La ricostruzione delle scuole a L’Aquila dopo 15 anni dal sisma: intervista al Comitato Scuole Sicure

Comitato Scuole Sicure

A 15 anni dal devastante terremoto del 2009 a L’Aquila, oltre a commemorare le 309 vittime, ci interroghiamo, attraverso l’intervista al Comitato Scuole Sicure, su un fenomeno che non sembra aver subito cambiamenti positivi nel lungo tempo trascorso: la ricostruzione delle scuole e l’insegnamento svolto unicamente all’interno dei MUSP, ovvero, Moduli ad Uso Scolastico Provvisorio.

La situazione delle strutture scolastiche a L’Aquila dopo il sisma del 2009

Quindici anni dopo, il ritorno a L’Aquila è un viaggio ancora in emergenza aperta e in una ricostruzione a velocità diverse: da un lato quella privata e dall’altro quella pubblica; da un lato palazzi restaurati e dall’altro edifici ingabbiati o case ancora in macerie. A tal proposito, per conoscere da vicino quanto accade in questa città viene riportata l’intervista al Comitato Scuole Sicure, che dall’unione di genitori, insegnanti e studenti, dal 2017, si batte per garantire Scuole Sicure a partire dalle normative antisismiche reali e assolute.

Dopo 15 anni dal sisma qual è la situazione delle strutture scolastiche?

«Dei circa 20 MUSP installati nel comune dell’Aquila a seguito del sisma del 2009, la maggior parte continuano a essere utilizzati anche oggi a distanza di 15 anni. Inoltre, problema importante è quello relativo alla sicurezza sismica: si tenga presente che per le scuole in muratura che sono state riparate dopo il terremoto del 2009, in molti casi si è deciso di non procedere a un adeguamento alle normative per le nuove costruzioni, ma solo a un miglioramento sismico per le strutture esistenti.

Tale fenomeno è evidente nelle verifiche degli indici di vulnerabilità sismica, che hanno evidenziato valori in molti casi bassi. Infine, c’è un tema sulla localizzazione delle scuole: ad esempio, non si sta procedendo alla ricostruzione, dopo 15 anni, di nessuna scuola pubblica nel centro storico».

Per la ricostruzione delle scuole il Comune dell’Aquila ha previsto 16 interventi a carico dei fondi della ricostruzione, per un fabbisogno totale attuale di più di 90 milioni di euro. Tuttavia, quante sono le strutture scolastiche ricostruite in questi lunghi anni trascorsi?

«Di questi 16 interventi, a oggi, solo due sono stati completati mentre un terzo cantiere è stato recentemente riconsegnato. Quello che emerge, a parte la bassa priorità data alla ricostruzione delle scuole in questi 15 anni, è lo scarso controllo sui tempi di realizzazione degli interventi: l’ultimo dossier sulla ricostruzione pubblicato sul sito del Comune è alla versione n.15 e basta confrontare le varie versioni per vedere uno slittamento in avanti dei tempi di riconsegna dei cantieri. Va poi tenuto conto che, una volta riconsegnati, passano altri mesi, o anni prima che la scuola possa essere riaperta alle alunne e agli alunni».

Il Comitato Scuole Sicure dichiara con fermezza che la ricostruzione delle scuole pubbliche non è stata una priorità nella ricostruzione della città dell’Aquila, né dell’amministrazione di centrosinistra, che ha governato dal 2009 al 2017, né dell’amministrazione di centrodestra che oggi governa L’Aquila.



Qual è il valore della scuola secondo il Comitato Scuole Sicure?

«La scuola crea relazioni, una comunità e, se progettata adeguatamente, intrecciata con il tessuto cittadino, è fonte di crescita per la città e per i suoi bambini. Ad esempio, il pedagogista Francesco Tonucci, autore del libro “La città dei bambini”, analizza come il percorso casa-scuola sia fondamentale per la crescita del bambino.

