Ischia, un noir acqua e sapone

“Siamo tutti incasinati, anche dopo che abbiamo riordinato.”

TAFFY BRODESSER-AKNER

Rapido e incalzante sin dal primo istante, il noir firmato da Gianni Mura, firma de la Repubblica, “Ischia”, ha il pregio di essere uno di quei libri che puoi leggere in qualsiasi istante, quale lettura leggera, ma al contempo con l’ambizione di intraprendere qualcosa di più impegnato.

E il commissario Jules Magrite risulta essere, in questo, un valido compagno di viaggio, insieme all’interessante Michelle Lapierre, giudice conosciuto durante le indagini di un caso sanguinoso.

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Fonte: http://www.feltrinellieditore.it/opera/opera/ischia-1/

È tempo di vacanze e il commissario con i suoi “baffi alla Paolo Conte, occhi tra il grigio e il verde, vagamente ironici” si trova in Italia, insieme al suo finissimo palato amante dei cibi di qualità nonché dei vini d’annata, dove si appresta a partire per Ischia insieme alla sua signora, ma sullo sfondo di una tenera storia d’amore, un omicidio avvenuto sull’isola dilania la calma apparente che la circonda e Magrite, da romantico e infallibile ricercatore della verità, non mancherà di iniziare ad indagare. D’altronde nulla può il cuore di un commissario che un caso non potrebbe turbare!

Ma la particolarità sta nel fatto che, nel procedere delle indagini, nel procedere del racconto, quello che viene a galla va al di là della semplice narrativa.

Così Ischia diventa il racconto italiano di una società reale, della nostra società, dei nostri vizi, delle nostre virtù e dei mali passi che ovunque si celano.

Dialoghi in cui trovare la quotidianità di un Paese, della sua politica, delle vicende che sono al centro della cronaca e che rendono il libro, oltre che un valido racconto, uno specchio su quanto oggi accade, delle volte in sordina, delle volte, ben più sfacciatamente, sotto gli occhi di tutti.

Molteplici le questioni contenute esattamente come molteplici sono i punti di riflessione che rendono un noir, tutto acqua e sapone, un libro piacevole e interessante, breve ma incisivo.

“Ecco, commissario: questo è il punto. Basta che in un Paese si voti per definirlo democratico? O serve di più?”

“La risposta non è facile. E la bottiglia è finita, a quanto pare.”

Con questo dialogo contenuto sul far della fine lascio a voi Ischia, una lettura per una notte di fine estate e un lento rientro alla vita di tutti i giorni.

 

Di Ilaria Piromalli

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