Abbiamo incontrato virtualmente Stefano Antonucci, autore e disegnatore satirico che ha collaborato e collabora con varie riviste e quotidiani nazionali.
Per Shockdom, ha pubblicato insieme a Daniele Fabbri, Gesù la trilogia, V for Vangelo, Qvando c’era lvi e il Piccolo Fuhrer.
“Spera nella pace nel mondo senza ambire a vincere concorsi di bellezza”.
È scontato dire che ne è uscita fuori una piacevolissima chiacchierata. La riportiamo qui per voi.
Ciao, Stefano.
Ti ringrazio intanto per aver accettato di dedicarmi un po’ del tuo tempo e inizio con il chiederti quando e come hai capito che disegnare sarebbe stato il tuo mestiere e se per i tuoi lavori prediligi il disegno manuale o digitale.
Ciao e grazie a te.
Non ho mai pensato di disegnare per lavoro, e infatti nella vita faccio altro.
Ho sempre amato mettere in discussione tutto, me stesso per primo e da li è nato l’amore per la satira e la comicità. Il fumetto è uno dei mezzi che uso per portare avanti questo amore.
A livello tecnico uso una tavoletta grafica e tante imprecazioni.
La satira è la base di tutte le tue collaborazione e i tuoi progetti. Credi che questa forma più di altre abbia del potere sulle questioni politiche e sociali?
La satira non ha nessun potere, esprime il punto di vista dell’autore su quello che lo circonda, non smuove voti, non fa cambiare leggi ed è bene così.
È una forma artistica liberatoria. Serve a liberare se stessi e gli altri, condividendo il proprio parere sul mondo.
Il neo fascismo sembra essere sempre più incalzante. “Qvando c’era lvi” nasce per esorcizzare un timore latente o per far inciampare i fascisti al Romics?
Più che per esorcizzare, il fumetto è nato dall’esigenza di descrivere quello che stava accadendo intorno a noi. Evidentemente non era un sentire comune perché quando abbiamo pubblicato “Qvando c’era Lvi”, la critica che ci è arrivava da più parti è stata: “Che senso ha fare un libro sul fascismo oggi?”
Ad un anno e mezzo di distanza credo che non servano risposte.
Certamente l’idea di rappresentare “Il Piccolo Führer” nelle vesti del Piccolo Principe ha un suo preciso scopo. Com’è nata l’idea e qual’è il messaggio che hai voluto dare?
Il Piccolo Fuhrer è nato dall’idea di far vedere come, attraverso il linguaggio, si possano far passare anche i peggiori messaggi.
La politica attuale, sempre più estremizzata nella comunicazione, ha coniato slogan come “aiutiamoli a casa loro” o “razzismo contro gli Italiani” (per citarne un paio) che sono evidenti paradossi linguistici, che però entrano prepotentemente nel dibattito pubblico e lo indirizzano.
Con il Piccolo Fuhrer abbiamo portato all’estremo questo meccanismo, contrapponendo i messaggi di un regime come quello Nazista alla rassicurante scrittura per l’infanzia.
Il risultato è un libro grottesco che fa paura, ed è un monito per il futuro.
Per i tuoi lavori hai sempre scelto temi popolari e li hai trattati senza riserve. V for Vangelo come Gesù la trilogia trattano il tema della religione in un paese ancora troppo influenzato da dettami cattolici. L’opinione del pubblico e il contesto sociale nel quale viviamo, hanno fatto mai da filtro durante la creazione dei tuoi progetti?
Viviamo in un paese culturalmente cattolico, e anche da ateo assorbi la morale cattolica.
Con Gesù la trilogia e V for Vangelo abbiamo cercato di smontare alcuni miti su cui poggia il cattolicesimo italiano.
Ci siamo divertiti e abbiamo scoperto che viviamo in un paese più chiuso di quello che pensavamo.
A tal proposito, qual è il tuo rapporto con la religione?
Il parroco di paese salta la mia casa ogni volta che gira per le benedizioni.
Mia nonna ci rimane sempre male.
Il tipo di satira che tu fai si abbraccia molto con la Stand up Comedy.
Di recente la vicenda Montanini al format delle Iene ci ha fatto riflettere sul fatto che i media di massa, nonostante il tentativo di slancio progressista, si ritrovano a dover far marcia indietro per seguire un pubblico non ancora pronto ad infrangere determinati tabù. Il tuo lavoro è rivolto ad un pubblico di nicchia o cerca in qualche modo di scavallare questo muro?
In tutte le pubblicazioni ho sempre collaborato con Daniele Fabbri, che è uno Stand up Comedian e autore teatrale e televisivo.
Ci piace quel modo di fare comicità e quindi è naturale si riversi anche nelle opere a fumetti.
In Italia è un genere di nicchia che ha cominciato a diffondersi negli ultimi anni, il pubblico generalista non è ancora preparato a questa forma di comicità, ma la cultura dell’umorismo si porta un pezzetto alla volta.
Noi continuiamo a fare quello che ci fa ridere e se qualcuno ci segue, ne siamo contenti.
Concludo chiedendoti quali sono i tuoi progetti futuri?
Ad aprile verrà ristampato da Shockdom, in una edizione a colori, V for Vangelo, mentre per fine anno stiamo lavorando ad un grande progetto che per ora è top – secret.
Allora Stefano, ti ringrazio ancora per la tua disponibilità e ti saluto sperando di incontrarti presto, magari al Cartoomics di Milano, in modo da poter fare due chiacchiere di persona.
Grazie a te, gentilissima.
Stella Viola