India. Gli Intoccabili si ribellano alle discriminazioni legalizzate

fonte immagine: https://noticias.uol.com.br/midiaglobal/lemonde/2015/08/28/casta-dos-patel-inicia-protestos-por-mais-oportunidades-na-india.htm

L’India, Paese simbolo del fascino dell’Oriente convive con numerosi squilibri sociali ed economici, spesso accentuati anche dalla suddivisione della società in caste. Infatti, nonostante i numerosi proclami e tentativi di superamento, questa suddivisione persiste e continua a creare problemi. A dimostrarlo ancora una volta, la rivolta dei cosiddetti Intoccabili che hanno dato vita ad uno sciopero nazionale.



All’origine delle proteste, una sentenza della Corte Suprema che depotenzia una legge pensata per tutelare i Dalit.

 La sentenza della discordia

Il verdetto che ha provocato l’indignazione dei Fuoricasta è stato emesso il 20 marzo dalla Corte Suprema e riguarda un caso di violenza contro i Dalit. Nello specifico è stato impedito l‘arresto immediato di alcune persone accusate di aver aggredito degli Intoccabili. A prima vista questa può sembrare una posizione garantista ma nel contesto indiano, dove le violenze legate alla gerarchia sociale delle caste sono frequenti, la sentenza suscita un forte allarme. Infatti, la Corte Suprema depotenzia una legge che prevedeva l’arresto immediato per chiunque venisse colto in fragrante a picchiare o tentare di uccidere un Dalit.

I giudici giustificano la decisione parlando di “grave abuso” di questa legge, stimando nel 15-16% la quota di false denunce presentate nel 2015, secondo quanto riportato da “Repubblica.” A poco è valso il tentativo del Governo di presentare una petizione contro la sentenza. Si sono così scatenate manifestazioni in numerosi Stati indiani.

Le proteste

Attualmente, si contano circa 9 morti e centinaia di feriti durante scontri e manifestazioni iniziati lunedì. Non si tratta della prima protesta per i diritti dei Fuoricasta, tuttavia essa si distingue per la sua vastità e prontezza di reazione. Lo sciopero e la serrata nazionali hanno coinvolto numerosi Stati, bloccando treni e causando il rinvio degli esami di maturità.

Rahul Gandhi, figlio di Sonia Gandhi, leder dell’opposizione ha criticato la passività del Governo di fronte al provvedimento della Corte Suprema. Secondo Gandhi, infatti, la decisione della Corte giunge in un momento in cui le violenze nei confronti dei Dalit sono in aumento. 

Infatti, il National Crimes Record Bureau segnala che, dall’ascesa al potere del partito dei fondamentalisti indù del Bjp, le violenze legate alle caste sono in crescita. Inoltre, su 145.000 casi in esame il 90% attende un processo.

Insomma, queste proteste pongono l’accento sul risveglio della coscienza Dalit. Questa categoria comprende un sesto della popolazione indiana (200 milioni di cittadini) che sono sottoposti ad umilianti discriminazioni.  Ad esempio, non possono bere allo stesso bicchiere di una persona di casta superiore o sedersi sulla stessa sedia. Inoltre sono spesso relegati alle professioni più umili.

Queste discriminazioni sono sopravvissute nonostante la Costituzione Indiana le abbia dichiarate illegali.

Insomma, la battaglia per i diritti degli Intoccabili si gioca sul piano delle consuetudini ancor prima che su quello legislativo.

Gessica Liberti  

 

 

Exit mobile version