Per dimostrare quanto questo sia stato finora inascoltato a L’Aquila, basta un esempio: a distanza di 15 anni nessuna scuola pubblica è stata ricostruita nel centro storico: senza scuole è un centro storico senza una comunità, oltre che povero di relazioni. Tuttavia, il Comitato non si batte solo per il centro storico e più volte ha sottolineato l’esigenza di scuole sicure, antisismiche, di prossimità per tutto il territorio».

Nel gennaio 2024, il “Comitato 3e32 ha lanciato un sondaggio dettato dalla volontà di comprendere cosa, secondo i cittadini, manca oggi nel centro storico del Capoluogo abruzzese. Il sondaggio ha ricevuto un’adesione di oltre 600 cittadini e ai primi tre posti della classifica ci sono: le scuole, 182 voti, i parcheggi 136 voti ed infine, i cinema con 117 voti. Punteggi alti anche per: biblioteche, teatri, mercato, farmacie e centri di aggregazione.

In che modo il Comitato Scuola Sicure si sta attivando affinché qualcosa a L’Aquila cambi?

«Il Comitato Suole Sicure in questi anni si è battuto per tenere alta l’attenzione dell’Amministrazione Comunale e della cittadinanza sul tema della ricostruzione delle scuole a L’Aquila e sulla loro sicurezza.

Negli anni, come nel 2019, il Comitato ha scritto, e anche incontrato, il Presidente della Repubblica evidenziando la situazione.

Il Comitato sta continuando a fare rete con altre realtà locali sensibili al tema: la prossima iniziativa sarà una raccolta firme per ottenere un confronto pubblico con l’Amministrazione Comunale, finora sorda alle richieste di chiarimenti».

A tal proposito, il 31 gennaio 2024, il Comitato Scuole Sicure insieme ai Comitati: Oltre il Musp, Comitato per la mobilità scolastica e i servizi pubblici e Comitato 3e32, ha effettuato un appello pubblico all’Amministrazione Comunale dell’Aquila, in cui ha chiesto l’istituzione di un tavolo di lavoro sulla ricostruzione scolastica, e la convocazione dell’Amministrazione di un’assemblea pubblica per discutere di cosa sia stato fatto in questi 15 anni per la ricostruzione e la sicurezza delle scuole a L’Aquila: ma non è arrivata nessuna risposta.

Il Comitato Scuole Sicure e l’insegnamento nei MUSP

I MUSP, Moduli ad Uso Scolastico Provvisorio, sono stati realizzati in sostituzione agli edifici scolastici resi inagibili dal sisma. Tuttavia, queste strutture prefabbricate sono state pensate e costruite per sostituire le scuole, danneggiate o distrutte, per una durata di cinque anni, eppure non è stato così: da strutture provvisorie sono passate ad essere strutture permanenti.

Sono stati costruiti 36 MUSP, distribuiti in tutte le zone colpite dal terremoto: a L’Aquila e nei comuni di Campotosto, Montereale, Ovindoli, Rocca di Mezzo, Scoppito, Arsita, Popoli, Vittorito e Bazzano.

I limiti dell’insegnamento nei MUSP secondo il Comitato Scuole Sicure

«I MUSP strutturalmente sono strutture progettate per garantire una fruibilità nel breve periodo. Dopo 15 anni c’è un oggettivo problema di manutenzione, ma i MUSP sono sempre e comunque strutture provvisorie, container evoluti ma pur sempre di latta: ci sono casi di problemi di eccessivo caldo d’estate o eccessivo freddo di inverno, infiltrazioni d’acqua e tanto altro.

Non bisogna poi dimenticare poi che i MUSP sono stati localizzati temporaneamente in luoghi dove non erano previste strutture scolastiche: c’è quindi un problema di traffico e relativa sicurezza nei momenti di entrata e uscita da scuola, a causa di infrastrutture viarie carenti quanto non progettate per quel tipo di utenza».

