Isis, 19 ragazze curde date alle fiamme

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La Stampa. It
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Ancora una strage silenziosa, ancora vittime sono le donne, 19 giovani donne curde arrestate nell’agosto del 2014 a Mosul  in Iraq insieme a molte altre. La loro colpa?  Aver rifiutato di diventare schiave sessuali dei miliziani dell‘Isis. Le povere ragazze, sono state chiuse in gabbia e portate in una delle piazze del Califfato Nero. Subito dopo, come in un flashback , l’umanità, con un balzo temporale di secoli, è tornata indietro nel tempo, agli anni dell’inquisizione. Le giovani donne rinchiuse, sono state date al fuoco. Testimoni, raccontano che nessuno ha potuto impedirlo, nessuno ha potuto muovere un dito in loro aiuto. La cosidetta società “civile” occidentale, così come i media, non sono state scalfite più di tanto da questo crimine atroce e barbaro, nessuna indignazione da parte dei governi mondiali, solo silenzio e indifferenza.  19 giovani donne , 19 eroine. Si, perché bisogna essere un eroe per dire No a volte, loro lo hanno fatto, hanno avuto un coraggio enorme, hanno preferito la morte piuttosto che diventare schiave del terrore, del regime, della bestialità. Hanno preferito morire da persone, piuttosto che vivere da oggetto. Si, perché di questo si tratta, essere riconosciuti e trattati dignitosamente da essere umani, e non diventare oggetto sessuale, da usare a piacimento. Ed è così da sempre, ed in ogni posto del mondo, e non c’è distinzione di sorta, in questo la bestialità umana è piuttosto trasversale e democratica. Ieri è stato l’Isis, ieri l’altro sono stati figli dell’occidente a dare fuoco a donne che avevano avuto l’ardire, avevano osato di rifiutarsi e dire No. E lo sanno bene  Valentina PitzalisCarla Caiazzo e Sara Di Pietrantonio,  le prime due vive per miracolo, l’altra purtroppo no, ultime vittime in ordine temporale della violenza di genere maschile deviato . Notizia di stamattina, una ragazza pakistana bruciata viva dalla famiglia perché non approvava il suo matrimonio. Le donne e le loro scelte, le donne e i loro No, tutta questa violenza inaudita, sempre e soltanto per la libertà di scelta, la libertà di essere considerata un individuo. È nostro compito, è dovere di ogni cittadino di tenere alta la guardia e condannare qualsiasi comportamento discriminante, insegnare ai bambini il rispetto per sé stessi e gli altri, affinché non si legga più di donne uccise per annientare la loro volontà.

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