Iran: arrestati gli studenti Amir Hossein Moradi e Ali Yunesi, ed altri 18 cittadini

Dopo 26 giorni di detenzione la magistratura iraniana ha ammesso l’arresto di Amir Hossein Moradi e Ali Yunesi, due studenti dell’Università Sharif di Teheran. Amir Hossein Moradi risultava scomparso dal 10 Aprile. Ali Yunesi era invece stato riportato a casa la sera del 10 Aprile con ferite e segni di torture e percosse, per essere poi nuovamente prelevato a distanza di poche ore, questa volta assieme ai propri genitori. Ali ed i suoi genitori sono stati sottoposti ad un interrogatorio durato diverse ore.

Ali Yunesi partecipò alle Olimpiadi Internazionali di Astronomia ed Astrofisica del 2016, 2017 e 2018, guadagnandosi rispettivamente un oro, un argento e di nuovo un oro.
Ami Hossein Moradi aveva anch’egli partecipato alle Olimpiadi, vincendo la medaglia d’argento nell’edizione del 2017.

Il 5 Maggio il portavoce della magistratura del regime, Gholam Hossein Esmaili, ha confessato il loro arresto, ed ha dichiarato che i due studenti sarebbero legati all’Organizzazione dei Mojahedin del Popolo Iraniano (OMPI/MEK). Il regime, per giustificare il loro arresto, ha dichiarato il falso, sostenendo che i due sarebbero stati coinvolti nella progettazione di un attentato e di aver rinvenuto nelle loro case del materiale esplosivo.

La teocrazia, temendo altre rivolte popolari su scala nazionale, ha implementato le misure repressive.
Di seguito l’elenco dei nominativi degli altri 18 cittadini iraniani arrestati dal regime: Mohammad Reza Ashrafi Samani (Isfahan); Nahid Fathalian (Teheran); Kamran Rezaifar (Teheran); Sepehr Imam Jomeh (Teheran); Parastu Moini (Teheran); Zahra Safai (Teheran); Bihan Kazemi (Kuhdasht); Forugh Taghipur (Teheran); Marzieh Farsi (Teheran); Masud Rad (Teheran); Mohammad Mehri (Qom); Somayeh Bidi (Karaj); Mohammad Hassani (Karaj); Rasul Hassanvand (Khorramabad); Gholam Ali Alipur (Amol); Mehran Gharabaghi (Behbahan), Majid Khademi (Behbahan); Saeed Rad (Semnan).

La sig.ra Maryam Rajavi, presidente eletta del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana, ha sottolineato che questi prigionieri sono a rischio di tortura ed esecuzione, ed ha nuovamente lanciato un appello al Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU ed alle organizzazioni per i diritti umani, chiedendo l’invio in Iran di una delegazione internazionale che visiti le carceri ed incontri i prigionieri.
La Presidente ha ricordato che il regime deve pubblicare i nomi di tutti coloro che sono stati arrestati e che deve inoltre rispettare i loro diritti, sanciti dalle leggi e convenzioni internazionali.
Nelle carceri iraniane, torture e maltrattamenti sono la consuetudine, e dal 2017 ad oggi diversi prigionieri sono morti sotto tortura.

 

Samirà Ardalani

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