La luteina contrasta l’invecchiamento cerebrale

cavoletti di Bruxelles

La luteina è una sostanza ben conosciuta a chi cerca di mantenere la salute e mantenersi in forma con il mangiare sano, secondo uno studio appena pubblicato su Frontiers in aging neurosciences da ricercatori dell’Università dell’Illinois a Urbana–Champaign proteggerebbe anche dall’invecchiamento cerebrale.
Cos’è la luteina e in quali cibi è contenuta
La luteina è una xantofilla, le xantofille sono una serie di sostanze naturali appartenenti chimicamente alla famiglia dei carotenoidi, quindi potreste anche trovare scritto che è un carotenoide.
La luteina è contenuta in alimenti di origine animale (il tuorlo d’uovo ne contiene parecchia) ma sopratutto in vegetali verdi come gli spinaci, il cavolo e la verza, negli avogado ma anche nel mais.
Finora una delle proprietà benefiche più riconosciute della luteina era una funzione protettiva dai danni da raggi del sole prevenendo o rallentando la degenerazione maculare senile.
Lo studio sulla luteina come protettore dall’invecchiamento cerebrale





Già numerosi studi precedenti avevano stabilito che la luteina è il carotenoide più presente nel cervello umano, ma non erano stati condotti studi su come l’accumulo di carotenoidi (tra l’altro facilmente misurabile perchè si vanno a depositare sulla retina, nella macula) sia collegato alle capacità cognitive. Inoltre molti studi hanno dimostrato che in realtà il calo cognitivo non inizia in età molto avanzata, ma che ci sono molti adulti di mezza età che mostrano segni di decadimento cerebrale. Lo studio dell’università dell’Illinois quindi si è basato su giovani e adulti di mezza età (età 25-45) con lo scopo di investigare la relazione tra età e MPOD (Macular Carotenoid Pigment Optical) e capacità cognitive. In pratica sono stati dei compiti di tipo cognitivo da svolgere ed è stato osservato come l’età influisse sulla capacità di svolgerli e separatamente come influisse il livello di carotenoidi. Il risultato è stato che ovviamente i giovani riuscivano meglio, ma anche che chi aveva più alti livelli di carotenoidi riusciva meglio, anzi addirittura in un particolare tipo di test cognitivi i cosiddetti flanker task la risposta è stata più positivamente influenzata dal livello di carotenoidi che dall’età.
Ora c’è molto da scoprire, innanzitutto non sappiamo se e come una dieta ricca di luteina ne influenzi l’andarsi a depositare sulla retina, perchè, ricordiamolo, è quello che i ricercatori hanno testato, non quanta luteina assumessero i partecipanti ma quanta ne avessero depositata nella retina. Poi c’è da investigare se gli effetti positivi si estendano anche a memoria e apprendimento, perchè lo studio si è concentrato solo sull’attenzione.

Roberto Todini

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