Turchia, Erdoğan minaccia un intervento militare contro Israele

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Fonte: http://arabpress.eu/la-turchia-la-dittatura-erdogan/73965/

Dal 7 Ottobre in poi la situazione in Medio Oriente è andata sempre peggiorando e dopo l’attacco missilistico di Hezbollah anche i rapporti diplomatici tra Israele e Libano sono ai minimi storici e un ulteriore escalation è adesso un rischio molto concreto. In questo contesto il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha apertamente parlato di un possibile intervento militare contro Israele con lo scopo di favorire la popolazione palestinese.

«Dobbiamo essere molto forti affinché Israele non possa fare queste cose alla Palestina. Proprio come siamo entrati in Karabakh, proprio come siamo entrati in Libia, potremmo fare lo stesso qui. Non c’è nulla che non possiamo fare»

Nel discorso tenuto oggi, lunedì 29 Luglio, all’interno di una convention politica del suo partito (AKP) a Rize, Erdoğan ha criticato aspramente l’intervento militare dell’ IDF nella striscia di Gaza ed ha citato due eventi del passato come esempi di interventi militari sostenuti positivamente dalla Turchia. In particolare il presidente ha ricordato il conflitto in Nagorno Karabakh, in cui la Turchia ha avuto ruolo attivo nel fornire armi e rifornimenti all’esercito azero, e quello in Libia in cui invece Istanbul intervenne direttamente nel 2020 per sostenere il primo ministro libico Fayez al Serraj e il suo governo di accordo nazionale. Ancora oggi a Tripoli sono presenti numerosi soldati e addestratori turchi che resteranno nel paese almeno fino al 2025.

I difficili rapporti diplomatici tra Istanbul e Gerusalemme

Immediata è arrivata la risposta da parte del governo di Gerusalemme ed in particolare del ministro degli Esteri Israel Katz il quale ha accusato Erdoğan di voler seguire le orme di Saddam Hussein e gli ha poi consigliato di ricordare quale fine abbia fatto il dittatore iracheno in seguito condannato a morte per crimini contro l’umanità. Le parole del leader turco sono state condannate anche dal leader di opposizione in Israele Yair Lapid il quale ha chiesto ai leader occidentali una ferma condanna.

I rapporti diplomatici tra Turchia e Israele sono in crisi da almeno 10 anni, ma certamente la data del 7 Ottobre 2023 è risultata fatale e il seguente massiccio intervento militare di Israele nella Striscia di Gaza ha fatto si che nel giro di pochi mesi Istanbul abbia prima richiamato il proprio ambasciatore a Gerusalemme e poi, nel maggio del 2024, abbia sospeso gli scambi commerciali bilaterali allo scopo di indurre Israele ad intensificare le trattative di pace con Hamas.



Sulle modalità e sui tempi di esecuzione di questo intervento militare contro Israele Erdogan è rimasto molto vago dando l’impressione di non aver ancora deciso niente in modo definitivo, ma di volere per il momento intimorire l’avversario. Come sottolineato dallo stesso presidente in questi anni la Turchia si è estremamente rafforzata a livello militare ed è diventata una delle prime forze all’interno della NATO, ma in questo momento sembra più probabile un intervento indiretto della Turchia a sostegno della popolazione palestinese rispetto ad un utilizzo diretto di soldati turchi.

Lo scenario aperto dal presidente turco rispetto ad un intervento militare contro Israele accende ancor di più gli animi nella settimana in cui il primo ministro israeliano Netanyahu ed il ministro della Difesa Gallant sono stati autorizzati dal parlamento a decidere modalità e tempistiche per l’intervento contro l’organizzazione terroristica di Hezbollah presente in Libano la quale invece per adesso ha sempre negato di essere responsabile del missile che ha colpito il campo da calcio a Majdal Shams e che ha ucciso 12 bambini.

La strada intrapresa dai principali leader della zona medio orientale, Turchia compresa, non sembra essere quella che dovrebbe portare ad una de-escalation militare sia in Palestina che in Libano. Le minacce da parte di Erdoğan di un intervento militare contro Israele, seppur ancora molto vaghe, vanno comunque a peggiorare una situazione già molto delicata.

Andrea Mercurio

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