Intervista a Marwa Mahmoud, consigliera comunale di Reggio Emilia e recentemente entrata nella nuova segreteria nazionale del Partito Democratico. Marwa fa parte del cambiamento che è attualmente in atto nel PD ed è stata messa alla guida dell’area che si occupa di partecipazione e formazione politica.
Marwa Mahmoud è nata ad Alessandria d’Egitto ed è arrivata a Reggio Emilia, insieme ai suoi genitori, all’età di 4 anni. Dopo aver frequentato le scuole, all’età di 18 anni non aveva ancora ottenuto la cittadinanza italiana, principale motivo che l’ha spinta a diventare un’attivista, come ci ha raccontato. Dopo anni di attivismo è entrata a far parte, a seguito della sua elezione, del consiglio comunale di Reggio Emilia con il Partito Democratico, con il ruolo di consigliera comunale e presidente della Commissione Speciale “Diritti umani, pari opportunità e città internazionale”. Ad aprile di quest’anno è stata inserita da Elly Schlein nella nuova Segreteria nazionale del PD alla guida dell’area “Partecipazione e formazione politica”.
Come ti sei avvicinata alla politica e a che età? Cosa ti ha spinto ad impegnarti politicamente?
Sono figlia di migranti senza cittadinanza italiana. Quando ho compiuto 18 anni, dopo aver concluso le scuole superiori, mi sentivo italiana ma sulla carta non la ero. Ci sono voluti 4 anni per ottenere la cittadinanza. Questo è stato il principale motivo per cui ho iniziato a fare attivismo, impegnandomi con persone che erano nella mia stessa situazione. Quando la riforma sulla cittadinanza del 2015 non è passata, ho deciso di metterci la faccia ed impegnarmi in prima linea. Nel 2016 ho fondato il movimento “Italiani senza cittadinanza” che si occupa di queste problematiche. Il mio attivismo si è trasformato in militanza politica quando il Sindaco di Reggio Emilia mi ha chiesto di candidarmi con la sua lista, con la quale sono stata eletta consigliera comunale.
Alle domande riguardanti le attività che svolgerà con la Segreteria nazionale del Partito Democratico ha risposto in via generale, senza esporsi. In passate dichiarazioni ha affermato di essere “consapevole di cosa voglia dire esporsi, metterci la faccia e rischiare“. Sarà proprio questa consapevolezza che ha portato Marwa Mahmoud a non voler rivelare dettagli dei suoi futuri compiti? Dopo un mese dalla formazione della Segreteria nazionale, ci aspettavamo dichiarazioni più accurate.
Sei stata scelta come componente della segreteria nazionale del PD per guidare l’area di partecipazione e formazione politica. Quali sono le questioni che vuoi affrontare e quali sono le tue priorità? Quali le proposte per i giovani?
Riguardo alla partecipazione politica la mia intenzione è quella di consolidare e rafforzare quello che già c’è. Per i giovani è importante fornire un senso di appartenenza perché è una generazione che negli ultimi anni fatica ad avvicinarsi alla politica. È necessario saper ascoltare, dare protagonismo ed empatia, partendo dal territorio.
Riguardo alla formazione le cose su cui mi voglio focalizzare sono il collegamento con gli amministratori e amministratrici locali e fornire una direzioni alle persone che si stanno avvicinando alla politica così come all’attivismo.
Dal 2016 al 2022, i circoli del PD sono calati di quasi 1300 unità, principale motivo la scarsa partecipazione. In alcune tue dichiarazioni hai affermato che “c’è molta attenzione all’interno del partito nel voler potenziare il lavoro nei circoli” e che è “importante ripartire dai territori”. Quali saranno le iniziative a proposito?
Ci vuole analisi, ascolto e rilancio. Al momento non mi sentirei di lanciare proposte se non ribadire il reinvestimento di importanti risorse a sostegno dei circoli.
Questo quanto dichiarato da Marwa Mahmoud, precisando che:
Sia per i circoli territoriali sia per quelli tematici: tante persone vogliono poter parlare dei loro problemi specifici e noi vogliamo dargliene la possibilità.
Ci ha parlato del suo rapporto con Elly Schlein, caratterizzato da stima reciproca. Secondo Mahmoud quello che ha portato Schlein a sceglierla come componente della Segreteria del PD è stato principalmente il suo percorso di attivismo locale e nazionale, che le hanno consentito di collezionare importanti esperienze e competenze specifiche. Ma per sapere “le ragioni per cui mi ha scelto bisognerebbe chiedere a lei”, afferma.
Elly Schlein è stata eletta Segretario del Partito Democratico, contrariamente alle precedenti espressioni di volontà degli iscritti al partito. Alle primarie hanno potuto votare anche le persone non iscritte, uno dei motivi per cui Schlein è stata eletta segretaria. Cosa pensi del fatto che i non iscritti abbiano un peso così potenzialmente rilevante per la scelta del segretario nazionale?
Innegabilmente ha influito sull’elezione di Elly Schlein, ma è un elemento che dà l’idea di quanta partecipazione e apertura ci sia rispetto all’individuazione del segretario.
Queste le Parole di Marwa Mahmoud. Chiedendole un parere sul fatto che tra i non iscritti ci siano persone non realmente interessate al partito o addirittura nemici, ha risposto:
Penso che chi abbia votato alle primarie siano i tesserati e che si siano aggiunte tutte quelle persone che non si sono tesserate perché le abbiamo perse nel tempo perché rimaste deluse dalle azioni del partito e che abbiano voluto dare un segnale positivo e innovativo. Non ho la prova che tra i votanti non iscritti ci possono essere state persone che vogliono male al partito.
All’interno del PD è in atto un cambiamento radicale. Più della meta dei votanti ai congressi di circolo, però, volevano Bonaccini. Figure di spicco come Fioroni, Marcucci e Borghi hanno lasciato il partito per sopravvenuta incompatibilità. Sta creando tensioni questa situazione? Come sta il PD?
Non rilevo alcuna tensione all’interno del partito. All’interno della direzione nazionale ho trovato un clima disteso e collaborativo. C’è grande volontà di mettere a disposizione le proprie competenze cercando di dare un contributo valido al Partito Democratico. C’è ovviamente grande pluralità di pensiero ma le valutazioni delle persone che mi avete nominato sono personali. Le uscite sono sempre seguite da un dispiacere, ma non creano tensioni. Nelle ultime settimane abbiamo tesserato oltre 20mila persone: l’entusiasmo e la volontà di partecipazione sono crescenti.
L’integrazione passa anche dalla partecipazione politica. Come coinvolgere i nuovi arrivati in Italia e le seconde generazioni?
Penso che ci siano dei fatti che ci portano una testimonianza significativa. Primo tra tutti, il mio coinvolgimento all’interno della segreteria è indicativo di quanto la politica abbia l’interesse e la volontà di far partecipare le nuove generazioni figlie di migranti e rappresentare la società per come è realmente. Non bisogna lasciare indietro nessuno ed è necessario dare spazio a tutte le persone che vogliono mettersi a disposizione della propria comunità.