In che modo questa situazione sta compromettendo l’istruzione scolastica?

«L’elemento principale per le alunne e gli alunni, gli insegnanti e i genitori, sia la sensazione di precarietà: generazioni di studentesse e studenti sono state private dell’esperienza di una scuola in muratura, antisismica, sicura e in favore di un’esperienza in strutture “provvisorie”, in un eterno “a breve sarà tutto diverso” che poi non si è ancora concretizzato. Inoltre, una vera scuola progettata da zero permette di prevedere tutta una serie di servizi: biblioteche, aule didattiche, palestra, spazio mensa; che un MUSP per la sua stessa idea di gestione di un’emergenza e di provvisorietà non può garantire».

Un altro problema riscontrato è quello dell’accessibilità dei MUSP per i ragazzi con disabilità: nonostante apparentemente risultino accessibili, poiché posizionati in aree aperte e in gran parte costruiti ad un solo piano, esistono problemi di servizi e corredo, come ad esempio i parcheggi. In merito a ciò, il Comitato Scuole Sicure sottolinea:

«Spesso al momento dell’ingresso o dell’uscita da scuola ci sono ingorghi che non rendono facile l’arrivo in vicinanza dell’ingresso della scuola, soprattutto per bambini con problematiche di disabilità».

Vivere a L’Aquila dopo 15 anni dal sisma e gli obiettivi del Comitato Scuole Sicure

In qualità di Comitato quali sono i vostri obiettivi?

«Come Comitato Scuole Sicure, cerchiamo di mantenere viva l’attenzione sulla ricostruzione delle scuole, affinché la battaglia per una scuola sicura, di prossimità, dotata di tutti i servizi e accessibile a tutti, non venga considerata una battaglia ormai persa a distanza di 15 anni, ma un obiettivo, per una comunità, per cui valga la pena ancora di combattere».

Il sisma del 2009 è stato un enorme dramma e, a distanza di 15 anni, la sensazione è che la ricostruzione sia stata un’occasione mancata per offrire a L’Aquila una prospettiva di nuova idea di città. Inoltre, sembra che molti soldi siano stati spesi senza posizionare il Capoluogo lungo una traiettoria precisa, non avendo un’idea chiara. A tal proposito, per il Comitato Scuole Sicure le criticità non sono solo riconducibili alle scuole, ma anche al Trasporto Pubblico Locale, alla sanità e alla vivibilità delle periferie.

Se, da un lato, le preoccupazioni per il territorio non mancano, dall’altro, nelle ultime settimane la notizia che L’Aquila è la Capitale Italiana della Cultura 2026 ha fatto tirare un sospiro di sollievo; potremmo definirla uno spiraglio di luce in questo enorme disastro. In tutto questo, c’è però un aspetto da sottolineare: la vittoria di questo titolo porta con sé il contributo statale di un milione di euro, una somma che, secondo il Comitato Scuole Sicure, non modificherà le sorti della città.

L’Aquila è la Capitale Italiana della Cultura nel 2026. Quali cambiamenti il Comitato Scuole Sicure pensa ci possano essere con questa vittoria?

«Da cittadini aquilani siamo contenti del riconoscimento perché riteniamo che possa permettere una maggiore visibilità dell’Aquila e dei suoi molti tesori artistici, religiosi, storici, enogastronomici, naturali. Da un punto di vista economico, l’importo del premio, un milione di euro, è marginale rispetto alle decine di miliardi di euro che L’Aquila ha ricevuto per la ricostruzione.

Vivendo e vedendo la gestione di questi 15 anni di ricostruzione riteniamo che, il riconoscimento di Capitale della Cultura, non avrà effetti diretti sulla ricostruzione delle scuole che non possono essere improvvisate e che necessitano di una visione chiara, oltre che tempi di realizzazione lunghi.

L’idea di scuola a L’Aquila avrebbe dovuto essere seminata nel 2009 e perseguita da allora».

Lucrezia Ciotti

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