Amedeo Balbi è un astrofisico, divulgatore scientifico, nonché scrittore italiano.
Professore associato di astronomia e astrofisica presso il Dipartimento di Fisica dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, Amedeo Balbi si occupa principalmente di cosmologia, in particolare dello studio della radiazione cosmica di fondo, della fisica dell’universo primordiale e del problema della materia oscura e dell’energia oscura.
Negli ultimi anni si è anche dedicato all’astrobiologia, la scienza interdisciplinare che affronta il problema dell’origine, evoluzione e distribuzione della vita nell’universo.
Balbi ha pubblicato oltre novanta articoli su riviste scientifiche internazionali, e decine di atti di conferenze e contributi a volumi. Scrive per molti quotidiani e periodici, tra cui Repubblica, La Stampa, Wired ed il Post, con una rubrica mensile sulla rivista Le Scienze.
Tra le numerose attività e collaborazioni, ha lavorato all’Università della California, Berkeley, nel gruppo del prof. George Smoot (premio Nobel per la fisica 2006), partecipando all’esperimento MAXIMA, uno dei primi a produrre una immagine ad alta risoluzione delle anisotropie della radiazione cosmica di fondo.
Nel 2006 ha fondato keplero.org , uno dei primi blog scientifici italiani. [ http://www.keplero.org/ ]
Tra i suoi numerosi libri, riportiamo: Il buio oltre le stelle, L’esplorazione dei lati oscuri dell’universo (2011); Cosmicomic, Gli uomini che scoprirono il big bang (2013); e Dove sono tutti quanti? Un viaggio tra stelle e pianeti alla ricerca della vita (2016), dove Amedeo Balbi ci spiega e ci guida tra le ultime scoperte utili della scienza per rispondere alla grande domanda che ci poniamo tutti nella vita: siamo soli nell’universo?
In un viaggio tra scienza, filosofia e storia della scienza, Balbi ci racconta le conoscenze acquisite finora in tal senso, che non sono ancora in grado di darci una risposta definitiva, ma possono permettere di risolvere e comprendere meglio alcune dinamiche prima per noi surreali. Attraverso gli stessi occhi di quando era bambino ed osservava le stelle alla ricerca di un perché e di un come, ci srotola le pergamene della conoscenza dei grandi scienziati susseguiti fino ad oggi, con un linguaggio semplice; meravigliato, proprio come lo è ancora il nostro sguardo sotto un cielo stellato.
Ultima Voce lo ha intervistato per farci spiegare qualche concetto incomprensibile ai più e conoscere meglio questo grande autore, intento a risolvere alcuni dei più ingombranti enigmi dell’uomo.
Legandoci al suo ultimo libro. Immaginando un fantasioso incontro con gli alieni… li troverebbe evoluti e come nei film di fantascienza, o se li immagina più probabilmente come dei microrganismi e nulla più?
Se devo immaginarli, immagino sia più probabile che si tratti di organismi semplici, unicellulari: insomma dei batteri. D’altra parte, sul nostro pianeta la vita esiste da quasi quattro miliardi di anni, ma l’esplosione della vita multicellulare (piante e animali) c’è stata solo poco più di 500 milioni di anni fa. La vita complessa e addirittura intelligente, richiede tempo e condizioni stabili per evolvere, almeno stando a quello che è accaduto sulla Terra. Quindi è più probabile che anche altrove la vita, ammesso che sia apparsa, sia in gran parte costituita da semplici microorganismi e non, come immagina la fantascienza, qualcosa che ci somigli. Ma naturalmente non sappiamo come stanno le cose fuori dalla Terra, e dobbiamo essere aperti alle sorprese.
Dovesse spiegare ad un bambino l’universo, come lo definirebbe?
L’universo è tutto ciò che esiste, lo definirei semplicemente così. Se volessi aggiungere qualche dettaglio, direi che l’universo è oggi un luogo vasto, freddo e buio, che esiste da miliardi di anni e che col tempo ha dato vita a piccole isole di complessità, a galassie ricche di stelle e di pianeti. In almeno uno di questi pianeti è apparso anche un fenomeno fisico a cui diamo il nome di vita, di cui facciamo parte. Da questo posto che ci è toccato nell’universo, cerchiamo faticosamente di capire chi siamo e come stanno le cose.
Il concetto di tempo è assai difficile da concepire… Io, personalmente, credo di aver compreso un qualcosa solo grazie a Interstellar, per quanto sappia che molti presupposti di questo film siano erronei. Un modo per aiutarci a definirlo e immaginarlo?
È vero, è un concetto molto difficile e una delle difficoltà sta nel fatto che per definirlo lo pensiamo sempre in termini di qualcos’altro: il movimento delle lancette di un orologio, l’oscillazione di un pendolo… Insomma, in termini di cose che accadono, di eventi, che appunto accadono “nel” tempo, dandoci la sensazione di qualcosa che “scorre”. Ma in realtà, se si prova a pensare al tempo in termini fisici, si arriva al punto da mettere persino in dubbio la sua esistenza come qualcosa di fondamentale. Di fatto, non c’è nemmeno un tempo unico e universale per tutti, perché lo scorrere del tempo, come ha capito Einstein, dipende dalla velocità a cui ci muoviamo, o dalla forza del campo gravitazionale in cui siamo immersi. Insomma, è un bel rompicapo, e non credo che la fisica abbia ancora completamente capito cosa sia il tempo.
Se un genio della lampada Le offrisse la risposta ad un singolo quesito: cosa gli chiederebbe?
Be’, per essere coerente con quanto ho scritto nell mio libro, gli chiederei di dirmi se siamo soli nell’universo. È una domanda a cui si può rispondere con un sì o con un no, quindi avrei la possibilità di una risposta chiara e sicura.
Progetti o studi attuali che sta facendo? Di cosa si sta occupando, sempre se non è difficile spiegarcelo, vista la materia.
Una delle cose che mi interessano di più al momento è capire cosa rende abitabile un pianeta: perché la Terra ha potuto ospitare la vita per quasi quattro miliardi di anni, mentre altri pianeti sono completamente disabitati? Più in generale, mi interessa allargare il discorso all’intero universo. Cosa rende il nostro universo adatto alla comparsa della vita? Esistono epoche o luoghi dell’universo più adatti alla vita di altri?
Isabella Rosa Pivot