Quando la scienza supera le nostre fantasie più sfrenate sbocciano idee incredibili. Ecco a voi cinque invenzioni geniali nate nell’ultimo mese.
E’ indubbio che questo secolo stia vivendo una fase di accelerazione tecnologica senza precedenti, che richiede capacità di adattamento sempre maggiori. Un processo inarrestabile, dove alla creatività umana corrispondono le capacità tecniche per trasformare delle idee straordinarie in realtà. Così, mentre termini come “realtà aumentata” e “intelligenza artificiale” sono entrati nel nostro lessico quotidiano, nuove invenzioni geniali già si affacciano dalle soglie dei laboratori universitari.
Braille a ultrasuoni
Come molti sanno, il codice braille è un sistema di lettura e scrittura che funziona attraverso il senso del tatto. Spesso utilizzato nei luoghi pubblici per trasmettere messaggi e comunicazioni, questo metodo comporta un certo numero di limitazioni. Non solo è impossibile aggiornare i contenuti testuali senza sostituire il supporto, ma presenta problematiche di natura sanitaria che – oggi più che mai – non è possibile ignorare.
Per ovviare al problema l’Università di Bayreuth in Germania ha inventato HaptiRead, un dispositivo a ultrasuoni che emette frequenze sufficienti per essere riconosciute al tatto. L’utente, trovandosi entro i 70 cm di distanza, può quindi percepire direttamente sul palmo della mano lo stimolo corrispondente al carattere braille di riferimento. Un sistema flessibile, che permette un costante aggiornamento dei testi senza esigere il contatto diretto tra mano e superficie.
Vestiti intelligenti
Che aspetto avranno gli abiti del futuro? Un gruppo di ricercatori dell’Università Carlos III di Madrid si è posto proprio questa domanda, e la risposta ipotizzata è a dir poco sorprendente.
Di solito i vestiti sono mere proiezioni esterne che trasmettono attrazione, ricchezza o professionalità. Noi ci siamo chiesti se fosse possibile creare vestiti in grado di influenzare i nostri sentimenti.
Ana Tajadura-Jimenez, leader del team di ricercatori di Madrid
Tra le invenzioni geniali dell’ultimo mese si inseriscono le stoffe intelligenti, in grado di trasmettere sensazioni e stati d’animo. Funzionano grazie alla nanotecnologia, che ha permesso l’inserimento nel tessuto di piccoli motori in grado di azionarsi in base a schemi precisi. A ogni sensazione trasmessa dalla stoffa è associato uno stimolo, che attiva una reazione positiva in chi indossa l’abito. In futuro quindi, per sentirsi più tranquilli o fiduciosi, potrebbero bastare il giusto abito “intelligente” e un piccolo telecomando.
Plastica che si ripara da sola
Anche la ricerca sui materiali sta raggiungendo risultati incredibili. Lo sanno bene i ricercatori dell’Università di Singapore, che hanno appena messo a punto il brevetto per un nuovo materiale. La sua particolarità? Emette luce e si ripara da solo.
HELIOS è una plastica trasparente ed elastica, dotata di un’alta permettività elettrica e capacità di accumulo energetico molto superiore alle tecnologie affini. Il risultato è che la luminosità che emette è 20 volte superiore alla concorrenza. Come se non bastasse, piccoli danni come lacerazioni e forature non sono più un problema. HELIOS sfrutta la reversibilità dei legami tra molecole per ripararsi da sola.
Ma a cosa può servire? L’idea dei ricercatori è di impiegare HELIOS nella costruzione di display wireless a prova di incidente e ad alta efficienza energetica, ma non solo. Il materiale risulterebbe molto utile alla costruzione di robot dal corpo morbido, di cui sarebbe un rivestimento perfetto. Con questa nuova “pelle” fluorescente e auto-riparante, potrebbero infatti essere utilizzati in ambienti bui come luoghi di disastri.
Guanti traduttori
Nella lista delle invenzioni geniali dell’ultimo mese non possono mancare. Dall’Università della California arrivano dei guanti indossabili capaci di tradurre in tempo reale il linguaggio dei segni Americano, senza mediazione umana.
La nostra speranza è quella di creare un modo semplice per le persone di utilizzare il linguaggio dei segni per comunicare direttamente con i non-signers senza il supporto di un traduttore. Inoltre, speriamo che questo possa aiutare più persone a imparare il linguaggio dei segni in prima persona.
Jun Chen, docente di Bioingegneria presso l’Università della California
Il prototipo è dotato di sensori allungabili disposti lungo le dita. Il loro scopo è rilevare il movimento che la mano compie per comporre lettere, numeri, parole e tradurlo in un segnale elettrico. L’impulso viene poi trasmesso in modalità wireless a un’applicazione e tradotto quasi simultaneamente, alla frequenza di una parola al secondo.
Biostopper, l’idea di Mario Palazzetti
Anche dall’Italia arrivano invenzioni geniali, nate sulla scia dell’emergenza Covid-19. L’ingegnere Mario Palazzetti, già autore del sistema di frenata ABS, indaga nuove soluzioni per eliminare l’uso del plexiglass protettivo nei luoghi pubblici.
Biostopper è un semplice dispositivo in grado di generare una barriera biologica tra due persone. Una volta attivato, genera un piccolo vortice attorno al corpo dell’individuo che induce le particelle prodotte a ricadere nelle immediate vicinanze, senza invadere lo spazio altrui. Una sorta di “distanza maggiorata”, che non richiede l’impiego di plastiche e altri materiali.
Un ruolo importante nella vicenda di Biostopper è stato giocato dal programma televisivo Report. L’invenzione di Mario Palazzetti è apparsa infatti per la prima volta nella trasmissione, che ha poi agito come mediatore con il Politecnico di Torino dove ora si trova il prototipo. Sebbene Biostopper sia ancora in fase di sperimentazione, i risultati dei primi test sono molto incoraggianti e sembrano provare l’efficacia del dispositivo.
Altre menzioni speciali
Non solo la scienza indaga territori inesplorati, ma spinge anche le tecnologie esistenti oltre i limiti del possibile. Tra le invenzioni geniali più recenti non possono quindi mancare le ultime trovate nel campo della realtà virtuale e aumentata.
Dall’Università di Chicago arriva il visore per la realtà virtuale in grado di trasmettere le variazioni di temperatura. Sfruttando le proprietà di alcuni odori, come la freschezza della menta e l’arsura del pepe, il dispositivo invia stimoli olfattivi in grado di illudere il nostro corpo. L’esperienza virtuale si arricchisce così di brividi di freddo e vampate di calore, rendendosi ancora più realistica.
Infine, Google resuscita i dinosauri con una nuova applicazione di realtà aumentata. I rettili del passato sono ora disponibili nei minimi dettagli direttamente sui nostri smartphone, basta una rapida ricerca Google e la selezione dell’opzione “View in 3D”.
Carlotta Biffi