Iside è un centro d’eccellenza all’avanguardia, specializzato nella cura e nel reinserimento dei pazienti affetti da “disturbi” psichiatrici. In particolar modo, si occupa di persone affette da Autismo. Sono vent’anni che gli operatori si prodigano per assistere al meglio gli “ospiti” della struttura. Nel 1997, con la dismissione degli ospedali psichiatrici, si apre una prima struttura che accoglie ex Op, con il mandato di reinserimento nel luogo d’origine. Il centro Iside, diviene ben presto un punto di riferimento per le tante famiglie dei Campi Flegrei. Gli ospiti, vengono quotidianamente assistiti, aiutati a recuperare appieno la propria autonomia. La parola chiave è “libertà“. Nessuna coercizione è permessa. Gli ospiti vengono accolti ed aiutati nel loro percorso. La persona prima di tutto. Il lavoro per l’inserimento nel contesto familiare e poi sociale. Una manna per queste persone in difficoltà. La decisione dell’ASL Napoli Nord di chiudere Iside è discutibile e scellerata. In un solo colpo, cinquanta operatori specializzati perdono il lavoro. Cosa ancor più grave -gli ospiti del centro – verranno dislocati in altre strutture – queste ultime, dislocate anche a parecchi km di distanza. Enorme sarebbe il disagio dei pazienti e delle famiglie. Più di cento famiglie. La struttura infatti, è l’unica dell’area nord di Napoli, il suo bacino di utenza, comprende Pozzuoli, Bacoli, Quarto e Monte di Procida.
Come si è arrivati a questo?
- Febbraio 2016: scade l’appalto della struttura Iside
- Ottobre 2016: facendo seguito ad una precedente riunione, su disposizione del direttore generale dell’ASL Napoli Nord, si comunica lo “stato di dimissibilità dei pazienti residenziali e semiresidenziali della struttura Iside e la loro ricollocazione in un setting assistenziale più adeguato.
- Ottobre 2016: in seguito alla decisione dell’ASL, Iside dichiara “lo stato di agitazione del personale “, preoccupata sia della “deportazione” dei pazienti in altre strutture extraterritoriali( in contrasto con i criteri terapeutici previsti dalla legge 180/78), sia per i livelli occupazionali.
- Ottobre 2016: c’è l’incontro tra direzione strategica di Napoli Nord e le sigle sindacali. Si ribadisce la necessità di indire una nuova gara d’appalto, valutando nel contempo e stabilendo i bisogni assistenziali degli utenti.
- 30 Dicembre 2016: l’ASL delibera: “indizione procedura aperta per l’affidamento del servizio di assistenza psichiatrica residenziale e semiresidenziale afferente nell’ambito territoriale della UOSM di Pozzuoli per tre anni”.
- Aprile 2017: nonostante la delibera di cui sopra, non è stata indetta nessuna gara d’appalto.
La situazione di stallo che si è venuta a creare, penalizza oltremodo sia i dipendenti, sia i pazienti. Oltretutto, è dimostrato che la chiusura della struttura, creerebbe i maggiori disagi proprio alle persone che ne stavano usufruendo, andando a minare così, i delicati equilibri di cui queste persone hanno bisogno. La “deportazione” in altri centri, lontano dai loro affetti, sarebbe a dir poco deleteria per chi lotta per creare interazioni ed intessere legami che siano riparo e nido per le persone più deboli. Ciò è oltraggioso, le persone non sono sacchi di patate che possono essere sballottati avanti ed indietro senza conseguenze. Stiamo parlando di 26 pazienti residenti e 30 semiresidenti. Persone a cui verrebbe a mancare l’affetto dei loro cari. Persone che hanno intessuto negli anni rapporti con i collaboratori di Iside. Persone che da un giorno all’altro verrebbero divise e catapultate in una nuova realtà, con tutte le problematiche che ne conseguirebbe. Persone che nel centro, trovavano mille attività e momenti di aggregazione.
100 e più familiari e 53 operai che perderebbero il lavoro. In una zona carente di infrastrutture e centri di eccellenza, chiudere Iside sarebbe un’eresia; tanto più che è stato dimostrato, che per le casse della nostra già disastrata sanità pubblica, non ne verrebbe alcun risparmio, anzi, l’operazione è controproducente. Tutelare questi lavoratori così importanti per il contesto sociale e l’utilità pubblica, ma soprattutto i per gli ospiti della comunità, che da quando è entrata in vigore la legge Basaglia, nella comunità, hanno ritrovato una realtà importante per ritornare alla vita