L’Iran espulso dalla Commissione ONU sullo Status delle Donne

L'Iran espulso dalla Commissione ONU

La proposta è stata avanzata dagli Stati Uniti, e con 29 voti a favore, l’Iran è stato espulso dalla Commissione ONU sullo Status delle Donne. La causa sarebbe la violenta repressione messa in atto dal regime nei confronti dei manifestanti scesi in piazza a seguito della morte di Mahsa Amini

Le condanne a morte

Una delle cause per cui l’Iran è stato espulso dalla Commissione ONU riguarda la pena di morte, eseguita nel paese tramite impiccagione o lapidazione. Secondo la legislazione iraniana, possono essere giustiziati i maschi sopra i 15 anni e le femmine sopra i 9. Sebbene nel 2004 fosse stata vietata l’esecuzione di minori sotto i 18 anni, il decreto non viene tutt’ora rispettato. La pena di morte viene applicata in svariate circostanze quali omicidio, adulterio, stupro, omosessualità, droga, blasfemia, contrabbando d’arte, rapina a mano armata. Secondo Amnesty International le condanne a morte  avvengono spesso a seguito di processi irregolari (a luglio 2022 le condanne ammontavano a 251).

Come ha dichiarato il capo della magistratura di Teheran, Ali Al-Qasi Mehr, sarebbero 400 i manifestanti sotto accusa per aver preso parte alle proteste scatenate a in seguito alla morte di Mahsa Amini.  Secondo gli attivisti, i condannati a morte sarebbero circa una dozzina.  Da settembre ad oggi, gli arresti sono stati 18.000 e le uccisioni più di 450, di cui 60 minori.

I due giovani uccisi mediante la pena capitale sono Mohsen Shekari, l’8 dicembre, e Majidreza Rahnavard, lunedì 12 dicembre, entrambi di 23 anni. Sono stati accusati di “moharebeh“, “lotta contro Dio”, un delitto previsto dalla Sharia iraniana. Negli ultimi giorni è trapelata la notizia di altre due condanne a morte nei confronti dell’ex calciatore Amir Nasr-Azadani e dell’attore Hossein Mohammadi. Nonostante il clima di terrore promosso dal regime iraniano, le proteste continuano a dilagare a macchia d’olio in tutto il paese.



L’espulsione di Theran dalla Commissione Onu

L’Iran è stato espulso, dopo la sua recente entrata, dalla Commissione delle Nazioni Unite sullo Status delle Donne (CSW), un organo composto da 45 membri affiliato al Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC). Lo scopo del CSW è quello di promuovere la parità di genere e l’emancipazione delle donne. A seguito dell’uccisione di Amini e della violenta repressione, la contraddizione dell’Iran all’interno della Commissione era diventata più forte che mai.

L’espulsione di un paese non era mai avvenuta prima d’ora, ed è stata proposta dagli Stati Uniti. Affinché potesse essere attuata, era necessaria l’approvazione della maggioranza dei 54 paesi che compongono l’ECOSOC. Sono stati 29 i paesi ad aver approvato la risoluzione, tra cui l’Italia, 16 si sono astenuti, e solo 8 opposti: Cina, Russia, Bolivia, Kazakhstan, Nicaragua, Nigeria, Oman e Zimbabwe.

L’ambasciatrice americana Linda Thomas-Greenfield in una riunione dell’ECOSOC ha affermato che:

L’adesione dell’Iran in questo momento è una brutta macchia sulla credibilità della Commissione. […]

Possiamo agire, in questo momento, per sostenere le donne. Possiamo agire in risposta diretta ai nostri elettori: la comunità globale delle donne. Il governo iraniano non vuole altro che uscire da questo voto. Usare disinformazione e trucchi procedurali per oscurare la verità ed evitare la responsabilità.

Ma oggi, vi esorto a mantenere questo semplice. Abbiamo donne e attiviste iraniane qui nella stanza con noi in questo momento. Facciamo bene da loro. Facciamo bene alle donne e alle ragazze di tutto il mondo. Votiamo per rimuovere l’Iran dalla Commissione sulla condizione femminile. Facciamolo per le donne. Per tutta la vita. E per la libertà.

Margherita Buzzoni

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