Iscriversi senza sostenere il temutissimo test di ingresso a Medicina e Odontoiatria? Ora è realtà per chi proviene da altri corsi universitari in ambito sanitario.
Ad affermarlo sono stati i giudici del Tar del Lazio, accogliendo la tesi dei legali dello studio Leone-Felle e Associati di Palermo.
Tutto era iniziato con il ricorso di una studentessa iscritta al corso di laurea magistrale in Chimica e Tecnologie farmaceutiche che aveva aderito all’azione legale per ottenere il passaggio alla facoltà di Medicina.
Qualche mese fa, a ridosso delle immatricolazioni, lo studio legale impegnato nell’azione aveva scoperto che a livello nazionale nelle facoltà di Medicina erano rimasti “vacanti” ben 7mila posti nei corsi successivi al primo anno, posti non assegnati e quindi assolutamente disponibili per trasferimenti e passaggi di corso per anni successi al primo.
Il Tar ritiene non obbligatorio il test di ingresso a Medicina
La necessità di “sbloccare” questo empasse è stata recentemente riconosciuta e formalizzata anche dai giudici del Tar, che hanno concesso il nullaosta per l’immatricolazione a Medicina e Odontoiatria per studenti provenienti da altri corsi di laurea in ambito sanitario senza dover necessariamente sostenere il test d’ingresso, che invece resta per chi volesse iscriversi al primo anno.
Già in precedenza il Tar aveva affermato:
“Non è obbligatorio sostenere la prova di ammissione la quale è, invece, prevista per coloro che intendono immatricolarsi al primo anno, dato che tale prova è necessaria al fine di verificare l’attitudine degli aspiranti al relativo ciclo di studi”.
Ma certamente questo nuovo nullaosta da parte dei giudici in merito al test di ingresso a Medicina chiarisce e precisa alcune situazioni ancora rimaste in bilico, come per esempio il ricorso della studentessa di Farmacia e degli altri universitari aderenti all’azione legale.
Può rappresentare inoltre un fondamentale aiuto per chi già esercita la professione medica, magari anche in contesti difficili e in un sistema sanitario che spinge sempre più al modello low cost.
In Italia non ci sono medici
Recentissimo è l’allarme lanciato dalla FIMMG (Federazione medici di medicina generale) per la carenza di medici, con 45mila pensionamenti nei prossimi 5 anni e senza altrettanti nuovi professionisti che possano sostituirli.
Secondo le stime della FIMMG, infatti, rimarranno senza medico di base circa 14 milioni di italiani, e in Sicilia, Lombardia, Campania e Lazio le situazioni più critiche.
Allarme ancora maggiore se si amplia lo sguardo a 10 anni: fino al 2028, infatti, saranno andati in pensione 33.392 medici di base e 47.284 medici ospedalieri, per un totale complessivo di ben 80.676 medici.
La decisione del Tar, quindi, si comprende ancora meglio se contestualizzata nell’attuale emorragia di medici nel nostro Paese.
L’eliminazione del test di ingresso a Medicina, quindi, potrebbe certamente correre in aiuto a chi attualmente svolge la professione di medico e soprattutto ai pazienti, provando a migliorare la già critica situazione ospedaliero-sanitaria che purtroppo conosciamo bene.
Annachiara Cagnazzo