Ismaele La Vardera: la provocazione di cui non avevamo bisogno

La Verdera

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Ismaele La Vardera: Il Sindaco, dal 12 giugno. Così la dicitura nel manifesto propagandistico. E tutti a commentare “sembra una locandina di un film”.

Amministrative 2017, città di Palermo. Leoluca Orlando confermato sindaco con 125.913 voti – liste annesse -,  il 46,28% di percentuale.

Ismaele La Vardera, in fondo alla classifica dei candidati sindaco con solo il 2,59% di voto. Ma ormai questi numeri non servono più, in quanto nuovi risvolti stanno segnando la figura di questo ragazzo.

Un imbarazzante silenzio stampa aveva pervaso i social di La Vardera a seguito della clamorosa sconfitta che tanto stonava con i toni altisonanti e pomposi con cui aveva mandato avanti la sua campagna elettorale.

Video degni del più alto Francesco Sole – che siano entrambi accomunati dall’essere personaggi inventati di tutto punto? – avevano invaso i social, mesi fa, nell’annunciare la sua candidatura a sindaco. Già la gente ci credeva poco prima, figuriamoci adesso.

A seguito della rissa avvenuta tra La Vardera e Francesco Benigno, attore celebre de “Ragazzi Fuori” e “Mary Per Sempre“, sostenitore della lista La Vardera, è affiorato il vero progetto dietro la candidatura del “Davide Rosso“: un documentario.

Un docu-film, finanziato da Le Iene, per raccontare i retroscena della politica palermitana. Premessa importante: dal 12 giugno il personaggio La Vardera sembra essere scomparso: non ha infatti lasciato dichiarazioni, dallo spoglio dei voti per il sindaco.

È opportuno, per tutti, attendere dunque ulteriori delucidazioni che attualmente preme sentire innanzitutto dal programma “Le Iene”, in quanto chiamato in causa come finanziatore di questo progetto.

Non chiamatelo “genio”

Siamo nell’epoca dei troll, ovvero provocatori appositamente studiati per aizzare la folla contro stereotipi e situazioni populiste dove la gente, in effetti, dibatte particolarmente e ferocemente.

Personaggi funzionali quando sollevano, all’effettivo, le contraddizioni e le ipocrisie di chi sostiene una tesi comportandosi all’antitesi, atteggiamento facilmente riscontrabile nell’opinione pubblica.

È facile dunque, dopo le scoperte venute a galla, scambiare La Vardera per un troll, un provocatore; un illuminato che “ha cercato di aprirci gli occhi”, come l’ha definito sua sorella.

Tutti pensavamo fosse un fascista sconclusionato, palesemente inesperto e con un programma ridicolo e invece è venuto fuori che è solo un imbecille. La provocazione ben riuscita è forse che siamo divenuti imbecilli anche noi.




Il fascino del troll però, glielo si deve: ha creato una coalizione con la feccia del populismo ignorante che facilmente fa presa su chi è analfabeta funzionale: Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Così certo che si è conquistato quel due percento di razzisti ignoranti e creduloni che potevano credere in lui in quanto nuova risoluzione per la città. “Il cambiamento“.

Il problema dunque del suo troll poco riuscito è che non ha sollevato alcun velo sulle contraddizioni e le ipocrisie: chi sostiene Salvini o Meloni fa colazione con pane e razzismo e si sapeva.

Chi invece fonda il suo pensiero su ideali di democrazia e uguaglianza ha continuato a virare al largo dalla figura di La Verdera e anzi ha animato una certa preoccupazione nei suoi confronti. Quindi una provocazione rivolta a chi?

La farsa della campagna elettorale

Ciò che è grave, in tutto questo sono le forze che sono state messe in atto per mandare avanti una campagna elettorale a sostegno di nessuno.

Attendiamo un comunicato di La Vardera anche per chiarire questo punto: i soldi per i manifesti, per il suo ridicolo tour in ape in giro per i quartieri di Palermo adesso come verranno giustificati, essendo stati soldi di una messa in scena.

Ma ciò che è peggio e fa veramente ribrezzo è l’indignazione della gente che lo sosteneva. Il pensiero assolutamente discutibile mandato avanti dalla “politica” del ciuffo rosso ha sollevato la feccia della popolazione di estrema destra la quale, solida di umanità com’è consono al genere, ne ha cantate di tutti i tipi.

Talmente è vergognosa e ridicola l’avvenuta scoperta di tutta questa finta, però, che un senso di solidarietà spontanea a questi elettori non si può privare: c’era chi ci credeva e che adesso si ritrova con un pugno di mosche in mano.

Sarebbe bello e onesto se chiunque sostenesse La Vardera realizzasse che sarebbero stati con un pugno di mosche a prescindere, in quanto una politica così chiusa e populista non è la risoluzione ai mali di questa città.

Ma i miracoli li facciamo fare a Gesù, il quale malauguratamente è stato pure citato nel video di presentazione di Ismaele La Vardera.

L’attesa del Davide contro i Golia della politica

Attendiamo, dunque, che La Vardera si palesi. Il linciaggio mediatico che già sta avvenendo in queste ore sarebbe stato inevitabile a prescindere, in quanto chi non lo sosteneva come sindaco non si è risparmiato un attacco sui social.

Che adesso abbia contro sia chi lo sosteneva, sia chi non lo faceva, rende la realtà davvero grottesca. La responsabilità che sembra sfuggire a lui, ma soprattutto a chi si ritiene offeso, è davvero grossa.

Stiamo parlando di una vera e propria truffa nella quale l’intera opinione pubblica, sia pro sia contro, si è ritrovata. Qualcosa di indubbiamente molto grave, specialmente se legata a un periodo di fermento politico come le amministrative comunali.

Abbiamo davvero bisogno di una provocazione, peraltro mal strutturata, che non solleva alcuna riflessione ma solo indignazione? È stato questo l’obiettivo di Ismaele? È per questo motivo che non si pronuncia da giorni?

A questo punto non resta che aspettare il tanto ambito documentario. Attendiamo, Ismaele, che tu possa illuminarci con la tua verità; speriamo che tu possa aver svelato il marcio che tanto aggrada ai social; vogliamo essere sconvolti.

Aspettiamo questa grande lezione di giornalismo d’inchiesta, talmente in fondo alla verità da essersi camuffata perfettamente e aver preso in giro tutti.

Ma che sia un’opera d’arte di documentario! Lo vogliamo! Perché se invece saranno riprese che sempre lasceranno il già incallito populista a sintetizzare il tutto con “sono tutti ladri”, sappi che non avevamo bisogno di questo tuo gesto eroico.

Sappi che la città di Palermo, ma anche l’Italia intera, non aveva bisogno dell’ennesimo rappresentate di una politica razzista, populista e sconclusionata. E non aveva bisogno a maggior ragione di una farsa.

Attendiamo, inoltre, Le Iene e responsabilità affini. Perché se il giornalismo deve essere a favore della verità, avete scelto davvero una strada sbagliata per dimostrarlo.

Additare colpe con questo poco materiale, non è il caso, c’è già Facebook per questo. Una riflessione era d’obbligo, ma l’attesa è l’unica cosa che resta, attualmente.

Lo spettacolo adesso, però, può concludersi, grazie.

 

Gea Di Bella

 

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