Parliamo di intersessualità, conosciuta come Sindrome di Morris o sindrome da insensibilità agli androgeni
Intersessualità significa che i neonati affetti da questa malattia hanno un corredo cromosomico maschile ma sviluppano caratteri sessuali femminili.
Da qui la denominazione di intersessualità, perché le persone che ne soffrono posseggono organi maschili che si trovano però internamente al corpo, sviluppano peculiarità psicologiche femminili ma senza avere né ovaie né utero.
Chi è affetto dalla Sindrome di Morris, infatti, presenta cromosomi maschili ma gli ormoni prodotti dai testicoli non riescono a sviluppare caratteri maschili perché i tessuti fetali sono insensibili agli androgeni. Allo stesso tempo, però, il feto è incapace di sviluppare gli organi femminili, bloccati proprio dagli ormoni prodotti dai testicoli.
È una sindrome poco conosciuta, di cui però ultimamente si è sentito parlato dopo la confessione di Hanne Gaby Odiele, modella belga 29enne, che ha deciso di raccontare la sua storia.
Hanne ha sfilato per le maggiori Case di moda, da Dior a Prada, passando per Chanel e Givenchy. E ha scelto ora di rompere un tabù, di raccontare la sua storia, la storia di persona intersessuale che ha deciso di impegnarsi per aiutare i bambini e le persone nate come lei, affinché possano accettarsi e non farsi influenzare da pregiudizi e scelte altrui.
L’intersessualità colpisce oggi 1 neonato su 13.000; secondo i dati delle Nazioni Unite, ne soffre 1,7% della popolazione mondiale.
Hanne Gaby Odiele ha subito in passato due interventi piuttosto invasivi, uno a 10 anni e l’altro a 18, rispettivamente per la rimozione dei testicoli e per la ricostruzione della vagina.
Come è evidente, si tratta di una sindrome genetica con conseguenze non solo di carattere clinico, ma forse soprattutto di natura psico-sociale, non permettendo all’individuo che ne è affetto una piena riconoscibilità di genere.
Qualsiasi intervento chirurgico per scegliere il sesso femminile o quello maschile viene deciso non dall’individuo stesso ma dai genitori o dai medici in relazione al livello di insensibilità agli androgeni.
Le persone affette da intersessualità, per la particolare natura della sindrome, vivono nell’isolamento e nella segretezza. Per tale modo può essere utile, per le persone affette e per le loro famiglie, poter contare su gruppi di supporto in cui incontrare altri individui con i medesimi problemi, scambiare esperienze, migliorare l’informazione medico-scientifica e la qualità della vita di queste persone.
È questo e molto altro che fa l’AISIA, l’ Associazione Italiana Sindrome Insensibilità Androgeni, offrendo materiale scientifico informativo sulla sindrome, sensibilizzando il mondo medico-sanitario e facilitando l’incontro tra le persone che soffrono a causa di questa malattia rara.
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Annachiara Cagnazzo