
Nel 2016 durante la prima edizione di Musicafrica, svoltasi a Roma, un importante riconoscimento a livello internazionale, quello di Ambasciatore Umanitario, è proprio stato attribuito a quello che oggi è considerato uno dei maggiori percussionisti africani presenti in Europa, Ismaila M’Baye.
Nella sua carriera di musicista, ha suonato in numerosi concerti sia in Italia che all’estero; per citarne alcuni, ricordiamo la sua partecipazione all’11a edizione del Festival Internazionale della musica andaluso/marocchina a Casablanca nel 2014, (ma il Marocco lo ospita anche per altri concerti in diverse date), nel 2015 fa tappa in Cina per partecipare con il gruppo Yampapaya Tribe a “Energy for a dream tour” in un tour che tocca numerose città cinesi.
Nel suo curriculum è presente anche una Tournée con artisti rapper americani in vari locali di Miami e New York nel 2011.
Possiamo anche elencare Olanda, Portogallo, Germania, Spagna, Svizzera, Austria, Grecia, solo per citare alcuni dei paesi europei che hanno ospitato i ritmi di Ismaila M’Baye.
Con la “Med Free Orkestra” si è esibito in un Tour nel 2016. Fra le tante tappe una data di rilievo è stata quella del Primo Maggio, nel Concerto a Piazza San Giovanni in Laterano a Roma.
In Italia lo ricordiamo suonare il djembè con il gruppo “Kilimangiaro Band” nel programma domenicale condotto da Licia Colò “Alle falde del Kilimingiaro” dal 2006 al 2013.
Negli ultimi anni la sua carriera ha avuto un’impennata e le sue partecipazioni anche a programmi televisivi si sono intensificate, lo abbiamo visto suonare in show condotti da Fiorello, Maurizio Costanzo (Maurizio Costanzo Show), Giorgio Panariello e ultimamente nello spettacolo televisivo “Stasera casa Mika”.
Ismaila ritiene di essere una persona molto fortunata per aver avuto l’opportunità di crearsi una formazione ricca di esperienze gratificanti nella loro complessità e crede nella possibilità di poter condividere questa ricchezza con i giovani con il proposito di contribuire all’espansione di un intreccio di culture necessario alla convivenza multietnica
Tra queste esperienze vogliamo ricordare anche il documentario “Redemption Song” del 2015 di Cristina Mantis (vincitore del Riconoscimento Rai Cinema al Festival “Visioni dal Mondo” ) che tratta il tema della forte immigrazione dei nostri tempi, e la partecipazione al film “L’ultimo Pulcinella” del regista Maurizio Scaparro, con Massimo Ranieri nel 2008.
L’inizio del 2017 vede Ismaila impegnato in una rassegna di afrocabaret con Badara Seck, cantante e compositore senegalese e punto di riferimento della comunità africana in Italia, conosciuto bene, per aver calcato piazze affollate, palchi e festival musicali prestigiosi insieme ad artisti italiani come Massimo Ranieri, Mauro Pagani, Ennio Morricone, Fiorella Mannoia, Paolo Fresu, Pino Daniele, Mario Lavezzi, Ornella Vanoni e tanti altri…
Anche il 2017 si preannuncia ricco di numerosi appuntamenti.
Dina Lapis