Ischia, la famiglia Marmolo simbolo del terremoto
Ogni terremoto ha le sue vittime, i suoi danni, ma anche i miracolosi salvataggi. Come già successo in altri casi, succede che involontariamente qualcuno dei superstiti diventa un simbolo di quella tragedia. Ad Ischia si tratta della famiglia Marmolo, fortunatamente tutti salvi.
Sono le 20:57 quando una terribile botta di magnitudo 4 colpisce l’isola di Ischia. Crollano case e subito le notizie riportano la morte di due donne. Il luogo più colpito è Casamicciola ed è qui che viveva Ciro con la sua famiglia. Papà Alessandro, mamma Alessia (incinta di una bambina) e i tre fratellini: Ciro, Matthias e Pasquale.
Al momento del crollo, Ciro e Matthias erano nella loro cameretta a giocare e quando è arrivata la scossa si sono salvati rifugiandosi sotto il letto a castello. Il padre dei ragazzi si trovava fuori, è stato portato in ospedale ma subito è voluto ritornare tra le macerie di quella che era la sua casa per aiutare i soccorritori a ritrovare i suoi tre figli sepolti. Accanto a lui la moglie, che era riuscita a scappare dalla finestra del bagno.
Il primo ad essere salvato è stato Pasquale, di soli 7 mesi. Guidati dal suo pianto, i soccorritori hanno estratto vivo il piccolo attorno alle 4 di notte ed hanno continuato a scavare per ritrovare gli altri due bambini. Lavorando tutta la notte, tra il buio e la paura, sono stati portati in salvo anche Ciro e Matthias.
LA LUCE OLTRE LE MACERIE
Le operazioni non sono state facili ma un importante aiuto è stato dato da Ciro stesso.
“Ciro è un eroe deve essere riconosciuto come tale ha salvato sé stesso e i fratellini, è rimasto sveglio tutta la notte e ha guidato i soccorsi. Ha avuto una lucidità e una maturità incredibile per i suoi 11 anni”, ha raccontato il tenente della guardia di finanza Pietro Gentile. “Dopo la scossa ha preso Matthias e lo ha spinto con lui sotto al letto, il materasso e le reti li hanno tenuti al riparo”.
Alle 10 del mattino, Matthias è stato estratto dai cumuli di pietre, mentre per Ciro il lavoro è durato ancora. Aveva una gamba incastrata ed è stato reidratato con una flebo mentre i soccorritori gli tenevano compagnia parlando. Sono passate 16 ore dalla scossa durante le quali, il piccolo Ciro è passato dalla paura alla rabbia. Gridava contro il fratellino sempre nel tentativo di proteggerlo e quando è rimasto solo, in quella gabbia di pietre è stato il momento peggiore.
“Sei un bugiardo…Morirò, lo so” gridava a Marco dei vigili del fuoco. “Non morirai, dobbiamo andare a mangiare una pizza insieme” gli rispondevano da fuori. Dopo aver liberato il ragazzino anche dagli ultimi massi, finalmente Ciro esce dalla trappola della sua stessa casa. E tra gli applausi liberatori della gente in attesa, il piccolo eroe che coraggiosamente ha protetto il fratello, tenendo duro tutta la notte, ringrazia i suoi salvatori.
“Grazie che mi hai dato coraggio…grazie per avermi regalato la targhetta. Andremo sicuramente a mangiarci la pizza insieme. Se non fosse stato per te, per voi io sarei morto sicuramente”
“Trovare i bambini vivi e salvarli: è questo che ci da’ la forza di andare avanti e lavorare senza sosta anche per giorni“, racconta Teresa Di Francesco, una delle donne della squadra che era anche nel team dei soccorritori di Rigopiano.
Adesso la famiglia è in ospedale. Tutti sono in salvo, con qualche escoriazione, cicatrice e tanto spavento. I piccoli avranno pur perso i loro giochi, il loro salvadanaio e la loro casa ma “Loro stanotte sono morti e poi rinati, Loro sono una bella famiglia.”(dice la nonna). E’ il miracolo della vita che vince sulla morte, luce contro tenebre.
Silvia Rosiello