Intervista al politico Giuseppe La Ganga: ex dirigente del PSI, attualmente nel PD

Giuseppe La Ganga

Giuseppe La Ganga è un politico italiano. Ex deputato ed importante dirigente del Partito socialista italiano, è ora aderente al PD: il 23 luglio 2013 è entrato in consiglio comunale di Torino con la carica di Consigliere.

Lo intervistiamo per conoscere da vicino alcune sue opinioni sul PD, su Renzi e per ricordare qualcuno dei suoi contributi ed impegni nel PSI.

Parliamo di PD: a giugno 2016, in riferimento a Torino, Lei affermava che il partito pagava un malessere nazionale. Crede sia ancora così? O forse paga anche un po’ di malessere interno?


Torino ha un’antica tradizione di sinistra, pare quindi ovvio faccia molta notizia che si siano perse le ultime elezioni amministrative.
Credo che il problema sia legato ad una perdita dell’appeal del partito nazionale, poiché non v’erano ragioni reali di cattiva amministrazione comunale… anzi.
Dopodiché è normale che ad un certo punto, con i sistemi maggioritari, si paghi il logoramento del partito presente e che i cittadini ricerchino un cambiamento: difficile che la stessa gestione politica duri più di 30 anni.

Renzi: un’opinione sui suoi risultati per la corsa alla segreteria.

Renzi ha fatto, dal suo punto di vista, un congresso relativamente facile.
Se da un lato, una parte consistente di chi gli era andato contro se n’era già andata molto prima, dall’altro, molti di coloro che davano per scontata la sua vittoria, non sono andati a votare.
Renzi ha sicuramente un seguito importante: dovuto sia al sostegno della parte tradizionale, quello dell’ala costituente del PD, della “Margherita”; sia alla sua aggressività, a questa sua vivacità e spirito vincente, che in un certo elettorato di sinistra piace parecchio.
I vecchi comunisti gli rivolgono la stessa “devozione per il capo” che rivolgevano ad altri leader, sicuramente di più spessore. Pare paradossale, ma è così.

Cosa ne pensa, invece, di chi considera Renzi un leader più vicino alla destra?

Questo è decisamente un giudizio troppo superficiale.
Renzi è un tattico abilissimo, nel senso che fa le cose che gli paiono più giuste in quel dato momento. Ha un’idea di sinistra molto particolare, garbatamente parlando.
Allo stesso tempo, dobbiamo anche dire che non è certo Renzi la causa di questa difficoltà che sta riscontrando la sinistra: è la sinistra tradizionale a “mostrare la corda” ed è difficile ovunque, in Europa, identificare ora come ora una sinistra vincente.

Credo che dovremmo ricominciare a pensare: la politica è sia pensiero che azione. Se vi è solo quest’ultima, otteniamo semplicemente un sistema confusionario.
Le stesse riforme renziane, in effetti, sono apparse spesso frettolose, scritte o gestite male, dettate dalle necessità del momento. Comprensibile quindi che vi siano vecchi riformisti, come me, che per questo stile provino un certo fastidio: non v’è nemico peggiore per il riformista delle riforme scritte male. Si perde di credibilità.

Due argomenti di cui si parla troppo poco in rete.

-L’associazione “Politica-Socialisti per il partito democratico”, ad esempio.

I Socialisti sono ormai un mondo poco conosciuto. Bisognava essere stati attenti ad una stagione politica che si è persa, un poco per ignoranza, un poco perché v’è spesso una cattiva coscienza della sinistra, cresciuta sulla liquidazione dei socialisti. Purtroppo la nostra storia viene divulgata ben poco e con tante banalità: per certi settori dell’opinione pubblica siamo i principali responsabili del debito pubblico. Una chiara falsità che però, come tutte le false notizie in rete, se detta una volta rimane tale, se ripetuta diventa veritiera. Non è che tutto ciò che si trova su Google sia vero, anzi. E spesso gli stessi giornalisti che dovrebbero informare, usano come fonte internet, che rimane ben poco affidabile.

-Nella sua biografia si parla del suo importante contributo all’attuale ordinamento di comuni e province, quando dirigeva il Dipartimento Enti locali per l’Esecutivo del PSI.
Tantissimi i cambiamenti di questi anni. Miglioramento oppure no?

Tutto è cambiato moltissimo dal punto di vista istituzionale. Per esempio, l’elezione diretta dei sindaci ha avuto risvolti politici importanti: i sindaci sono più autonomi e spesso si muovono prescindendo i loro partiti e persino dalla maggioranza nei consigli comunali. Tutta un’altra epoca.
Vi sono molti lati positivi, ma anche negativi: come, ad esempio, quest’ idea moderna del ruolo dei leader carismatici, che salvano la città e poi la patria. Un immaginario completamente errato.

Isabella Rosa Pivot 

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